di Marco Travaglio, il Fatto Quotidiano 16/7/2016, 16 luglio 2016
CARTONI INANIMATI
Non è possibile. La notizia l’abbiamo data noi, ieri, ma ancora non ci vogliamo credere: i sondaggisti hanno consigliato a Renzi & Boschi, cioè ai principali autori e testimonial della nuova Costituzione, di non parlare più della Nuova Costituzione di qui al referendum d’autunno. Motivo: più il Duo Toscano invita a votare Sì, più gli italiani si buttano sul No. E in effetti, a leggere l’ultimo sondaggio Ipsos di Pagnoncelli, pare proprio vero. A gennaio il Sì veleggiava al 57%. Poi Matteo & Mariaele, con l’aria di minacciarlo, comunicarono il lieto evento del loro ritorno a casa (o nelle rispettive case, vedano loro) con la vittoria del No, e subito il Sì colò a picco. A nulla valse che D’Alema si schierasse col No, evento che in altri tempi avrebbe gonfiato le vele del Sì. Né che i due correggessero il tiro, tentando di smentire la personalizzazione del referendum: anzi, la maldestra retromarcia li ha fatti passare pure per voltagabbana imbullonati alla poltrona. Ora il Sì è finito al 51% e il No è balzato al 49 (anche se i promotori del No non li ha visti nessuno, grazie al bavaglio sulle apposite reti Rai e Mediaset). Cioè: i vasi comunicanti sono in perfetto equilibrio e, sempre secondo i sondaggi, il No continua a crescere e il Sì a scendere (anche tra le file del Pd, dove il 16% degli elettori vota No e 2/3 degl’iscritti si sono ben guardati dal firmare per il Sì). A meno che, si capisce, Renzi&Boschi non la smettano di promuovere il Sì. Nel qual caso potrebbe scattare la svolta: le chance del Sì riprenderebbero quota. Sembra facile, ma provate a mettervi nei panni dei due poveretti: che fareste al loro posto? E come vi sentireste? Fino all’altroieri Matteo & Mariaele erano dipinti dalla vulgata giornalistica come due grandi comunicatori, due fuoriclasse della politica 2.0, due formidabili persuasori palesi: il giovine premier che cambia l’Italia con la giovanissima “giaguara”(così veniva sobriamente descritta la ministra dalla stampa “indipendente”).
Ora si scopre all’improvviso che sono due zavorre, due pesi morti, due palle al piede che, appena aprono bocca, danneggiano la causa che vorrebbero sostenere. Fortuna che hanno ingaggiato il superguru americano Jim Messina, che non sbaglia un colpo. Ne sa qualcosa David Cameron, anche lui beneficato dai suoi preziosi consigli, tipo quello di indire un bel referendum sulla Brexit per spezzare le reni a Farage & C. Detto, fatto: ciao David, mandaci una cartolina. Ora Big Jim ci riprova con Renzi & Boschi, ai quali ha consigliato di “umanizzarsi” di più.
Sua infatti l’idea, davvero geniale, di far raccontare da Agnese Renzi su Vanity Fair la storia della nipotina down, con tanto di foto posate: un capolavoro di umanità. Mentre ancora si raccolgono i cocci del Piano A, è già pronto il B: la strategia della sommersione, già sperimentata con discreto successo da Bernardo Provenzano. Matteo & Mariaele dovranno sparire dalla circolazione, sempreché la loro indole e il loro ego contemplino questa possibilità. Già, ma poi chi mandano in giro al loro posto? Il prestigioso Rondolino? Il simpatico Andrea Romano? L’autorevole Alessia Rotta? Benigni, passato dal No al Sì nel giro di un mese, non risponde più al telefono. E Gigi Buffon s’è sfilato: gli basta la sconfitta agli Europei. Resta Federico Moccia, ma non pare il caso. La coordinatrice della comunicazione del Sì, Simona Ercolani, autrice Rai, regista della Leopolda e soprattutto inventrice della fortunata serie televisiva Sfide, non sa più chi chiamare. Da quando lavora per il Pd, è passata a “Sfighe”. Ora, visto che nessuno ne ha avuto la forza, spetta a lei l’ingrato compito di invitare gli ego di Matteo & Mariaele a entrare in clandestinità. In alternativa, si potrebbe invitarli a fare campagna per il No, per convincere gli elettori che li hanno sulle palle a votare Sì. O magari affidare la campagna del Sì a Verdini, che quando appare in tv fa sempre un’ottima figura, più ancora di quando compare in tribunale.
Al vaglio di Big Jim e SuperSimo ci sarebbe anche un invito discreto a Confindustria affinché eviti di rimarcare il suo Sì e soprattutto di ripetere le sue previsioni apocalittiche in caso di vittoria del No, tipo il crollo del Pil e dell’occupazione e il boom del debito pubblico e della povertà: come dimostrano i dati Istat, a far crollare il Pil e l’occupazione e a far esplodere il debito e la povertà (“assoluta”, mica relativa), ci riesce benissimo il governo da solo, a prescindere dal Sì e dal No, grazie alle “riforme” che secondo la stessa Confindustria avrebbero fatto balzare in avanti il Pil e l’occupazione e all’indietro il debito e la povertà. In queste ore, si sta testando un possibile testimonial alternativo del Sì: il direttore del Foglio Claudio Cerasa, che si dà un sacco da fare per strappare al No e assicurare al Sì un testimonial della madonna: Berlusconi. E per l’occasione ha appena coniato un nuovo slogan di sicuro impatto: “Il No al referendum fa il gioco del partito che sogna il governo delle toghe”. Subito milioni di cittadini, tutti lettori del Foglio, hanno perso il sonno, sconvolti dalla prospettiva che i politici si lascino influenzare, che so, da un Davigo. Cioè che la smettano di rubare o, se proprio non riescono a fermarsi, almeno si vergognino un po’. Vai, Cerasa, ripetilo ogni giorno: se vince il Sì, i politici ruberanno più di prima per non piegarsi alle toghe (tipo i sindaci e i consiglieri regionali promossi senatori con l’immunità). Sarà un trionfo.
Ps. Si era anche pensato di mandare in giro Matteo & Mariaele con un cartone in testa, ma non se n’è fatto niente: alla prima cazzata, tutti li riconoscerebbero subito.
di Marco Travaglio, il Fatto Quotidiano 16/7/2016