Federico Fubini, Corriere della Sera 12/7/2016, 12 luglio 2016
AMA, OLTRE L’EMOTIVIT
Ci sono esempi di «citizen journalism», cronache riprese da semplici abitanti delle città, che segnano punti di svolta. Non devono essere necessariamente eventi storici o drammatici come la rivoluzione dei gelsomini in Tunisia o l’uccisione a sangue freddo di un nero in Minnesota da parte di un poliziotto. Ci sono anche istanti di vita quotidiana come quelli ai quali il Corriere ha dato voce, pubblicando un video: bambini che contano i topi in un cassonetto a Tor Bella Monaca, documentando tutto perché sanno che è uno scandalo. Ma se questo è un punto di svolta, l’importante è capire verso dove. Virginia Raggi ha dimostrato sensibilità per la crisi sanitaria dei rifiuti andando subito a visitare la periferia colpita. È stato un gesto responsabile. L’errore più grave del neo-sindaco adesso sarebbe illudersi di poter andare avanti con le reazioni d’istinto e i tamponi per coprire ogni volta una nuova falla. Superato il momento della prima risposta emotiva, servirà soprattutto un piano industriale in nome della trasparenza. L’Ama, l’azienda di gestione dei rifiuti di Roma, opera con 650 milioni di debiti e una struttura di costi tanto pesante quanto inefficiente. Ogni romano produce in media 1,67 chili di spazzatura al giorno, meno della media italiana (secondo i dati della Banca Mondiale). C’è però un dettaglio che non quadra: è molto probabile che lo smaltimento di un chilo di rifiuti solidi urbani prodotti a Roma costi notevolmente più che nella media italiana ed europea. Costa non avere le infrastrutture abbastanza capienti per lo smaltimento. Costa inviare gran parte della spazzatura verso altre otto regioni italiane, che ovviamente si fanno pagare per il servizio. Costa avere una quota di raccolta differenziata più bassa rispetto alle città più efficienti in Italia e nel resto d’Europa. Non può essere un caso se i romani pagano tanto in aliquote comunali, eppure ottengono tanto poco in qualità del servizio. La premessa per migliorare è rendere trasparente questa equazione. La nuova giunta dovrebbe rendere chiaro ai cittadini - magari tramite la bolletta dell’Ama - quanti rifiuti al giorni producono i romani, quanto costa smaltire un chilo di rifiuti, quanto in meno costerebbe se tutti facessero la raccolta differenziata ed essa fosse fatta funzionare davvero. Questa è la premessa per responsabilizzare tutti, controllare e migliorare la qualità del servizio nel tempo, con i relativi oneri per i cittadini. Ci si arrivasse, lo dovremmo a quei bambini di Tor Bella Monaca.