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 2016  luglio 10 Domenica calendario

MILANO, GLI UNICI BAGNI A CHILOMETRO ZERO SONO RADICAL CHIC

Quello che non sanno i non milanesi e i milanesi sanno molto bene è che Milano offre molte cose. Lo skyline di Gae Aulenti che fa Manhattan de noantri. I Navigli con la darsena che fa molto città del Nord Europa. I saloni del mobile, le settimane della moda, le notti rosa, le domeniche senza traffico, i giovedì di nebbia, le mostre di fotografia concettuale sulle scale a chiocciola, i concerti electro jazz in cui il batterista suona sifoni di rame riciclato, i brunch pure dal kebabbaro sotto casa, le prime alla Scala con la Santanchè vestita da pino silvestre, le balere in cui però si fanno le feste trendy e i loft in quartieri ciofeca che però, siccome c’è un’ex acciaieria in cui una donna architetto lesbica danese ha ricavato sei loft da 30mila euro al metro quadro, diventano “vivaci” e “di tendenza”.
Insomma, a Milano c’è tutto. Manca una sola cosa e te ne accorgi ogni anno, puntualmente, a giugno: una piscina all’aperto decente. E voglio dire, considerato che il mare più vicino a Milano è quello ligure in cui un tre stelle col bagno in comune e il cinema di fronte costa quanto il Pil di Portofino, non è un problema da poco.
Sì, c’è una mega piscina in piazzale Lotto (il lido di Milano), ma sono 8000 metri quadri, l’età media è 16 anni e se ti dice bene trovi un posto-asciugamano nel parcheggio. Sì, c’è anche la piscina Argelati sui Navigli, ma a parte che c’è più cemento lì che nel cavalcavia del Ghisallo, la struttura risale al 1915 e in certi giorni viene il sospetto che risalga al 1915 anche l’acqua in cui dovresti bagnarti. C’è qualcos’altro di poco rilevante in periferia (un parco acquatico per bambini), ma in città più o meno nulla che non sembri o un focolaio di micosi o l’Aquafan (escluse le piscine dei circoli).
Poi a giugno arriva la notizia. Dopo nove anni di chiusura e degrado, riapre la mitica piscina Caimi di via Botta, nel cuore di Milano. Non so se potete comprendere la portata della notizia, ma l’idea di poter affrontare giugno e luglio in città evitando la liquefazione o il fungo da tallone mi ha profondamente emozionata. Questo finché non ho scoperto la magagna. Non hanno rinnovato la piscina Caimi. L’hanno trasformata nella prima piscina radical chic di Milano.
Vado a spiegare cosa intendo.
1) Intanto non si chiama più “Caimi”, ma “I bagni misteriosi”, come il complesso scultoreo di De Chirico, particolare che già suggerisce una precisa scelta di campo: i coatti attratti da tutto quello che ha il prefisso Acqua o Aqua, vedi Acquamania, aquapark e affini, stiano alla larga. E poi non è una volgare piscina, no, sono “bagni”. Probabilmente, anziché col cloro, la disinfettano col sudore di Miuccia Prada.
2) L’ingresso intero costa 14 euro, che è esattamente il doppio che al Lido e alla Argelati, così i truzzi con sei figli stanno lontani. Ma a rendere veramente radical chic il costo non è il prezzo intero. È la riduzione. In pausa pranzo dalle 12.30 alle 14.30 paghi dieci euro e hai in omaggio cosa? Due braccioli? Un Calippo alla fragola? No, una spremuta.
3) La spremuta non è un caso. Il bar della piscina infatti è stato dato in gestione a coloro che gestiscono la cascina Cuccagna, che è un posto molto bello in cui mangiare a Milano, ma ecco, lievemente radical chic. Per intenderci: è più o meno tutto bio, chilometro zero, vegetariano, senza glutine e rigorosamente rintracciabile. Se chiedi il nome del tizio che ha raccolto nel Mantovano la patata viola che hai nel piatto, ti danno pure il numero della sua tessera sanitaria. E infatti, al bar dei Bagni misteriosi, puoi mangiare o un tramezzino con mousse di barbabietole e formaggio di capra o un tramezzino asparagi e ceci in pane antico. In più, quinoa, centrifughe, spirulina e tutto quello che fa vivere bene e campare a lungo. Per noi poveri che vogliamo morire giovani mangiando Cuccioloni, Tuc e Fonzies in piscina spalmandoci di Nivea senza filtri, niente di niente.
4) Scordatevi le capriole in acqua accompagnate dalle note di Alvaro Solair o qualche altra truzzata estiva. Qui la colonna sonora è Ludovico Einaudi, music jazz e così via.
5) Scordatevi anche le capriole tout court, perché qui devi mettere la cuffia e, se te la sei dimenticata, costa la bellezza di 10 euro. Probabilmente è a chilometro zero anche quella. Sarà lo scalpo di Adriano Galliani.
Insomma, considerato che i milanesi facoltosi e autenticamente radical chic nel weekend migrano tutti in Liguria, Toscana e dintorni, i Bagni misteriosi sono cattiveria pura. Ci saranno intere famiglie di Rozzano e Sesto San Giovanni che, pur di entrare ai Bagni misteriosi sentendosi integrate, si travestiranno da famiglia Moratti, porteranno asciugamani in cotone bio, ciabatte palestinesi in paglia del mercato equosolidale e naturalmente la bottiglia di Pepsi da due litri e la frittata di cipolle e salsicce nascosta nella borsa mare.
La prossima piscina, sindaco Sala, per par condicio la dia in gestione a Guè Pequeno: ché anche noi altri che a Milano in piscina chiediamo birra, pizza e patatine fritte al bar e vogliamo abbronzarci con Eros Ramazzotti in filodiffusione abbiamo il diritto di non sentirci brutte persone da giugno a settembre. Grazie.
di Selvaggia Lucarelli, il Fatto Quotidiano 10/7/2016