Antonio Castro, Libero 31/7/2016, 31 luglio 2016
IL RECORD DELLE IMPRESE ITALIANE: PAGANO PIÙ TASSE DI TUTTA L’UE
Chissà perché i record italiani sono spesso negativi. Saremo anche un po’ auto-gufi,un po’ ci piangiamo addosso, però le statistiche hanno gioco facile ad avvalorare il sentire comune: siamo tra i più tartassati, fiscalmente, d’Europa. Ovviamente senza neppure godere dei servizi pubblici di alto standard di cui godono Paesi con un prelievo erariale simile. La Cgia diMestre si è presa la briga di calcolare e raffrontare, al netto dei contributi previdenziali, la percentuale di tasse che le imprese italiane pagano: è venuto fuori che lo Stato spilla la bellezza di 98 miliardi di tasse all’anno. Tra i principali Paesi Ue solo le aziende tedesche e quelle francesi versano in termini assoluti più delle nostre (rispettivamente 131 e 103,6 miliardi di euro),ma è pur vero che la Germania conta una popolazione di 80 milioni di abitanti, la Francia 66 e l’Italia supera di poco i 60milioni. «Il peso della tassazione sulle imprese italiane è tuttavia massimo in Ue», fa di conto l’Ufficio Studi, «calcolando la percentuale delle tasse pagate dalle imprese sul gettito fiscale totale: l’Italia si piazza al primo posto (14%)», seguono a ruota Olanda (13,1%), e Belgio (12,2%). Due Paesi dove il sostegno alle imprese è reale e dimostrato. Ci sono poi competitor, come la Germania, che si frema all’11,8%, la Spagna (10,8%), la Francia e il Regno Unito il 10,6%. La media Ue è dell’11,4%. L’incidenza percentuale delle tasse pagate dalle imprese sul totale del gettito fiscale è un indicatore che aiuta a comprendere l’elevato livello di tassazione a cui sono sottoposte le aziende. Le imposte italiane considerate nell’analisi della Cgia (su dati Eurostat) sono: Irap, Ires, la quota dell’Irpef in capo ai lavoratori autonomi, le ritenute sui dividendi e sugli interessi e le imposte da capital gain. Eurostat, però, non «considera altre forme di prelievo per le quali non è possibile effettuare un confronto omogeneo con gli altri Paesi presi in esame in questa comparazione». Insomma, già così paghiamo un record europeo, e bisogna anche sommarci i costi per i contributi previdenziali, l’Imu/Tasi, il tributo sulla pubblicità, le tasse sulle auto pagate dalle imprese, le accise, i diritti camerali, etc. Insomma, secondo gli Artigiani di Mestre «l’ammontare complessivo del carico fiscale sulle imprese italiane è certamente sottostimato». La riprova che in Italia il peso dei tributi sulle imprese è troppo elevato emerge anche dai dati messi a disposizione dalla Banca Mondiale (Doing Business). Pur riconoscendo che da un punto di vista metodologico questa comparazione presenta una serie di limiti, l’Ufficio studi sottolinea che «in Italia il totale delle imposte pagate in percentuale sui profitti commerciali di un’impresa media è pari al 64,8%.
Nessun altro Paese dell’Eurozona subisce un’incidenza così elevata.
Antonio Castro, Libero 31/7/2016