Andrea Managò, il Fatto Quotidiano 12/7/2016, 12 luglio 2016
OLIMPIADI 2024, MALAGÒ TENTA I CINQUE STELLE
Il Comitato promotore della candidatura di Roma alle Olimpiadi 2024 apre a possibili revisioni del dossier olimpico. Il discusso progetto che, vista la coincidenza tra location scelte e interessi dei più importanti imprenditori edili cittadini, somiglia tanto ai “Giochi del mattone”. Forse è il risultato più importante del primo confronto informale, avvenuto ieri, tra i vertici del Comitato e il nuovo governo a 5 Stelle della Capitale, nonostante le parti ufficialmente parlino di riunione “interlocutoria”.
Giovanni Malagò, presidente di Roma 2024, ha bisogno di aprire un canale di dialogo con i grillini, che finora hanno escluso i Giochi dalle priorità cittadine. Così, gioca d’astuzia. L’occasione la fornisce l’inaugurazione del restyling, pagato dal Coni, di una pista di atletica a Ostia, municipio commissariato dopo Mafia Capitale. Finito l’evento, il presidente del Coni e di Roma 2024 prende l’iniziativa e allestisce una sala riunioni all’aperto, porta lui stesso i tavoli. Arriva anche Luca Pancalli, guida del Comitato Paralimpico. A quel punto i rappresentanti del Movimento 5 Stelle, il vicesindaco Daniele Frongia e il capogruppo in Comune Paolo Ferrara, non possono tirarsi indietro.
Ne nasce un vertice di mezz’ora: a parlare è soprattutto Malagò. Il primo obiettivo del Comitato è portare alle Olimpiadi di Rio de Janeiro (al via il 5 agosto) una delegazione del Campidoglio. Perché tra le candidate rivali Parigi avrà come testimonial in Brasile anche la sindaca Anne Hidalgo. La discussione si accende, Malagò parla di questione di “immagine”. Arriva una sintesi: l’ipotesi che a Rio vadano dei funzionari comunali, magari assieme a Frongia. Non un endorsement, ma almeno un modo per prendere tempo senza chiudere la porta al progetto. E poi la Raggi e Malagò dovrebbero incontrarsi in Campidoglio prima dell’inizio dei Giochi carioca. Lo spartiacque resta il 3 ottobre, quando il Comitato Roma 2024 dovrà inviare al Cio la seconda parte della documentazione.
La pedina di scambio per non fermare la corsa olimpica anzitempo – il verdetto del Cio è atteso a settembre 2017 – potrebbe essere la revisione della localizzazione di alcuni impianti. Malagò fa delle prime aperture: “Il dossier olimpico non è la Bibbia, come tutte le cose è modificabile”. Il nodo del contendere è soprattutto l’area di Tor Vergata, dove il progetto prevede di costruire il villaggio olimpico e completare il palazzo dello sport di Calatrava. Quasi due miliardi di investimenti in un’area dove sono forti gli interessi del costruttore Francesco Gaetano Caltagirone. Frongia ribadisce che sui Giochi “la nostra posizione non cambia”, la nuova giunta vuole puntare sulla manutenzione degli impianti esistenti e non ritiene prioritari i grandi eventi. A quanto filtra, per i pentastellati il problema non sono i costruttori ma alcune location scelte. Ma anche non sconfessare con la propria base la linea tenuta finora.
E il referendum cittadino sui Giochi, per cui il comitato guidato da Radicali italiani sta raccogliendo le firme? Malagò ribadisce: “Non abbiamo nulla contro, ma andava fatto prima. Ora se passasse si farebbe nel primo semestre 2017, equivale a rinunciare alla candidatura”. Il Campidoglio glissa al riguardo. Ancora tre mesi per capire il futuro del più grande e controverso investimento previsto nella Capitale per i prossimi anni: 5 miliardi preventivati, 8 contando gli extra-costi.
di Andrea Managò, il Fatto Quotidiano 12/7/2016