Virginia Della Sala, il Fatto Quotidiano 31/7/2016, 31 luglio 2016
BILANCI D’ESTATE: CHI HA LAVORATO E CHI NO TRA CAMERA E SENATO
Ferie per tutti, anche per i parlamentari. Ma è pure tempo di bilanci. Si parte allora da quello che è accaduto alla Camera e al Senato, da chi è stato più presente e chi meno per capire anche chi è risultato più produttivo e chi, invece no. Senza dimenticare chi ha cambiato più spesso gruppo parlamentare. I numeri sono raggruppati ed elaborati da Openpolis, partendo dai database aperti del Parlamento.
Camera dei deputati. Nell’infografica qui accanto ci sono i nomi dei primi tre con la maggior percentuale di assenza. Tutti di Forza Italia: Antonio Angelucci, Marco Martinelli e Rocco Crimi. Re delle cliniche private del Lazio, editore di Libero il primo, farmacologo ed ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega allo Sport con Berlusconi il terzo. Nella top ten, però, si incontrano Genovese (FI, ma a lungo agli arresti domiciliari), Piccone (AP), Meloni (Fdl), Longo (FI), Santanché (FI), Santelli (FI): fino alla nona posizione il record è detenuto dal centrodestra. Al decimo, con Gregorio Gitti entra il Pd con un tasso di assenza pari al 70 per cento. Significa che su 18.542 sedute di voto, il deputato ha partecipato a 13.015. I dati si riferiscono alla mancata partecipazione al voto.
Più indicativo è il tasso di produttività che l’associazione calcola assegnando un punteggio per l’efficacia dell’operato in Parlamento, ovvero in base all’iter degli atti dei deputati e dei senatori. Più un provvedimento si avvicina all’approvazione, ad esempio un ddl che diventa legge, più è alto il punteggio di chi lo presenta o del primo firmatario. Punteggio che varia anche in base al consenso ottenuto con le firme degli altri parlamentari, soprattutto se appartenenti a gruppi diversi.
Alla Camera, dopo Sisto (Fi), Ferranti (Pd) e Colletti (M5s), i più produttivi sono Bragantini (Misto), Pini (Lega) e Fedriga (Lega). Poi, al dem Causi e ancora alla Lega con Molteni e Invernizzi. Al senato, al quarto posto c’è Anna Finocchiaro (Pd) seguita da Roberto Calderoli (Lega) e Antonio D’Alì (FI-Pdl). Neanche a dirlo, i meno produttivi alla Camera e al Senato corrispondono comunque ai più assenti. Da segnalare, al 17esimo posto, Matteo Orfini (Pd) che ha un tasso di assenze pari al 50 per cento.
Terza classifica, quella di chi ha cambiato gruppo durante la legislatura. Si parte da Paola Pinna, che di variazioni ne ha fatte tre: la deputata sarda espulsa da Beppe Grillo a fine novembre 2014 è passata attraverso il gruppo Misto, poi Scelta Civica e fino al Pd. Il deputato lombardo di Busto Arsizio, Ivan Catalano, ha cambiato tre casacche in poco più di due anni e ora, partito dal M5s, è al gruppo Misto. Inquieto anche Stefano Quintarelli, oggi al Misto dopo Scelta Civica , Ds-Cd (Democrazia Solidale-Centro democratico) e di nuovo Scelta Civica. Altri campioni di cambio casacca sono Angela Rosaria (detta Fucsia) Nissoli partita da Scelta Civica e approdata in Ds-Cd dopo un paio di transizioni e Barbara Saltamartini: Fi-Ap-Misto e, alla fine, Lega.
Ma quanto hanno lavorato i parlamentari italiani? Nel 2016, alla Camera ci sono state 113 sedute di assemblea pari a circa 579 ore. Per l’attività legislativa, ne sono state spese 342 di cui 90 per le discussioni generali e 252 per analisi e voto finale. Al Senato, l’Assemblea ha tenuto finora 115 sedute per complessive 374 ore e 32 minuti. Le leggi promulgate sono state 40.
di Virginia Della Sala, il Fatto Quotidiano 31/7/2016