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 2016  luglio 28 Giovedì calendario

COME ESSERE MINO RAIOLA, IL PIÙ MOGGI DI TUTTI I MOGGI

Forse è colpa di Forbes che in uno studio sui procuratori sportivi più ricchi, un anno fa, lo aveva classificato al 5° posto con 25 milioni di commissioni incassate (per 250 milioni di contratti realizzati), assai staccato dal primatista Jorge Mendes, quello di CR7 e Mourinho (85 milioni). Ma che Forbes c’entri oppure no, quel che è certo è che questa è l’estate di Mino Raiola, il 48enne procuratore di Nocera Inferiore che nell’arena del calciomercato sta facendo il bello e il cattivo tempo, oltre che soldi a palate: dopo aver portato al Manchester United Mkhitaryan del Borussia Dortmund (42 milioni) e Ibrahimovic (12 milioni d’ingaggio), a giorni dovrebbe concludere anche la cessione di Pogba: che per non meno di 100 milioni dovrebbe accasarsi proprio allo United, che farebbe tripletta di assistiti-Raiola, oppure al Real Madrid.
Dettaglio importante: il 20% della cifra pattuita finirà nelle tasche di Pogba & procuratore. Come da contratto firmato nel 2012. Incredibile ma vero, Pogba, reduce da un Europeo deludentissimo (e pieno di “balotellate”: il gesto dell’ombrello ai giornalisti, le ciabatte a pranzo che gli sono valse l’esclusione di squadra, la finale giocata da fantasma), potrebbe diventare il giocatore più pagato di sempre superando Bale che nel 2013 passò dal Tottenham al Real Madrid per 100 milioni. Possibile?, si è chiesto Gary Lineker che considera Pogba il calciatore più sopravvalutato di sempre.
Possibilissimo. Non per niente Raiola vanta nel suo curriculum financo la cessione di un McDonald’s ad Haarlem, Olanda, quand’era a capo del Consiglio di Imprenditori della città. Non per niente Raiola, che in Olanda approdò all’età di un anno, partendo dalla pizzeria del padre è riuscito a diventare il re del mercato orange soppiantando un colosso come la Interpro di Coster Cor, il commerciante di diamanti suocero di Cruijff per avergli dato in sposa la bellissima figlia Danny.
Brutto, sporco e ciccione, Carmine Mino Raiola non è mai venuto meno al suo clichè di procuratore plebeo: quello che vestendo i panni del topo di campagna si è sempre fatto gioco dei topi di città, tutti tessera e distintivo, incontrati sul suo cammino. C’è un’intercettazione dei tempi di Calciopoli che dice di Raiola meglio di qualsiasi descrizione. È l’estate del 2004 e Moggi vuole Ibrahimovic, 22enne centravanti dell’Ajax, alla Juventus. “Se questo qui entro una settimana non è alla Juventus, sono cazzi tuoi”, debutta come da copione Big Luciano. Raiola abbozza. Dice che il presidente dell’Ajax vuole un fax scritto e garanzie bancarie per iniziare a trattare: “Ma io gli ho detto: guarda io conosco Moggi come le mie tasche, ma un fax scritto che tu puoi mostrare non te lo darà neanche se tu lo spari. Dice, guarda, di’ a Zlatan questo: può fare guerra quando vuole, può anche ammazzare nostro allenatore, se ammazza nostro allenatore noi non lo mandiamo via perché se lui vuole andare via, lui va alla Roma che offre di più”. Moggi non fiata. “Io – continua Raiola – domani ho un altro appuntamento perché domani il signor Ibrahimovic non si presenterà all’allenamento: già lo so. Mi chiameranno a mezzogiorno e vado alle 2. Vediamo domani cosa succede”. Moggi: “Continuiamo a far guerra, continuiamo a far guerra”. Raiola: “Ehi, ma io la sto facendo guerra, eh? Però tu devi essere contento quando mi senti: perché io ti do i gioielli. E Giraudo questo non lo capisce. Perché se c’eri tu e mi faceva quel che ha fatto Giraudo: “Oh!, adesso mi alzo e non faccio più niente!”, davanti al mio giocatore, l’avrei mandato affanculo, lui, la moglie e tutti, capito?”. “Proseguiamo”, concorda Moggi. Che per una volta ha trovato uno più Moggi di lui.
di Paolo Ziliani, il Fatto Quotidiano 28/7/2016