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 2016  luglio 11 Lunedì calendario

USA, IL BOOM DEL PROPANO FA RICCHI I PRODUTTORI

In occasione della festa nazionale del 4 luglio tutta l’America ha acceso milioni di barbecue e ha cucinato montagne di hamburger, hot dog e pannocchie di mais. Ma la settimana scorsa la tradizionale abbuffata è costata più del solito. A differenza dei prezzi di altri prodotti petroliferi, infatti, che continuano a battere la fiacca, quelli delle bombole di gas propano usate negli States per le grigliate sono saliti del 78 per cento rispetto all’inizio dell’anno. La ragione? Il boom in North Dakota e in altri stati dello shale (scisti bituminosi) non solo ha rivoluzionato la produzione energetica degli Stati Uniti, le cui riserve petrolifere valutate in 264 miliardi di barili hanno superato quelle saudite (212 miliardi) e russe (256 miliardi), ma ha anche valorizzato il mercato del propano. Legato all’estrazione e raffinazione del greggio, è un gas naturale liquido che trova grande applicazione nell’industria, nella refrigerazione e ovviamente nelle bombole usate per griglie, fornelli e riscaldamenti in zone isolate. Grazie allo shale, gli Stati Uniti sono diventati i protagonisti del mercato mondiale del propano, superando nel 2013 il Qatar e raggiungendo a febbraio un export di 884mila barili al giorno, cioè superiore al volume degli altri quattro grandi esportatori messi insieme (Qatar, Arabia Saudita, Algeria, Nigeria). Questo trend ha avuto due effetti: innanzitutto ha permesso ai produttori americani di approfittare dei prezzi del propano che sono più alti all’estero rispetto all’America (e per la stessa ragione sono lievitati all’interno i prezzi delle bombole per i barbecue, oltre che i costi per la Dow Chemical e altre aziende chimiche). La seconda conseguenza è di aver favorito i conti e le quotazioni delle società che operano nella vendita e nel trasporto del gas. Le azioni di una di queste, la Range Resources, sono salite dell’81 per cento dall’inizio del 2016, permettendole di sfiorare i massimi storici (a differenza di tante altre aziende energetiche), raggiungendo la settimana scorsa una capitalizzazione di borsa di 6,8 miliardi di dollari. Intanto i titoli della Oneok a Wall Street sono saliti del 93 per cento dal primo gennaio (9,7 miliardi di capitalizzazione, cioè più della Fiat Chrysler), mentre quelli della Dcp Midstream sono cresciuti del 41 per cento. A incoraggiare le esportazioni americane di propano sarà anche l’espansione del Canale di Panama, appena completata con un costo di 5,4 miliardi di dollari. La nuova struttura permetterà il passaggio di navi di maggior tonnellaggio rendendo più veloce (e più economico) il trasporto del propano americano in Giappone, Cina e Corea del Sud.
a.zampaglione@repubblica.it
Arturo Zampaglione, Affari&Finanza – la Repubblica 11/7/2016