Massimo Calandri, il venerdì di Repubblica 29/7/2016, 29 luglio 2016
ECONOMIA OSQUADRA AL COMPUTER CALCIO, VIVAIO MONDIALE: PER COMPRARE BASTA UN CLIC
Chiavari (Genova). Matteo giocava a centrocampo, piedi buoni e fantasia, peccato fosse un po’ pigro. Antonio, l’allenatore del Villaggio San Salvatore, era un tipo davvero strano: invece di far sudare i suoi ragazzi col pallone, preferiva schierarli davanti a un videoregistratore e mettere una cassetta Vhs. «Ecco, lo vedi come dribbla Roberto Baggio? È cosi, che devi fare». Mandava avanti e indietro il filmato, tutta la sera. Iscritta al campionato ligure di Promozione, quella stagione la squadra del paese vinse un sacco di partite e per poco-mancava la condizione fisica, naturalmente – non fu promossa. Era il ’94: a luglio Baggio sbagliò un rigore e il Mondiale lo vinse il Brasile, Matteo dopo il diploma s’iscrisse ad Economia e commercio. Le lezioni, gli esami, tutti i giorni in treno fino a Genova e ritorno, poi gli allenamenti di Antonio: no, troppa fatica. Meglio lasciare il calcio, si disse. Ma stava mentendo.
Wyscout è una piattaforma digitale, uno straordinario archivio di numeri, statistiche, percentuali, video: quasi 400 mila atleti e 250 mila partite monitorate. Tutto quello che avreste voluto sapere sul calcio ma non avete mai osato chiedere. Che strategie adotta quella squadra, come si muove il centravanti avversario? Basta un clic. E i punti deboli di una difesa da scardinare, il metro con cui dirige le partite un certo arbitro? Un altro clic. State cercando un terzino sinistro forte di testa, molto veloce e con meno di vent’anni? Clic: ecco in tempo reale tutti i giocatori con queste caratteristiche, pescati in un centinaio di campionati nei cinque continenti, dalla Finlandia all’Egitto e dal Paraguay all’Iran. Che invenzione. Claudio Ranieri ci ha appena vinto la Premiership col Leicester, Ibrahimovic la usa per fare più gol (ma dicono che agli Europei gli sia andata male perché anche i difensori si sono adeguati). E pure Mourinho, Guardiola, Ancelotti, Lippi. Settecento club in tutto il mondo si sono abbonati: Real Madrid, Arsenal, Barcellona, Manchester City e United, Bayern, Chelsea, Juventus e Roma. Tutti cliccano su Wyscout, la creatura di Matteo Campodonico, 40 anni. Il ragazzo che era un centrocampista fantasioso ma pigro, che il suo allenatore gli faceva imparare a memoria i filmati di Baggio, che voleva smettere col calcio. Invece. «Quella storia del football imparato davanti a uno schermo era geniale. Non l’ho dimenticata. E mi ha cambiato la vita».
La laurea e l’impiego in banca, uno zio – Franco – che aveva la mania di produrre dvd con le feste dei parenti: «Mi ha insegnato come fare. Ho cominciato a riprendere partite di provincia». Insieme a due amici, Simone Falzetti e Piermaria Saltamacchia (uno studiava storia, l’altro conservazione dei beni culturali), filmano le squadre e catalogano giocatori e gol, passaggi sbagliati, errori e pregi. Duemila euro l’anno: Lavagna, Chiavari, Cicagna, Rapallo. Calcio da dilettanti. «Poi un giorno ci siamo presentati con uno dei nostri prodotti da Serse Cosmi, che era l’allenatore del Genoa. Gli abbiamo consegnato una busta, lui pensava volessimo un autografo. No, mister, quando ha tempo dia un’occhiata: ecco, questo è quello che sappiamo fare». Il giorno dopo la società genovese li ha messi sotto contratto. Prima partita: Genoa-Salernitana, settembre 2004. Nel giro di un paio d’anni, altre sette squadre di serie A hanno chiesto lo stesso servizio. «Abbiamo comprato i diritti televisivi di tutte le partite europee. E Simone si è messo su Skype, a contattare italiani che vivevano all’estero: ci potete procurare i video delle partite locali?». Il boom di internet ha fatto il resto.
Adesso Wyscout – sette milioni di euro il bilancio previsto a fine dicembre conta su oltre 300 dipendenti e una miriade di collaboratori in tutto il mondo, dall’Honduras allo Sri Lanka, Vietnam, Armenia, Afghanistan, Sierra Leone. Persino le Isole Figi, in mezzo al Pacifico. La sede è nel centro storico di Chiavari, ci lavorano 80 persone. Grazie a Sergio Borgo, ex calciatore e allenatore, sono stati aperti due uffici operativi a Dakar e Sofia. In Senegal e Bulgaria si analizzano i video delle partite. Operazione certosina, infinita, grazie alla quale vengono selezionate e «taggate» le azioni di ogni atleta. Un sistema le elabora poi insieme alle statistiche, che finiscono nel database. L’archivio. Per accedervi, basta pagare un abbonamento: può costare dai 10 ai 3.000 euro l’anno. Dipende dalle esigenze, dal numero di informazioni richieste.
Tra i clienti più assidui ci sono naturalmente i procuratori, gli agenti dei calciatori, che un tempo viaggiavano per tutto il mondo e ora gli basta aprire il computer, per poi andare a colpo – quasi – sicuro. A loro volta, i club controllano fino a un migliaio di giocatori. Tra i tanti allenatori, quelli che cercano una squadra. «Perché la piattaforma permette agli utenti di interagire, di mettersi in contatto tra di loro» spiega Campodonico. «Se a qualcuno interessa un atleta, trova anche i contatti con il procuratore e la società. Aggiungiamo informazioni sulla situazione contrattuale, le lingue parlate. Avviciniamo dei soggetti lontanissimi, permettendo loro di eliminare le intermediazioni superflue».
Pochi giorni fa una società ha chiesto notizie di un ragazzino ucraino di 13 anni. «Abbiamo trovato video, dati, statistiche». E domani? «L’obiettivo è quello di creare una super-piattaforma: dove ci sia il football del mondo, e alla quale possano accedere anche tutti i tifosi. Perché il calcio s’impara guardando un video, aveva ragione il mio allenatore».