Notizie tratte da: Giovanni Fasanella, Giuseppe Rocca, La storia di Igor Markevič. Un direttore d’orchestra nel caso Moro, Chiarelettere, pp. 487, 16,90 euro., 18 luglio 2016
LIBRO IN GOCCE NUMERO 110 (La storia di Igor Markevič. Un direttore d’orchestra nel caso Moro) Vedi Biblioteca in scheda: 2308950 Vedi Database libro in scheda: 2307295 UN DIRETTORE D’ORCHESTRA NEL CASO MORO – di GIORGIO DELL’ARTI Metà strada
LIBRO IN GOCCE NUMERO 110 (La storia di Igor Markevič. Un direttore d’orchestra nel caso Moro) Vedi Biblioteca in scheda: 2308950 Vedi Database libro in scheda: 2307295 UN DIRETTORE D’ORCHESTRA NEL CASO MORO – di GIORGIO DELL’ARTI Metà strada. Quando Moro fu ritrovato nella Renault 4 in via Caetani, opinionisti e giornali si affrettarono a spiegare che il presidente Dc era stato lasciato «giusto a metà strada» fra le sedi del Pci e della Dc: con quel cadavere le Br avevano voluto inserire un cuneo simbolico tra i due partiti. Via Caetani. Guardando una cartina di Roma si vede subito che via Caetani non si trova affatto a metà strada tra via delle Botteghe Oscure e piazza del Gesù, dov’erano allora i quartier generali del Pci e della Dci. Autopsia. L’autopsia stabilì che Moro fu ucciso praticamente sul posto e che la sua ultima prigione doveva trovarsi a non più di cinquanta metri di distanza. Markevic. Igor Markevič, direttore d’orchestra, secondo il senatore Giovanni Pellegrino, autore del libro Segreto di Stato, era il «misterioso intermediario», entrato in scena nella fase più critica del sequestro, quando le rivelazioni di Moro ai suoi carcerieri trasformarono improvvisamente il caso in un esplosivo affare internazionale. Ostaggio. «L’ostaggio non aveva parlato solo della corruzione italiana, ma anche dei piani militari della Nato e, soprattutto, del più sensibile dei segreti atlantici: l’esistenza della rete Stay-behind e della sua filiazione italiana, Gladio. Un segreto che andava difeso a ogni costo. Secondo Pellegrino, il “misterioso intermediario” era riuscito a disinnescare gli effetti delle rivelazioni e a portare Moro a un passo dalla salvezza. Ma, sul filo di lana, il colpo di coda di qualcuno aveva capovolto l’esito di una trattativa laboriosa, nella quale erano stati coinvolti i servizi segreti di mezzo mondo». Druido. Al musicologo Michele Dall’Ongaro, Igor Markevič sembrava «un druido», «un monaco», «un personaggio assolutamente magico»: «Comunicava un grande senso di controllo e di sobrietà. Era oculato nel denaro (ma non avaro: capace, anzi, anche di grandi generosità), parco nel mangiare… salvo quando si trattava di After Eight. Per quei cioccolatini alla menta aveva una passione smodata!». Anagrafe. Igor Borisovič Markevič, nato il 27 luglio 1912 a Kiev, in Ucraina, figlio primogenito di Boris Nikolaievič, musicista e di Zoja Ivanovna Pokhitonova. Emigrato in Francia all’età di due anni, poi in Svizzera, rimasto orfano a dieci, studiò nel Collegio di Vevy, dove sperimentò i primi amori e affascinò vecchie signore dilettanti di musica (una di loro, afflitta da cecitò, gli lasciò in eredità il pianoforte). Il grande pianista Alfred Cortot, di passaggio a Losanna, rimase affascinato dal suo talento e se lo portò a Parigi per farlo studiare. Fu infine Sergej Pavlovič Djagilev a lanciarlo e fargli da padre-amante. Il loro rapporto terminò solo il giorno in cui Djagilev morì. Kyra. Amico di Roffredo Caetani e di sua moglie Marguerite Chapin Gibert, colta americana di New London (Connecticut), vicinissimo a Jean Cocteau, con cui convisse per un anno intero, si innamorò di Kyra, figlia del grande Vaclav Fomič Nižinskij, che sposò nel 1936 e da cui ebbe un figlio. I due però si separano l’anno successivo e nel 1947 Igor convolò a nozze con Topazia Maria Benedetta Diana Caetani, che gli diede quattro figli. Toscanini. Markevič incoraggiato a dirigere già prima della guerra da Arturo Toscanini, la cui figlia Wally diventò sua amica. Afflitto precocemente dalla sindrome di Ménière, il cui decorso porta alla sordità, vide diminuire le sue committenze e alla fine decise di smettere. Si separò dalla moglie. Morì nel 1982. Giorgio Dell’Arti, Il Sole 24 Ore 18/7/2016