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 2016  luglio 09 Sabato calendario

LE REGINE DEL ROSA

Nel centro geografico della città di New York, Midtown Manhattan, sorge uno dei club letterari più esclusivi del mondo: il Century. Frequentato da scrittori e critici di fama planetaria, passato alla storia per non essere mai stato al centro della scena, riparo intimo e segreto di coloro che hanno popolato le riviste e i giornali, la crème dell’intellettualismo americano, snob e altolocata per elezione e non per linea ereditaria, come tutti i club esclusivi fondati due secoli fa, anche il Century ha dovuto affrontare le sue polemiche, combattere le sue battaglie e ammettere i propri limiti e così — nozione di cui nessuno dei soci va particolarmente fiero — la possibilità di iscriversi all’associazione è stata estesa alle donne solo nel 1989.
Sopra il Century non c’e niente, se non un club che non ha sede né statuto, che non ammette né esclude arbitrariamente ma a seguito di varie coincidenze editoriali, economiche e geografiche: la classifica dei bestseller. E sopra a questa, come una proiezione malvagia dell’anima scura nascosta dietro il mestiere più romantico in assoluto, la lista degli scrittori più pagati al mondo.
Secondo Forbes, che ogni anno si premura di farci sapere chi tiene le redini dello sfarzo editoriale, questo è un club che non ha mai fatto grandi distinzioni di sesso e genere letterario. Il presidente è James Patterson, che nel 2015 ha guadagnato quasi novanta milioni di dollari. Poi, tra i ventotto milioni di Stephen King, i ventuno dell’autore per ragazzi Rick Riordan e i diciotto di John Grisham, compaiono le regine dei romanzi rosa: Danielle Steel, trentacinque milioni e Janeth Evanovich, ventidue milioni. Segue, a scapito dei quattordici milioni di Ken Follett, chi nel corso degli ultimi vent’anni ha reinventato lo young adult: l’autrice di Twilight Stephenie Meyer, che lo scorso anno ha incassato ventun milioni di dollari, Suzanne Collins, creatrice della saga di Hunger Games, dieci milioni e J.K. Ro- wling, con soli cinque milioni a fare da scia dopo la chiusura del fenomeno Harry Potter.
Sono conti che riguardano ambiti definiti e quote di vendita dettate soprattutto dai diritti cinematografici, naturalmente. E se ci addentrassimo nei meandri della narrativa letteraria, le cifre si ridurrebbero sensibilmente e aumenterebbero le leggende, le mezze verità e le realtà inquietanti che vogliono le donne ancora meno pagate dei colleghi uomini senza una ragione precisa. L’editoria americana è un’industria che ragiona per compartimenti stagni e collocazioni nette – tutti i reportage in prima persona usciti negli ultimi due anni devono essere “memoir”, ad esempio — e fatica a rinnovare le proprie etichette. Nel 2016, però, otto titoli su dieci della lista dei romanzi letterari più venduti sono scritti da donne, al di fuori dei generi e delle definizioni. Qualcosa vorrà pur dire, anche in termini economici.