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 2016  luglio 22 Venerdì calendario

A COSA SERVONO LE FANTASIE

Giovanna P. non voleva credere ai suoi occhi quando, dopo aver postato su Instagram la foto della sua gamba ingessata, ha ricevuto diverse proposte erotiche: c’era chi si offriva di pitturare con lo smalto le unghie che fuoriuscivano dal gesso ma anche qualcuno cui sarebbe bastato ammirarla mentre zoppicava, nuda o perfino vestita (a sua scelta). Anche Sara F. è rimasta senza parole quando su Facebook un nuovo e sconosciuto amico le ha chiesto di unire con un pennarello, tipo Settimana Enigmistica, nei e lentiggini del suo corpo (in questo caso la nudità era requisito imprescindibile).
Prodotti del desiderio.
Ma che cosa sono queste idee bislacche che hanno in tanti ma che pochi confessano? Se restano desideri, altro non sono che fantasie sessuali, definite dagli psicologi come immagini mentali consce (dette anche sogni a occhi aperti) che hanno come risultato un eccitamento erotico. «Che siano storie elaborate o solo pensieri- meteora che attraversano la mente per un attimo, le fantasie sessuali nascono dalla capacità dell’uomo e della donna di autoerotizzarsi», precisa la psicologa Roberta Rossi, presidente della Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica. Servono quindi a potenziare mentalmente il desiderio. Attenzione però: non si tratta di esperienze che poi metteremmo davvero in atto. «Tant’è vero che le fantasie si usano, segrete e inconfessate al partner, anche nella vita di coppia, nel rapporto sessuale», continua Rossi. Avere fantasie erotiche è un fenomeno normale, che riguarda quasi tutti. Quasi, appunto, perché esiste anche chi non si esercita granché nella creazione di filmini mentali a luci rosse. «Visto che molte di queste fantasie hanno come naturale fine la masturbazione, possiamo dedurre alcuni dati sulla frequenza di “fantasticherie hard” dalle statistiche sull’autoerotismo: praticato dalla quasi totalità della popolazione maschile (98%) ma con una percentuale decisamente più bassa da quella femminile (62%). Possiamo quindi supporre che chi appartiene alla minoranza che non si masturba non appartenga nemmeno alla categoria dei fantasticatori», sostiene Davide Dettore, docente di psicopatologia del comportamento sessuale all’Università di Firenze.
FIN DALL’INFANZIA.
Ma forse le percentuali di coloro che ricorrono all’autoerotismo sono sottostimate. In uno studio del dipartimento di psicologia della Universidad de Granada (Spagna), condotto su 2.250 persone tra i 18 e i 73 anni, è stato chiesto agli intervistati se ricorrevano a fantasticherie hot: quasi il 100% ha ammesso di averlo fatto almeno una volta nella vita. E, proprio come la fantasia in generale, anche quella erotica è davvero sconfinata. Curiosando tra gli annunci pubblicati dalle riviste e dai siti specializzati, si scopre che c’è chi sarebbe entusiasta di ricevere per posta salva-slip usati ma anche chi si propone come schiavo precisando però, con una punta di malinconia, di non tollerare la frusta.
I pensieri lussuriosi, del resto, compaiono presto. «Le prime fantasie erotiche prendono forma durante l’adolescenza. Ma è probabile che la loro origine sia precedente e che affondino le loro radici in alcuni turbamenti infantili», dice Roberta Rossi. «Possiamo, in sintesi, riconoscere due filoni. Il primo ha a che vedere con il nostro “imprinting erotico”. Faccio un esempio: chi in giovanissima età ha scoperto i primi turbamenti facendosi massaggiare la testa dal parrucchiere durante lo shampoo, può coltivare fantasie che comprendano la manipolazione di testa e capelli», continua la psicologa. «Queste prime situazioni conturbanti, e qui arriviamo al secondo filone, si completano a mano a mano che l’individuo cresce, con il ricordo di situazioni particolarmente eccitanti o in qualche modo straordinarie. Le fantasie sessuali sono dunque spesso un mix di sensazioni piacevoli infantili e rimembranze erotiche adulte».
LE PIÙ COMUNI.
Ci si aspetterebbe quindi che, visto che attingono alla biografia di ognuno di noi, le fantasticherie sessuali siano diversissime da persona a persona. In realtà lo sono, ma non nelle caratteristiche fondamentali. Uno studio del Dipartimento di Psicologia dell’Università del Québec, pubblicato due anni fa, dimostra che gran parte delle persone si concentra su poche situazioni immaginarie. A 1.516 adulti (799 donne e 717 maschi) sono state proposte 55 fantasie differenti tra le quali riconoscere le proprie. A farla da padrone sono state cinque (votate dall’84% degli intervistati) in verità abbastanza tiepide: provare sentimenti romantici durante il sesso, fare sesso orale, fare sesso in un luogo insolito, accoppiarsi in un posto romantico e cercare un’atmosfera particolare. Altre 39 fantasie (che con oltre il 50% di preferenze sono comunque state valutate come molto comuni) erano, per citare solo qualche esempio: dominio, sottomissione, bondage (essere legati durante il rapporto), orge e sesso anale. Insomma, gira che ti rigira, questi restano gli ingredienti principali. Anche se le varianti che riguardano luoghi e personaggi dell’atto sessuale immaginato restano moltissime.
QUELLE DELLE DONNE.
«Uomini e donne, naturalmente, non hanno le stesse fantasie», spiega ancora Rossi. «Quelle dei maschi ricalcano lo stereotipo dell’uomo invincibile e instancabile, mentre le donne di solito esprimono desideri di sottomissione o esibizionismo». Un sondaggio britannico ha riportato la classifica delle fantasie più gettonate nell’immaginario femminile. Si va dallo spogliarsi con lentezza davanti a un maschio (la posizione), a essere guardate da estranei durante il sesso (2a posizione), al triangolo con due uomini (6a posizione), fino al dominare sessualmente un uomo (10a posizione).
Ma per le signore non tutti i giorni sono uguali. Lo hanno constatato gli studiosi dell’università canadese di Lethbridge, monitorando ciclo mestruale e fantasie di 27 single eterosessuali: hanno visto che la frequenza e il tasso erotico dei pensieri “hot” delle donne si impennavano durante l’ovulazione.
Insomma, viviamo agitati da tanti “sporchi pensieri”, che probabilmente ci tengono sempre pronti all’accoppiamento e, quindi, alla conservazione della specie. Ma come comportarsi con queste fantasie: custodirle in qualche cassetto segreto della mente o cercare la complicità del/della partner? «Non esistono regole», spiega Dettore, «ma occorre tenere conto che spesso, una volta messe davvero in atto, le fantasie non hanno lo stesso potenziale erotico che sviluppano nella mente. In altre parole, il rischio delusione è molto alto».
Camilla Ghirardato