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 2016  luglio 11 Lunedì calendario

ARTICOLI SU EDOARDO ALBINATI – MIRELLA SERRI, LA STAMPA 9/7 – La monumentale storia di sesso, religione e violenza di Edoardo Albinati, La scuola cattolica (Rizzoli), trionfa alla settantesima edizione del premio Strega con 143 voti

ARTICOLI SU EDOARDO ALBINATI – MIRELLA SERRI, LA STAMPA 9/7 – La monumentale storia di sesso, religione e violenza di Edoardo Albinati, La scuola cattolica (Rizzoli), trionfa alla settantesima edizione del premio Strega con 143 voti. L’autore, raggiunto sul palco dalla compagna Francesca D’Aloja, in un breve emozionatissimo discorso di ringraziamento ha dedicato il premio al poeta Valentino Zeichen, appena scomparso. Secondo classificato è L’uomo del futuro (Mondadori) di Eraldo Affinati con 92 schede. Al terzo posto, con 89 consensi, si è piazzato Se avessero (Garzanti) di Vittorio Sermonti; è arrivato quarto con 46 voti Il cinghiale che uccise Liberty Valance (Minimum fax) di Giordano Meacci e La femmina nuda (La nave di Teseo) di Elena Stancanelli si è posizionata quinta con 25 preferenze. La competizione letteraria più celebre della penisola si è svolta, per la prima volta dopo decenni, non più, secondo la tradizione, sotto le stelle del Ninfeo ma nell’Auditorium-Parco della Musica. L’alloro stregato ha infatti abbandonato le bellezze rinascimentali di Villa Giulia e si è trasferito nella modernissima struttura di Renzo Piano. Un trasloco che ha suscitato moltissime nostalgie. Molti Vip tra il pubblico, ma la più fotografata è stata la neosindaca di Roma, Virginia Raggi, vestita in bianco e nero. Nella sala Sinopoli, a scrutinare le preferenze degli Amici della domenica che hanno votato in 395 è stato Nicola Lagioia, il vincitore dello scorso anno. Con la vittoria di Albinati sono state confermate le previsioni della vigilia. Una lotta che è stata tra fratelli-coltelli: si è trattato di un braccio di ferro all’ultima scheda tra la Rizzoli e la Mondadori, in questo primo confronto svoltosi «in famiglia», dopo l’acquisizione di Rcs libri da parte di Segrate. La «fratellanza» tra i due concorrenti non ha abbassato il livello dello scontro, non ha spinto a compromessi: il leit motiv delle settimane che hanno preceduto la finalissima sono state telefonate, suppliche e richieste rivolte dai contendenti ai giurati. L’epica avventura di più di mille pagine di Albinati, dedicata al liceo romano San Leone Magno e al terribile massacro del Circeo degli anni Settanta, non ha avuto la strada spianata. Anche Affinati ha dovuto accaparrarsi le simpatie dell’elettorato stregonesco più socialmente impegnato con la storia della vita di don Lorenzo Milani, il guru della pedagogia più rivoluzionaria e oggi diffusa anche a livello globale. Un bel testa a testa ha opposto anche l’ 86enne Sermonti e il 45enne Meacci, studioso di linguistica del gruppo dell’Accademia degli Scrausi. Attore, traduttore, dantista e drammaturgo, Sermonti definisce «opera ultima» il suo memoir. Meacci ha conquistato i trenta-quarantenni con la sua trovata un po’ folle e felliniana che narra le vicende di un cinghiale dotato di mente e di anima. Le novità di questa edizione-gran compleanno?