Paolo Isotta, il Fatto Quotidiano 2/8/2016, 2 agosto 2016
MPS-JP MORGAN, IL REGISTA DELL’OPERAZIONE È FERRINI, IL BANCHIERE DEL GIGLIO MAGICO
Porta ancora al Giglio magico toscano, l’assist di Jp Morgan che ha permesso a Matteo Renzi di prendere una boccata d’ossigeno nella partita giocata intorno al salvataggio del Monte dei paschi di Siena. A presentare a Palazzo Chigi la proposta elaborata dalla banca d’affari, dopo un lungo braccio di ferro tra il premier e il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan sul ruolo da assegnare agli americani nel controllo di Mps, è stato infatti il capo-area per l’Italia e vice chairman della divisione banking per Europa, Medio Oriente e Africa, Francesco Rossi Ferrini.
Il 54enne manager fiorentino è conosciuto negli ambienti finanziari come lo storico responsabile dell’investment banking in Italia per il colosso newyorkese. Ha seguito per Jp Morgan come advisor l’Opa di Olivetti su Telecom, la garanzia fornita all’aumento di capitale di 7,5 miliardi di Unicredit nel 2012 e come financial advisor ha curato l’ingresso di Etihad Airways in Alitalia. Unico incidente di percorso di una brillante carriera, risoltosi poi con un’assoluzione, è il rinvio a giudizio per la vicenda dei derivati venduti nel 2009 al Comune di Milano. Secondo la denuncia dell’allora sindaco Letizia Moratti, quattro istituti di credito, tra cui Jp Morgan, avevano truffato l’ente per 100 milioni e a finire alla sbarra erano stati alcuni dipendenti delle banche, tra cui Rossi Ferrini. Tutti assolti in appello cinque anni dopo. Il padre di Francesco, professor Pierluigi, classe 1930, ematologo di fama internazionale, è il vicepresidente della Fondazione Cassa di risparmio di Firenze. Rossi Ferrini segue i finanziamenti indirizzati alla ricerca in campo sanitario. Presidente dell’Ente cassa dal 2014 è l’avvocato Umberto Tombari, docente di Diritto commerciale e fondatore dello studio legale dove ha fatto pratica anche il ministro Maria Elena Boschi.
L’esercizio 2015 si è chiuso con un avanzo di oltre 89 milioni di euro e un patrimonio netto pari a oltre 1,5 miliardi, ma l’ente fiorentino non si è limitato finora alla beneficenza e alla filantropia. Possiede ancora partecipazioni bancarie, dopo la dismissione l’anno scorso del 10% della Banca Cr Firenze, come il 2,3% del capitale di Banca Intesa ed è azionista del 6,6% di Toscana Aeroporti. Un settore, questo del controllo delle infrastrutture aeroportuali regionali, particolarmente caro al premier, che sta seguendo in prima persona la vicenda della realizzazione, contrastata, della nuova pista del “Vespucci”, lo scalo fiorentino. Presidente di Toscana Aeroporti è Marco Carrai che troviamo anche nel board della Fondazione Cassa di risparmio di Firenze. Fin dall’adolescenza “uomo di fiducia” di Matteo Renzi, si dice che la maggiore abilità che fa di Carrai una sorta di ministro dell’Economia-ombra sia quella del tessitore, in grado di bilanciare l’impulsività del “gemello”, per sua natura rottamatore. È lui che riesce a tenere insieme i rapporti con i vari mondi che ruotano intorno all’amministrazione Usa.
La tendenza però a sfornare soluzioni “chiavi in mano” lo porterebbe, come nel caso della cartolarizzazione delle sofferenze e della ricapitalizzazione di Mps, ad andare in rotta di collisione con il vero inquilino di via XX Settembre, cioè Pier Carlo Padoan. Le banche e la finanza d’oltreoceano non sono però gli unici interessi che legano il più stretto collaboratore di Renzi con il capo di Jp Morgan Italia e la sua famiglia. Ci sono anche il vino e l’amicizia.
Marco e Francesco sono nati a 17 chilometri di distanza. Carrai è di Greve, nel cuore del Chianti classico. Rossi Ferrini amministra nel tempo libero 28 ettari di vigne e cantine che furono del gran duca Alessandro de Medici, in due aziende di famiglia a San Casciano in Val di Pesa. Spiegano al Comune che per valorizzare i vini e riportarli all’antico splendore sono stati fatti dal 2014 in avanti, investimenti rilevanti.
PAOLO ISOTTA, il Fatto Quotidiano 2/8/2016