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 2016  luglio 13 Mercoledì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - LA STRAGE SUL BINARIO UNICO. IL GIORNO DOPO www.corriere.it angela balenzano Impatto a 106 chilometri all’ora

APPUNTI PER GAZZETTA - LA STRAGE SUL BINARIO UNICO. IL GIORNO DOPO www.corriere.it angela balenzano Impatto a 106 chilometri all’ora. 23 morti e 52 feriti, quattro dei quali in gravi condizioni. Un’inchiesta della procura per disastro ferroviario e omicidio colposo plurimo. Lavori di allargamento di quella tratta ferroviaria in Puglia previsti da tempo ma non ancora realizzati. Sono gli aspetti principali della sciagura che ieri si è abbattuta sulla Puglia: lo scontro tra treni avvenuto sulla linea ferroviaria a binario unico nelle campagne tra Corato e Andria in Puglia. shadow carousel Il lavoro senza sosta dei vigili del fuoco Impatto frontale dopo una curva È avvenuto poco dopo le 11 al chilometro 51 della linea gestita dalla società privata Ferrotramviaria subito dopo una curva che impediva la visibilità. I due macchinisti non potevano vedersi e probabilmente non hanno neppure tentato di frenare. Non c’è stato il tempo per farlo. Uno dei convogli era partito da Corato ed era diretto ad Andria e l’altro viceversa proveniva da Andria e andava in direzione Corato. A bordo di questi treni solitamente ci sono pendolari, studenti e tanti passeggeri che devono raggiungere l’aeroporto di Bari Palese o che tornano dallo scalo. Nello scontro frontale i vagoni si sono letteralmente sbriciolati, pezzi i lamiere sono volati per decine di metri tra i giganteschi alberi di ulivo. Uno dei treni ha soltanto due vagoni rimasti più o meno intatti. L’altro solo uno, quello di coda. Sul terreno ci sono morti e feriti, sembra il luogo di un disastro aereo. Immagini raccapriccianti, le urla dei feriti, i corpi dilaniati. I soccorsi Vigili del Fuoco, ambulanze, Protezione Civile, polizia, carabinieri, vigili urbani, hanno con molta fatica raggiunto la zona perché il luogo dello scontro si trova ben nascosto, dopo un lungo percorso di strade interpoderali non asfaltate. Ma i soccorritori sono arrivati con tutti i mezzi possibili, dalle ambulanze agli elicotteri, atterrati nei campi. In una giornata in cui la temperatura ha sfiorato i 38 gradi. shadow carousel I parenti al Policlinico per riconoscimento Errore umano? 4 i filoni di inchiesta della procura di Trani Sono 5 i magistrati che fanno parte del pool che si occuperà delle indagini sul disastro ferroviario . Oltre al procuratore facente funzioni, Francesco Giannella, il pool è composto dai pm Antonio Savasta, Simona Merra, Marcello Catalano e Michele Ruggiero. «È evidente che il treno che è partito per secondo, non doveva partire. Il perché è successo lo stiamo verificando» ha detto il pm Giannella. L’indagine della procura di Trani che ipotizza i reati di disastro ferroviario e omicidio colposo plurimo dovrà accertare non solo le responsabilità di chi ha sbagliato ma dovrà anche verificare l’adeguatezza del sistema di controllo rispetto alle norme in vigore, e i tempi del raddoppio della tratta e di ammodernamento del sistema di controllo del traffico. Il raddoppio era stato previsto dal 2008 e doveva concludersi entro il 2015, ma finora non è stato realizzato fino in fondo. L’indagine è finora a carico di persone da identificare ma nelle prossime ore nel registro degli indagati potrebbero finire già i primi nomi. «L’indagine - ha detto il magistrato - non si fermerà all’errore umano, dobbiamo scandagliare tutte le possibilità anche per non fare l’errore di fermarci a quello che è successo ieri». E ha ribadito che gli accertamenti riguarderanno diversi filoni. «Indaghiamo anche sul ritardo nei lavori sulla linea e sui mancati sistemi di sicurezza». Sistema di sicurezza All’esame della magistratura i sistemi automatici di supervisione della linea ferroviaria: in quella tratta, infatti, viene ancora usato il cosiddetto “blocco telefonico” cioè la comunicazione del via libera sul binario unico. In altre parole quando avviene lo scambio, quando cioè i treni di incrociano, si fa scattare il verde e con la paletta si dà il via libera al treno in partenza. In questo sistema di comunicazione ieri mattina qualcosa non ha funzionato: forse un errore di comunicazione tra le due stazioni. Fatto sta che nessuno dei due macchinisti poteva sapere che l’altro stava sopraggiungendo. Su quel tratto di linea infatti non esiste un sistema automatico di controllo. Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, nella sua informativa alla Camera ha detto che «la sicurezza della tratta coinvolta dall’incidente è regolata tramite consenso telefonico che lascia interamente all’uomo la gestione ed è tra i sistemi meno evoluti e più a rischio di regolazione della circolazione ferroviaria. Il sistema di segnalamento con consenso telefonico, pur essendo sicuro - sottolinea - è certamente un sistema tra i meno evoluti rispetto alle tecnologie disponibili per la regolazione della circolazione ferroviaria: infatti il sistema si affida interamente all’uomo, nella fattispecie all’operatività dei capistazione». Le scatole nere Sono state infine recuperate due scatole nere dei treni coinvolti nell’incidente. Sono stati inoltre sequestrati e acquisiti i registri delle stazioni di Andria e Corato, i filmati delle telecamere lungo la linea e le comunicazioni telefoniche, trascritte nei fonogramma, tra i capistazione dei due scali. I SOLITI POTERI FORTI CHE NASCONDONO TUTTO repubblica.it Il compito più duro è quello dei medici del Policlinico di Bari impegnati ad assegnare un’identità ai corpi recuperati fra i rottami dei due treni che si sono scontrati tra Andria e Corato. Un lavoro reso ancora più difficile dalla disperazione dei parenti che affollano l’ospedale di Bari, dove non sono mancati momenti di tensione: "Meritiamo giustizia", hanno urlato alcuni familiari. Le salme saranno consegnate ai parenti venerdì 15 luglio e "i funerali si terranno forse sabato mattina secondo modalità da definire", ha detto il professor Francesco Introna, responsabile del dipartimento di Medicina legale, al termine delle procedure di identificazione. Le vittime. Sono 23 e tutte identificate. Cinquanta i feriti: 27 sono stati dimessi e 23 sono ancora ricoverati: sette sono in prognosi riservata. La maggior parte dei feriti sono ricoverati ad Andria. Ecco i nomi delle vittime: Pasquale Abbasciano, nato ad Andria il 17 aprile 1955, Giuseppe Acquaviva (Andria, 15 febbraio 1957), Serafina Acquaviva (Andria, 14 maggio 1954), Maria Aloysi (Bari, 4 ottobre 1966), Alessandra Bianchino (Trani, 5 novembre 1987), Rossella Bruni (Trani, 16 marzo 1994), Pasqua Carnimeo (Modugno, 1° novembre 1985), Enrico Castellano (Ostuni, 1° gennaio 1942), Luciano Caterino (Ruvo di Puglia, 29 aprile 1979), Michele Corsini (Milano, 20 febbraio 1955), Albino De Nicolo (Terlizzi, 23 gennaio 1959), Salvatore Di Costanzo (Bergamo, 2 novembre 1959), Giulia Favale (Francia, 4 luglio 1965), Nicola Gaeta (Bari, 16 gennaio 1960), Iolanda Inchingolo (Andria, 10 dicembre 1991), Benedetta Merra (Andria, 18 giugno 1964), Donata Pepe (Cerignola, 3 ottobre 1953), Maurizio Pisani (Pavia, 26 agosto 1966), Giovanni Porro (Andria, 1° giugno 1956), Fulvio Schinzari (Galatina, 31 ottobre 1957), Antonio Summo (Terlizzi, 12 novembre 2001), Ludovico Francesco Tedone (Terlizzi, 4 gennaio 1999) e Gabriele Zingaro (Andria, 30 ottobre 1991). Strage treni, i parenti delle vittime: "Meritiamo giustizia, vogliamo nomi responsabili" Condividi Le operazioni di recupero. Due escavatori e una gru hanno rimosso pezzi di lamiere aggrovigliate e sedili sradicati e sono riusciti a trovare la scatola nera del treno che era partito da Corato e un frammento di quella a bordo del convoglio che aveva lasciato la stazione di Andria. Cinquanta vigili del fuoco, assieme agli altri soccorritori, hanno continuato a tagliare e spostare le lamiere dei due convogli alla ricerca di eventuali dispersi: un lavoro, hanno spiegato i vigili del fuoco di Bari, ancora lungo: "Stiamo demolendo progressivamente i pezzi delle carrozze più danneggiate, poi procederemo alla rimozione dei resti. Opereremo in questa maniera, anche con l’aiuto delle unità cinofile, fino a quando non potremo escludere la presenza di altre persone". Scontro treni in Puglia: chi sono le vittime I parenti. "Vi prego, fateci entrare. Fateci vedere i nostri cari" era la richiesta che hanno rivolto i parenti delle vittime al personale dell’istituto di Medicina legale del Policlinico di Bari. In reparto sono stati accolti da psicologi e crocerossine: di fronte all’istituto sono state allestite una postazione della Croce rossa e un’altra della Protezione civile. Ma nessuno ha voluto allontanarsi. L’inchiesta. Il procuratore Giannella ha nominato un pool di cinque magistrati che coordinerà le indagini sul disastro ferroviario. Oltre allo stesso Giannella, il pool è composto dai pm Antonio Savasta, Simona Merra, Marcello Catalano e Michele Ruggiero. Quest’ultimo è noto per aver indagato in distinti procedimenti la Deutsche Bank di Francoforte e due agenzie di rating. L’inchiesta - a carico di ignoti - ipotizza i reati di disastro ferroviario e omicidio plurimo colposo. Ma il pool dovrà poi verificare l’adeguatezza del sistema di controllo rispetto alle norme in vigore e i tempi del raddoppio della tratta e di ammodernamento del sistema di controllo del traffico. Il lutto cittadino. Il Comune di Andria ha proclamato il lutto cittadino. Lo ha riferito il sindaco della cittadina pugliese, Nicola Giorgino, spiegando che il lutto durerà "fino al momento della celebrazione dei funerali", la cui data non è ancora stata fissata poiché le salme delle vittime sono a disposizione della magistratura. La versione della Ferrotramviaria. La seconda inchiesta è di tipo amministrativo ed è condotta dalla Ferrotramviaria, la società che gestisce la tratta ferroviaria. Il direttore generale Massimo Nitti ha promesso chiarezza e si è messo a disposizione delle autorità: "Non abbiamo mai pensato di far camminare non in condizione di sicurezza, abbiamo fatto tutto ciò che potevamo. I viaggiatori sono il nostro patrimonio. E’ una tragedia immane".