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 2016  luglio 31 Domenica calendario

AL VIA LE OLIMPIADI DELLO SPORT «PULITO».

Nonostante tutto, lo spirito olimpico palpita a Rio, e non solo per i cinque cerchi che ti inseguono ovunque in città. Nonostante ritardi e mancanze, i brasiliani non si fanno cogliere impreparati e hanno deciso che perfino l’annuale Brazilian Barber Battle debba avere come tema l’Olimpiade. Fantasia al potere nel disegnare i Giochi sulle teste altrui, aspettando le gare.
FINALMENTE LE COMPETIZIONI
Eccole, finalmente le gare. Era dai Giochi di Mosca 1980 che non si viveva una vigilia così carica di tensione e accuse. Allora, la guerra fredda divideva i due blocchi che governavano il mondo, oggi in ballo c’è la pulizia dello sport, pena la sua sopravvivenza.
Dopo il report della federazione internazionale di atletica sul doping di Stato russo, i 68 atleti russi resteranno a casa e anche altre decine di sportivi di varie discipline, quali nuoto, judo, vela, canottaggio. Sono gli sportivi con precedenti per doping o i cui nomi compaiono nel rapporto McLaren, che ha sconquassato lo sport mondiale: con la Russia, accusata di un marcio generalizzato, che gridava al complotto, con i più intransigenti che volevano il bando dell’intero Paese dai Giochi e con il Cio che, banditi da Rio i dirigenti dello zar Putin, ha demandato alle singole federazioni di fermare gli atleti risultati positivi. Così la grande armata ha perso più di un centinaio di atleti e decine di potenziali medaglie: le altre 205 Nazioni avranno qualche chance in più, Italia compresa. A Rio arriveranno circa 11.400 atleti (e 20 Paesi con squadre da meno di 3 rappresentanti), allenatori, medici, fisioterapisti, cuochi per un’Olimpiade che si annuncia all’insegna delle donne. Forse non sarà ancora l’edizione del fifty-fifty ma ci andrà vicino. Si contenderanno 306 medaglie in 28 discipline in quattro aree della città, dove molte strutture hanno ancora bisogno di qualche ritocco. L’Italia, per sistemare le palazzine dei propri atleti, ha chiamato elettricisti e idraulici e tutto sarà pronto.
CHE COSA VEDERE
Il Villaggio olimpico si va riempiendo, dopo i malumori degli australiani e degli svedesi, e quelli generali di tanti atleti che non possono divertirsi con Pokemon Go, semplicemente perché in Brasile la app non è ancora disponibile. Superati questi giorni di ambientamento, sarà il momento dello sport. Solo di questo ha bisogno l’Olimpiade dopo tante distrazioni e polemiche. Fino ad ora è sembrata l’Olimpiade dei trucchi, delle carte bollate e della discordia. Ci saranno Michael Phelps, che vuole arricchire la sua collezione di 22 medaglie olimpiche (18 sono ori), Usain Bolt, che, dopo Pechino e Londra, ha la storia davanti a sè con un altro triplete nei 100, 200 e nella staffetta, e ragazze terribili come Katie Ledecky (nuoto), Shelly-Ann Fraser-Pryce (nei 100) e Simone Biles (ginnastica). Con gli italiani che partono dalle 28 medaglie di Londra. Già i qualificati azzurri a Rio sono aumentati rispetto a Londra (e sono presenti in 21 discipline su 28), sulle vittorie si vedrà, ma le storie da copertina non mancano e neppure chi potrà vincere l’oro italiano numero 200 ai Giochi: Pellegrini, Paltrinieri, la scherma maschile e femminile, bacini preziosi di titoli quali tiro a volo, tiro a segno, ciclismo.
IL BRASILE IN GINOCCHIO
La settima economia del pianeta, fulgido Paese emergente quando conquistò i Giochi nel 2009, ora fa i conti con corruzione, con la caduta del Pil (-5,4% nel primo trimestre) e una disoccupazione oltre l’11%: «Più che la crisi economica preoccupa quella politica», esordisce Mario Volpe, docente di Economia internazionale all’Università Ca’ Foscari d Venezia. «Il livello di corruzione stupisce perfino noi italiani, fa parte del loro modo di amministrare - continua il docente – ma credo che siano state messe dignitose pezze perché i brasiliani sono molto specializzati nelle grandi opere. Ciò che a loro manca è la piccola imprenditorialità diffusa che potrebbe trovare sostegno con i Giochi. Queste manifestazioni, di solito, appesantiscono i conti pubblici e lasciano impianti fantasma ma il fermento che c’è in città potrebbe far ripartire la domanda interna e con essa i servizi al turismo e rendere le città più vivibili, perché lo sforzo è stato fatto e, rispetto a una decina di anni fa, il Paese è davvero cambiato».
LA SQUADRA DEI RIFUGIATI
I Giochi di Rio saranno ricordati anche per il debutto della squadra dei rifugiati, per la quale il Cio ha messo a disposizione 2 milioni di euro: dieci atleti che vengono dal Sud Sudan, dalla Siria, dall’Etiopia, dal Congo hanno trovato riparo all’ombra dei cinque cerchi. Loro, che hanno perso tutto, tranne il desiderio di continuare a vivere, con i fondi del Cio sono riusciti ad allenarsi per ritrovare una strada e un barlume di serenità. Fra loro c’è anche Yusra Mardini, 18enne, in fuga dalla Siria. Ha attraversato il mare dalla Turchia alla Grecia a bordo di un gommone e, quando quel guscio di noce ha iniziato a imbarcare acqua, con la sorella si è gettata in mare per spingere l’imbarcazione fino all’isola di Lesbo, da dove Yusra in 25 giorni di cammino ha raggiunto Berlino. Qui si è allenata in piscina, per mesi, in vista di Rio e la semplicità delle sue parole di oggi è più di un invito per i rifugiati, per chi scappa dalle guerre, per chi soffre, per ognuno di noi: «Vorrei essere di ispirazione per tutti e di aiuto per i rifugiati. Ho imparato che la vita va avanti, che non si ferma perché hai sofferto. Devi muoverti, guardare avanti e andare avanti». In piscina, in pista, nel ring della vita.
Maria Luisa Colledani, Il Sole 24 Ore 31/7/2016