il Fatto Quotidiano 27/7/2016, 27 luglio 2016
I NUMERI SUL PIL GIÀ NON TORNANO
Adesso diranno che è tutta colpa della Brexit, ma non è proprio così. L’Ufficio parlamentare di bilancio, l’autorità indipendente che vigila sui conti pubblici, ieri ha comunicato che le previsioni di crescita del governo contenute nel Def di aprile non potranno essere rispettate. Il Pil nel 2016, nel migliore dei casi, aumenterà di poco meno dell’1 per cento. Il ministero del Tesoro aveva stimato 1,2, ma quel traguardo è irraggiungibile (l’economia dovrebbe impennarsi dell’1,5 per cento nell’ultimo trimestre, mentre ora marcia a ritmi da 0,2-0,3). Anche nel 2017 la crescita sarà più bassa dello 0,2-0,4 rispetto alle stime. Ogni decimo di punto di Pil equivale a circa 3 miliardi da trovare. E questa contrazione è colpa della Brexit, stima l’Upb, tra incertezze sui mercati, frenate degli investimenti, riduzione (potenziale) del commercio internazionale.
Ma non è tutta colpa di Londra. L’Italia ha una maggiore tendenza rispetto agli altri a eccedere con l’ottimismo: tra 2008 e 2015, in media, ha sempre sovrastimato la crescita del Pil (nominale e reale) dell’1,3 per cento ad aprile rispetto a quanto si è poi riscontrato a dicembre, ha calcolato lo statistico Franco Mostacci. La media di errore della zona euro è lo 0,8 meno delle attese (la Germania, invece, è cresciuta lo 0,8 più del previsto).
E anche nei documenti dell’Upb si capisce che i problemi dell’Italia non dipendono tanto da Londra, quando da una frenata che sta rapidamente facendo svanire l’illusione statistica di una ripresa. In base ai dati di maggio, la produzione industriale che era salita nel primo trimestre dello 0,5 per cento, è scesa dello 0,6 rispetto ad aprile. Sempre su base mensile, sono scesi i fatturati (-1,1 per cento) e gli ordinativi delle imprese (-2,8). Settore auto a parte, l’economia italiana sembra avere iniziato a fermarsi ben prima del referendum inglese. Come ogni anno, ora si aprirà il solito contenzioso con la Commissione: quanti miliardi bisogna trovare con tagli e privatizzazioni per compensare quelli svaniti con la crescita mai arrivata?
il Fatto Quotidiano 27/7/2016