Emanuele Barbaresi, Quattroruote 7/2016, 27 luglio 2016
TUTTA L’ITALIA DI SOSTA IN SOSTA
OItre 3.000 chilometri di autostrada, 82, aree di servizio. Le abbiamo visitate per voi, esaminandole sotto tutti i punti di vista e realizzando una guida completa alla sosta per chi, quest’estate, deciderai, di attraversare in auto tutta l’Italia, o quasi, da Milano a Palermo e ritorno. In queste pagine potete trovare i nostri giudizi sintetici, mentre per una descrizione più approfondita delle strutture vi rimandiamo al sito quattroruote.it.
Il ritratto che emerge dalla nostra inchiesta è, come spesso accade, molto, variegato. L’intero settore dei servizi sulle autostrade, del resto, da tempo soffre di una situazione di crisi profonda. Ad accumulare profitti sono solo le società concessionarie della rete a pagamento; chi si occupa di ristorazione e prodotti: .petroliferi fa segnare, invece, un calo importante dei fatturati. Basti pensare che, tra il 2007 e il 2015, le vendite di carburanti in autostrada sono crollate del 155%, anche a causa dei prezzi elevati.
Questo spiega perché, nel nostro viaggio, abbiamo trovato molte aree di servizio in disarmo, apparentemente sull’orlo, della chiusura. E, in effetti, esiste un piano di dismissioni, oggetto di contenziosi, che dovrebbe portare a una razionalizzazione della rete distributiva. Non al Sud, però: perché, come Cristo nel celebre libro di Carlo Levi, anche gli autogrill sembrano essersi fermati a Eboli.
RISCHIO ABBANDONO
Viaggiando verso Mezzogiorno, infatti, si trova una realtà differente da quella, pur diversificata, dell’Autostrada del sole. Tra un’area di servizio e l’altra bisogna percorrere 50, 70 e, in Sicilia, fino a 90 chilometri; la maggior parte delle strutture è costituita da snack bar fatiscenti, mai rinnovati, a volte affiancati da punti di ristoro a gestione locale. Fatte salve rare eccezioni, debitamente segnalate in queste pagine, fermarsi per una pausa in queste strutture, in verità affollate soltanto d’estate, non è un piacere: gli spazi sono angusti, l’offerta gastronomica mediocre (e sovente priva di prodotti tipici della zona), i prezzi dei carburanti spesso elevati, il livello di manutenzione di edifici e toilette insufficiente.
Il rischio, del resto, è che nessuno, data la scarsa remuneratività, voglia più farsi carico di queste aree: non parliamo, poi, di quelle che, a causa della rettifica del tracciato della Salerno-Reggio Calabria, sono rimaste sul vecchio tragitto e costringono i guidatori a percorrere diversi chilometri supplementari (fino a cinque, tra andata e ritorno) per raggiungerle. Quanto lontana, da qui, sembra quell’Italia che, al Nord, si può concedere il lusso di un’area di servizio come Secchia Ovest (l’unica ad aver meritato le nostre cinque stelle), dove a fine maggio è stata inaugurata la cogestione tra Autogrill ed Eataly, con conseguente innalzamento della qualità dell’offerta gastronomica. E dove, nella rete di Autostrade per l’Italia, compaiono anche pannelli che illustrano la bellezza delle località attraversate.
TOP E FLOP
Ma veniamo a qualche segnalazione, utile per chi vorrà programmare delle soste nel proprio viaggio estivo, immaginando di dividere in due il percorso, da Milano a Roma e dalla capitale a Palermo. Nella prima parte spiccano, per l’aspetto moderno degli edifici, San Martino Ovest, Arno Ovest, Secchia Ovest e Tevere Est; anche Somaglia Ovest si fa apprezzare, con la sua struttura avvolta da pareti di vetro, adagiata su una collinetta che domina il distributore. Tra gli edifici a ponte, che servono entrambe le direzioni di marcia, si segnala quello di Arda, di recente ristrutturato, mentre a Montepulciano i lavori sono in corso (con relativi disagi). Restano, invece, in condizioni fatiscenti gli autogrill Bisenzio Ovest ed Est e Lucignano Est, mentre a Badia Nuova Ovest, sulla Variante di valico, percorribile da pochi mesi, la situazione è ancora provvisoria.
Poche aree di servizio dispongono di sedie, tavolini e ombrelloni all’aperto; rari sono i Fidopark, dove “parcheggiare” i cani, i giochi per bambini (presenti a Badia al Pino Ovest ed Est, Flaminia Ovest, Prenestina Ovest ed Est e Arno Est) e, in genere, gli spazi verdi od ombreggiati.
Quanto alla ristorazione, che in alcuni casi avviene in coabitazione tra i marchi Autogrill e Sarni, l’offerta è, in genere, standardizzata, con qualche lodevole eccezione, oltre alla già citata Secchia Ovest. Ad Arda, per esempio, è in atto una collaborazione tra Autogrill e l’Università degli studi di scienze gastronomiche di Pollenzo che ha portato alla nascita del Bistrot, un ristorante diviso in salsamenteria (salumi, formaggi, insalate), una sezione per la pasta e una per lo “Street food”. Luminosi e piacevoli sono poi, tra gli altri, alcuni ristoranti Gusto (Chef Express), il Ciao (Autogrill) di Tevere Ovest e l’Antica Locanda del Duca (MyChef) di San Martino Est.
Un cenno, infine, alle toilette: nel corso degli ultimi anni, la situazione sull’Autosole è migliorata e imbattersi in casi imbarazzanti è diventato ormai fatto raro. Restano però alcuni locali con odori fastidiosi (San Martino Ovest, Flaminia Ovest). E permane, ma questo vale su tutta la rete, la discutibile e frequente presenza di fasciatoi e baby room solamente all’interno dei bagni femminili: come se cambiare i bambini in viaggio fosse ancora un’incombenza esclusiva delle donne.
IL BUIO OLTRE SALERNO
Come abbiamo accennato, la situazione peggiora decisamente una volta lasciata l’Autosole e imboccate, in successione, l’A30 Caserta-Salerno, il raccordo con l’A3 e, varcato in traghetto lo Stretto di Messina, l’AEO Messina-Buonfornello e il tratto dell’Aig che arriva da Catania e da li porta a Palermo. Se, infatti, sulla Roma-Napoli e nei dintorni di Salerno si trovano strutture rinnovate (per esempio, a Teano, Ovest, San Nicola Ovest, Baronissi Ovest, Tre Ponti Est, Casilina Est), il resto del panorama è piuttosto desolante.
NIENTE SAPORI LOCALI
Quasi tutte le strutture sono infatti costituite da vecchi snack bar, sovente a doppia gestione, con una parte affidata ad Autogrill e una contraddistinta da realtà indipendenti o, spesso, dell’Agip, che utilizza marchi dal sapore anni 70, come Big Bon o l’Angolo del Buongustaio. In Sicilia, terra gastronomica per eccellenza, non c’è ombra di prodotti del territorio, di un’arancina o di uno sfincione che ricordino che ci si trova nella patria di Montalbano.
Qualche segnalazione particolarmente negativa: per arrivare a Galdo Ovest (ma Galdo Est ne condivide la sorte), sul vecchio tracciato dell’A3, bisogna percorrere E,5 km supplementari, per poi trovarsi davanti a un edificio coperto di scritte oscene, un bar in disarmo, scaffali mezzi vuoti, bagni con il pavimento coperto di cartoni. In Sicilia, sull’A20, a Olivarella Sud abbiamo trovato la toilette più piccola della rete di Autogrill: due soli bagni, uno dei quali rotto, ai quali si aggiungono quelli della stazione di servizio, in parte guasti e ricoperti di frasi irripetibili. A Divieto Sud, sempre sulla Messina-Palermo, le toilette, oltre che in parte guaste, possono essere “chiuse per mancanza di acqua”. Quelle che spesso non mancano, invece, sono le slot machine.
Tutto negativo, dunque? No, perché almeno un’area dell’A3 merita una lode: quella di Rogliano Est, gestita da Autogrill e Ip, che offre, oltre al solito bar e al selfservice, una Bottega del contadino, con prodotti tipici calabresi (salumi, formaggi ecc.), uno spazio di artigianato e, persino, un angolo dedicato ai libri usati. La dimostrazione che, volendo, in fondo fare meglio è possibile, senza che ci sia bisogno d’investire grandi capitali.
Un discorso a parte, che riguarda tutto il nostro viaggio, riguarda l’accessibilità per i disabili, ancora troppo difficoltosa. A Montepulciano (Est e Ovest) non possono raggiungere il ristorante, che non è servito dall’ascensore; in molte aree, inoltre, l’ingresso a loro riservato è chiuso con catenelle o ostacolato da espositori di giornali. Per i bagni, poi, molto spesso è necessario chiedere la chiave. E non si capisce perché.