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 2016  luglio 21 Giovedì calendario

“O FATE COME ISRAELE O VINCERANNO I TERRORISTI” – [Intervista a Ely Karmon] – Il terrorismo dei lupi solitari, che attaccano i civili con coltelli o investendoli con bulldozer, camion e automobili, purtroppo è diventato molto comune qui in Israele da almeno un paio d’anni, e ora anche l’Europa deve imparare a fronteggiarlo”

“O FATE COME ISRAELE O VINCERANNO I TERRORISTI” – [Intervista a Ely Karmon] – Il terrorismo dei lupi solitari, che attaccano i civili con coltelli o investendoli con bulldozer, camion e automobili, purtroppo è diventato molto comune qui in Israele da almeno un paio d’anni, e ora anche l’Europa deve imparare a fronteggiarlo”. Ely Karmon analizza così quanto avvenuto a Nizza. Professore, questo terrorismo “fai da te” è il più difficile da prevenire, persino voi israeliani non siete riusciti a sconfiggerlo pur essendo il vostro territorio molto più circoscritto e meno popolato di quello europeo. Cosa suggerisce? Voi europei dovete imparare come noi israeliani a convivere quotidianamente con queste minacce, specialmente se l’Isis, come sembra, continuerà a perdere territorio in Siria e Iraq. Ciò significa che molti foreign fighter torneranno nei paesi di cittadinanza, soprattutto in Francia, e gli attacchi molto probabilmente aumenteranno. Convivere significa che tutti i cittadini devono diventare consapevoli e collaborare con le forze dell’ordine. Come? Dovete essere molto vigili, non abbassare mai la guardia e non appena vedete qualcuno che vi insospettisce, dovete immediatamente riferirlo alle forze dell’ordine. Ma in questo modo si entra in un clima da psicosi, rischiando di allertare gli agenti magari per nulla? È un rischio che va corso perché da sole le forze di sicurezza non sono in grado di prevenire le azioni dei possibili attentatori, specialmente i lupi solitari che non sono mai stati segnalati prima. Certo i diritti umani subiranno una limitazione temporanea, come avvenuto negli Stati Uniti dopo l’11 settembre quando è stato introdotto il Patriot act o dopo la strage del Bataclan, quando la Francia ha introdotto la legge d’emergenza. Che però è risultata inefficace, vista la strage di Nizza. Perché le forze di sicurezza non sono state aumentate a sufficienza e sono ancora poco preparate a questa forma di controterrorismo. I Paesi europei devono ingaggiare più agenti e formare unità speciali che si occupino di monitorare i social media dove la propaganda jihadista fa proseliti in particolare tra i giovani, come nel caso del ragazzo afghano che ha accoltellato i passeggeri di un treno in Germania. Israele previene la maggior parte degli attentati quando ancora gli aspiranti stragisti sono nelle loro case a organizzare gli attentati, ma certo i lupi solitari spesso non sono noti e quindi è necessaria un’attività di intelligence nuova. In Israele il servizio di leva è obbligatorio e dura ben tre anni, i suoi abitanti sono preparati a combattere, ma da noi è l’opposto. Non solo, i riservisti possono portare con sé un’arma. Da noi esistono anche molte compagnie di sicurezza private che contribuiscono a tenere sotto controllo la situazione. Questo metodo lo potete adottare anche voi europei. Inoltre suggerisco di far posizionare più telecamere nelle città e anche sui mezzi pubblici, come autobus e taxi. La settimana scorsa in Israele la polizia ha sparato contro un automobilista che ritenevano stesse per piombare su un gruppo di passanti. E se si fosse trattato di un’intuizione sbagliata? Lo ripeto, la situazione è difficile e le norme vigenti non sono state messe a punto per fronteggiare questo tipo di minaccia. Ma non c’è altra scelta che tentare di prevenire le stragi con ogni mezzo. Perché in Italia non ci sono stati finora attentati come quelli avvenuti in Francia e Germania? Perché i vostri servizi segreti sono preparati, efficienti ma anche perché avete pochi immigrati musulmani, la maggior parte dei quali sono ancora di prima generazione, al contrario della Francia, per esempio, e dell’Inghilterra. di Roberta Zunini, il Fatto Quotidiano 21/7/2016