Aldo Cazzullo, IoDonna 9/7/2016, 9 luglio 2016
LA REGINA ALTRUI
Confesso di non aver mai capito l’idolatria che pure in Italia circonda la regina d’Inghilterra. Sarà che nel mondo contemporaneo l’idea che una carica e uno status si acquisisca per diritto di nascita mi sembra un po’ datata. Non c’è dubbio che Elisabetta II passerà alla storia. Ma è il culto della personalità a lasciare perplessi: ad esempio l’ultimo film che le è dedicato, A Royal Night Out, in italiano Una notte con la regina, è un fogliettone un po’ stucchevole che trasforma la giovane principessa in una santa e la sorella Margareth in una svampita (eufemismo). Lascia perplessi anche l’idea di un figlio che va per i 68 anni e ancora non è salito sul trono. Ma quelli sono fatti loro.
Sul referendum europeo, che riguarda anche noi, la regina è rimasta in silenzio. Non poteva fare altro, assicurano nel Regno Unito. Ma sul referendum scozzese la regina si era espressa: un invito a pensarci bene, un commento a mezza bocca, in realtà eloquentissimo. Stavolta l’invito non è venuto; e qualcuno ha fatto notare che all’evidenza la causa europea era per la regina meno importante di quella britannica. Tutto legittimo, per carità. Ma perché noi italiani dobbiamo spasimare anche per la regina di altri?