FABRIZIO D’ESPOSITO, il Fatto Quotidiano 28/7/2016, 28 luglio 2016
ONDA ANOMALA A CAPALBIO. RISCHIO ATLANTIDE PER I VIP
Capalbio è un luogo comune. Nel senso di posto non granché bello. Anzi, “un postaccio”, come ebbe a dire il manager Fabiano Fabiani, sostenitore del vicino Argentario: “Gianni Agnelli a passeggio su quella spiaggia io non ce l’ho mai visto e questo è un segno”. Appunto. Nella maremmana Capalbio, provincia di Grosseto, la spiaggia più nota si chiama “Ultima” e nel 1998 un ombrellone costa 50 mila lire al giorno. L’esosità è causata dall’intelletto, caso unico al mondo in materia balneare. Capalbio è infatti soprannominata la piccola Atene perché ci sono filosofi e autorevoli rappresentanti della gauche capitolina.
Da Roma, per il mare, le direzioni sono due per deputati, senatori, ministri, filosofi, sociologi e umanità pensante varia. Una è l’Aurelia, come nel Sorpasso di Dino Risi, e finisci tra Ansedonia e Capalbio, che per i romani “è come gli Hamptons per i newyorchesi”, secondo un’informata cronaca di Maria Laura Rodotà. L’altra è la Pontina e in questo caso ci si arena sulle dune di Sabaudia. Spesso, per i pendolari, la scelta della direzione dipende dall’intensità del traffico.
All’inizio di agosto del 1998, l’ozio creativo dei vip di Capalbio viene scosso quotidianamente da due onde anomale. La prima si registra alle tredici e un quarto. La seconda alle diciannove e venti, preludio al tramonto. Il fenomeno ondoso, per la caratura degli osservatori che s’interrogano, ha il significato di uno tsunami naturale e culturale. Il Messaggero cataloga le dichiarazioni di alcuni capalbiesi illustri: Pierluigi Celli, Piero Fassino, Furio Colombo, Franco Bassanini, Franco Tatò e Sonia Raule, Claudio Petruccioli. Il regista Gillo Pontecorvo, riferisce sempre il quotidiano della Capitale, assiste all’evento mentre pranza al ristorante. Il quale ristorante ha finanche costruito “un’apposita prolunga” per consentire agli attentissimi commensali di masticare e continuare a osservare. Il sei agosto, la questione finisce sulla prima pagina de La Stampa: “L’onda anomala degli intellettuali”. Scrive Pierluigi Battista, Pigi per gli amici nonché anima di destra del terzismo mielista: “Sembra una parodia ma è la realtà. La realtà di una misteriosa, enigmatica onda che ogni giorno, alle 13.15 in punto, si scarica da sei mesi in qua sulla sabbia del basso litorale toscano, proprio in prossimità degli ombrelloni del si dice esclusivissimo stabilimento dell’Ultima Spiaggia. Perché? Come mai? Quale messaggio oscuro vuol comunicare la natura agli illustri villeggianti di Capalbio?”.
Il perfido Battista celia e dà conto dell’ennesimo scontro tra Pontina e Aurelia, cioè Capalbio contro Sabaudia. Sulle dune latine è sorto il club “Forza Onda Anomala”, che coinvolgerebbe vip e intellettuali di Sabaudia: Bernardo Bertolucci, Giovanni Malagò, Vittorio Sermonti. Il dibattito si allarga giorno dopo giorno. A Sabaudia seguono le vicissitudini capalbiesi così: “L’Ultima Spiaggia esiste ancora? Andrà meglio domani”. Il rischio è che le due onde si mangino metri del preziosissimo arenile, sottraendo spazio alla piccola Atene in riva al mare. Da Capalbio la reazione ha varie gradazioni. Il filosofo Giacomo Marramao, amico di Alberto Asor Rosa, riflette: “Non posso pensare che a Sabaudia lo facciano con intenzione malevola”. Petruccioli si dimostra un vero liberal postcomunista : “Anche quel comitato è una libera espressione di pensiero”.
Il giorno dopo, sempre su La Stampa, c’è una replica di Igor Man, italico decano degli inviati di guerra che stavolta però scrive in qualità di “cittadino onorario di Sabaudia (con tanto di targa d’argento)”. Man, da vecchia volpe, insinua il dubbio che il club Forza Onda Anomala sia composto da “amici d’occasione”. Ovvero: “Ospiti a pagamento o a scrocco di qualcuna delle tante e bellissime ville sorte nel tempo appresso a quella, austera, dei Principi Pacelli, a quella, cinematograficamente palladiana, dei Conti Volpi di Misurata. Insomma amici abusivi”.
La contrapposizione Capalbio-Sabaudia, che Battista inserisce nella scoperta italiana del bipolarismo, fa perdere però di vista il punto centrale. Le onde anomale da cosa sono provocate? Un dettagliato articolo del Tirreno, gruppo Repubblica-Espresso, fa il quadro della situazione. Il drammatico allarme non riguarda solo l’Ultima Spiaggia, sulla costa capalbiese. Il fenomeno semina il panico alla Graticciaia e alla Carmen Bay di Macchiatonda. In più, nota il cronista del Tirreno, mai come quest’anno “c’è tanta gente”, come “confermano i titolari delle agenzie immobiliari”. La preoccupazione rievoca l’angoscia dello scontro nello Squalo tra il sindaco di Amity, felice per le presenze balneare, e il sindaco Martin Brody che vorrebbe chiudere le spiagge. L’elenco dei vip capalbiesi viene integrato con altri nomi: il magistrato Pier Luigi Vigna, il capo della polizia Fernando Masone, il ministro della Giustizia Giovanni Maria Flick, Giorgio La Malfa, Chicco Testa, l’ambasciatore Antonello Pietromarchi, Piero Barucci, Paolo Mieli, l’economista Marcello Messori, Nicola Caracciolo. Allo stesso tempo, si prende atto che altri, come Achille Occhetto e Giuliano Ferrara, ben prima dell’onda anomala, “hanno cambiato zona”.
Il lavoro collettivo d’investigazione ha un indiziato principale: i traghetti che vanno e vengono tra Civitavecchia e la Sardegna. Gli orari coincidono con quelli della Tirrenia. Il turbamento dei vip di Capalbio ha finalmente un aspetto pragmatico, non solo speculativo, nel senso del pensiero. Sollecitata, la capitaneria di porto di Civitavecchia invita i comandanti dei traghetti a moderare la velocità delle loro navi. La Tirrenia obbedisce e fa un comunicato per informare il Paese che “ha dato disposizione ai propri mezzi veloci di ridurre la velocità”. D’improvviso il fenomeno ondoso che lambisce pericolosamente il bagnasciuga dell’Ultima Spiaggia, talvolta sommergendo libri e giornali, non c’è più. Sconfitta l’onda anomala, gli ateniesi provenienti da Roma affronteranno le minacce di altre onde, fatte di cemento: progetti di tunnel, superstrade e resort. Ma quando la differenza la fanno i cervelli, e non la bellezza della costa o del mare, la Resistenza vince sempre.
FABRIZIO D’ESPOSITO, il Fatto Quotidiano 28/7/2016