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 2016  luglio 21 Giovedì calendario

FRANCIA, SIGARETTE ALLA GHIGLIOTTINA

Parigi
Perché aspettare il 20 novembre, quando entrerà in vigore il nuovo Codice della sanità che autorizza la vendita solo dei pacchetti di sigarette no logo, tutti dello stesso colore (verde oliva, pantone 448C come impone il decreto attuativo) senza nessun riferimento alla marca tranne una scritta quasi microscopica (carattere helvetica 14, pantone grigio), se si possono vietare da subito alcune marche, le più popolari e le più amate dai fumatori, come le Gitanes e le Gauloises, le Marlboro Gold e le Lucky Strike, ricorrendo a una interpretazione di certe regole (abbastanza restrittive, diciamolo pure) dello stesso Code de la santé publique a proposito di marketing e di comunicazione dei prodotti?
La ministra della sanità, Marisol Touraine, socialista, figlia del famoso sociologo Alain (il teorico della globalizzazione), che dal 2014 conduce una battaglia feroce, senza tregua, contro le multinazionali del tabacco (che ritiene responsabili delle 78 mila morti all’anno per cancro ai polmoni) e che è riuscita a imporre (anche al Consiglio di stato) la norma sul pacchetto no logo, ha deciso di fare un altro passo avanti nella lotta al tabagismo: vietare la vendita di alcune marche di sigarette la cui percezione nell’immaginario dei fumatori è talmente forte, talmente radicata, talmente suggestiva da spingerli a comprarle, anche con il pacchetto neutro, e a fumarsele, naturalmente.
Lo strumento giuridico che sta alla base di questa decisione ministeriale, per ora solo annunciata ma di assai probabile applicazione conoscendo la determinazione della Touraine, è l’articolo 21 del Code de la santé il quale stabilisce che sui pacchetti non ci deve essere «aucun élément qui contribue à la promotion su tabac en donnant une impression erronée quant aux caractéristiques du produit », insomma, non ci deve essere nessun elemento suggestivo che faccia distrarre i consumatori-fumatori dalle vere caratteristiche (naturalmente, pessime per la salute) delle sigarette.
Il truc, come si dice qui in Francia, il pretesto per vietare la vendita di alcune marche sta proprio in un’interpretazione severa, anzi severissima, di questa impression erronée indotta nell’immaginario dei consumatori non solo dalla comunicazione ma già dal nome stesso della marca.
La direzione generale del ministero ha già fatto un elenco di queste suggestioni che possono, diciamo così, distrarre il fumatore dal considerare l’estrema pericolosità delle sigarette.
Nel rating del marketing cattivo (secondi i criteri salutistici della Touraine) ci sono: la mascolinità, la virilità, la femminilità, la giovinezza, il successo sociale, la forma fisica.
Tutti valori da evitare quando si parla di tabacco e di sigarette.
Peccato che le Gauloises e le Gitanes siano associate da sempre ai valori della mascolinità e della virilità (basta pensare a Humphrey Bogart e alla sua eterna sigaretta pendula): che le Marlboro Gold, che hanno preso il posto delle Marlboro Light vietate dal 2003, siano il simbolo del successo sociale; e che le Vogue siano una specie di icona della femminilità e della forma fisica, così come le Lucky Strike sinonimo di virilità e, ancora una volta, di successo.
Ecco sulla base di queste associazioni di marketing, chiamiamole così, la ministra francese potrebbe vietare da subito la commercializzazione delle Gauloises e di tutte le altre marche. In che modo? Rifiutandosi di firmare il decreto trimestrale che fissa i prezzi dei pacchetti e ne autorizza la commercializzazione. Fino a pochi mesi fa, per promulgare il decreto, bastava la firma del ministro del bilancio. Dal 10 giugno ci vuole anche la firma del numero uno della sanità. Che può negarla se alcune marche non rispettano le regole di un marketing severo e trasparente (che, a pensarci bene, è l’esatto contrario del marketing).
E che la Touraine possa davvero decidere in questo senso è un pericolo talmente reale che le multinazionali del tabacco, la British american tobacco, la Philippe Morris, la Japan tobacco international e la Seita, l’ex monopolio pubblico dei tabacchi diventata una filiale dell’Imperial Tobacco inglese, hanno scritto una lettera preoccupatissima al capo del governo, Emmanuel Valls, e al presidente François Hollande, «au regard de la gravité et de l’urgence de la situation», vista la gravità delle decisioni che la Touraine si accingerebbe a prendere.
Fino ad oggi né il premier né il presidente hanno risposto. Ma, da quanto trapela da Matignon e dall’Eliseo, anche loro sono preoccupati. Se l’oukase della ministra della salute diventasse reale, per il bilancio dello stato non sarebbe proprio una passeggiata di salute (detto senza ironia). Le richieste d’indennizzo da parte dei big mondiali del tabacco potrebbero superare i 20 miliardi di euro. Risorse pubbliche andate in fumo.
@pippocorsentino
Giuseppe Corsentino, ItaliaOggi 21/7/2016