Avvenire 24/7/2016, 24 luglio 2016
DALLAS, VIRGINIA, COLUMBINE: STRAGE IN STILE AMERICANO –
Se la polizia ritiene «evidente» il «legame» del killer di Monaco con il fanatico di estrema destra norvegese Breivik, non mancano suggestioni che fanno ricordare stragi americane. Dal punto di vista strettamente logistico, ad esempio, lo scorso 7 luglio, durante l’eccidio di cinque poliziotti a Dallas, si era inizialmente parlato di «diversi» cecchini (almeno tre) in azione anche dai tetti. Solo dopo diverse ore era emerso che l’unico killer era invece l’ex marine Micah Johnson, spostatosi rapidamente durante la sua incursione. La stessa cosa è accaduta venerdì a Monaco, dove molte testimonianze parlavano di almeno tre attentatori, mentre a sparare era sempre il 18enne Ali Sonboly. Ancora, c’è chi ha ricordato ieri similitudini con il massacro della scuola Virginia Tech del 16 aprile 2007. Quel giorno uno studente sudcoreano, Cho Seung-hui, morto suicida dopo aver compiuto la strage, aprì il fuoco uccidendo 32 persone, quasi tutti studenti. All’autore del massacro erano stati diagnosticati disturbi depressivi e una grave forma di fobia sociale. Inoltre, proprio per i suoi disturbi psichici, era stato vittima di bullismo. Così come con problemi psichiatrici e vittima di bullismo per anni era stato il killer di Monaco. Bullismo, psicopatia e depressione erano stati peraltro anche i tragici ingredienti del massacro del liceo Columbine del 20 aprile 1999, nel Colorado, quando due studenti, Eric Harris e Dylan Klebold, uccisero 12 studenti e un insegnante prima di uccidersi.