Federico Genta, La Stampa 27/7/2016, 27 luglio 2016
Sepolta dai rifiuti e dalla burocrazia – Rosalba Grisoni è stata sepolta due volte. Prima dalla sua malattia, quel bisogno compulsivo di cercare e portare a casa qualsiasi oggetto raccolto per strada, perfino l’immondizia
Sepolta dai rifiuti e dalla burocrazia – Rosalba Grisoni è stata sepolta due volte. Prima dalla sua malattia, quel bisogno compulsivo di cercare e portare a casa qualsiasi oggetto raccolto per strada, perfino l’immondizia. Poi, una seconda volta, dalla burocrazia. Dalla lentezza delle autorizzazioni necessarie allo sgombero del suo alloggio, che l’ha letteralmente inghiottita. Una ricerca che, va riconosciuto, anche se accurata non avrebbe potuto salvarle la vita. Perché i sopralluoghi, a seguito della prima segnalazione di scomparsa, sono arrivati comunque troppo tardi, quando la donna era morta da settimane. Ma a osservare le ricerche di ieri, meticolose, diversi residenti non hanno potuto fare a meno di osservare «che qualcosa poteva essere fatto prima, senza aspettare i giornali e le telecamere». Il sopralluogo a metà Polizia e vigili del fuoco sono arrivati al 55 di lungo Po Antonelli prima delle 10. La squadra mobile di Torino, a cui è stata affidato il caso prima di competenza del commissariato di zona, aveva già ascoltato l’amministratrice del condominio. Maria Bello ha ripercorso tutte le fasi delle ricerche. L’interesse di una conoscente della Grisoni, la chiamata agli agenti di Dora Vanchiglia, il sopralluogo fissato per il 13 luglio, che si interrompe a metà. Perché i pompieri che entrano nell’alloggio della donna, 68 anni, riescono a mala pena a superare l’ingresso, tanta è la mole di oggetti e rifiuti impilati nelle stanze fino al soffitto. Così viene ispezionato anche l’appartamento al piano terreno, anche questo di proprietà di Rosalba. Altri rifiuti ammassati ovunque ma in minore quantità: qui la signora sicuramente non c’è. Parte la chiamata all’Asl per chiedere ad Amiat di portare via tutti quei sacchi. Lo sgombero, però, non viene eseguito. La polizia scrive nel suo rapporto che la donna non è stata trovata e il meccanismo delle ricerche si inceppa. Il ritrovamento Ieri le tute bianche dei pompieri e degli esperti della scientifica hanno scavato per ore. Poi, uno di loro ha avvistato un piede. Rosalba Grisoni era scivolata a testa in giù, forse dopo il cedimento di una pila di scatoloni. Secondo i primi accertamenti del medico legale, il decesso dovrebbe risalire a un paio di mesi fa. Era stata vista l’ultima volta alcuni giorni dopo l’assemblea condominiale dell’11 maggio. Il corpo non presenta segni di violenza: il pm Alberto Benso ha disposto l’autopsia. Intanto, la procura ha avviato alcuni accertamenti sulla modalità in cui sono avvenute le ricerche. E nei prossimi giorni dovrebbero essere ascoltate almeno una parte delle persone che hanno preso parte all’intervento del 13 luglio. Quando la salma viene fatta scendere con l’autoscala dal balcone interno dell’alloggio, l’amministratrice tira un sospiro di sollievo. «Finalmente è arrivata la fine di questa brutta storia. Avevo pochi dubbi che Rosalba sarebbe stata trovata lì dentro. Così potrà finalmente riposare in pace». Sullo sfondo resta una storia di profonda solitudine. La vita isolata di una donna rimasta sola, quasi ignorata dai suoi stessi vicini. «In effetti, verso fine maggio, ho sentito un odoraccio arrivare dalle finestre - dice l’inquilina del quarto piano -. Dopo qualche giorno, era scomparso».