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 2016  luglio 09 Sabato calendario

AZZURRA, PER LA BANCA BASTA LO SPONSOR: PAPÀ CALTAGIRONE

Il curriculum sul sito di Banca Generali è stato cambiato mercoledì 6 luglio, dopo la telefonata del Fatto che chiedeva informazioni sulla laurea a Londra. Sulla biografia della neo consigliera di amministrazione Azzurra Caltagirone, prima c’era scritto “amministratore esecutivo di Banca Generali dal 23 giugno 2016. Dopo aver ottenuto una laurea in Storia dell’arte” ora appare un “diploma in Storia dell’arte” a Londra.
La laurea infatti non esiste. In Banca Generali si assumono la colpa di una frettolosa traduzione della parola degree, assolvendo Azzurra, che effettivamente nei curriculum presentati per le società del suo gruppo parla solo del diploma di maturità. L’errore sulla laurea inesistente però sembra un lapsus rivelatore. Con il suo diploma di maturità scientifica nel 1991 e il suo imprecisato corso (non di laurea) a 20 anni al Victoria & Albert Museum di Londra in Storia dell’arte, Azzurra Caltagirone, 43 anni (presidente della Fgc, vicepresidente del Messaggero, amministratore di Leggo e consigliere di molte società editoriali o di costruzione del gruppo di famiglia) è la persona giusta per fare il consigliere di amministrazione non esecutivo e non indipendente di Banca Generali?
La banca, quotata in Borsa, specializzata nel private banking, gestisce 42 miliardi di patrimoni di terzi e ha 114 milioni di euro di utile annuo. È controllata dalle Assicurazioni Generali, il cui secondo socio con il 3,2 per cento è il gruppo di papà Francesco Gaetano Caltagirone. L’editore e costruttore 73enne è anche nel comitato nomine della capogruppo, con Lorenzo Pellicioli e a Gabriele Galateri di Genola, che dice la sua sulle nomine dei consiglieri delle controllate, come quella della figlia in Banca Generali.
I requisiti professionali dei consiglieri delle banche sono fissati nella circolare 285 del 17 dicembre 2013: “È fondamentale che anche la compagine dei consiglieri non esecutivi possegga ed esprima adeguata conoscenza del business bancario, delle dinamiche del sistema economico-finanziario, della regolamentazione bancaria e finanziaria e, soprattutto, delle metodologie di gestione e controllo dei rischi”.
Azzurra può vantare queste conoscenze? Secondo Banca Generali, è tutto ok. In base al decreto del ministero della Giustizia 161 del 1998, per i requisiti di professionalità per un componente del cda basta un triennio di “compiti direttivi presso imprese” ergo “la signora Caltagirone – per Banca Generali – risulta in possesso dei requisiti di professionalità previsti dall’art. del testo unico bancario, in quanto esercita da più di un triennio attività di amministrazione nelle imprese di servizi del Gruppo Caltagirone”. E la circolare del 2013? Per Banca Generali sarebbe superata perché il decreto ministeriale del 1998 più ‘lassista’ “è richiamato e allegato alla circolare 288 del 3 aprile 2015”.
Azzurra Caltagirone è a posto “avendo maturato esperienze in gestione di imprese operanti nel settore dei servizi (settore editoriale) e in imprese appartenenti in senso lato al settore finanziario, quali le holding come Fincal che detiene una partecipazione in Fabrica Immobiliare sgr”, cioè basterebbe essere posti dal papà a capo di una holding di una società di gestione di risparmio appartenente al gruppo familiare, per assolvere i requisiti ed entrare nel cda di una banca quotata. Resta la brutta immagine di una figlia nel cda della Banca Generali controllata da Generali dove troviamo il papà che è uno dei tre membri del comitato nomine della capogruppo.
Per Banca Generali tutto ok: “Il comitato parti correlate di capogruppo, composto da amministratori indipendenti, non ha riscontrato alcun rilievo non sussistendo incroci di attività e interessi. Alla riunione del comitato nomine l’ing. Caltagirone non ha partecipato né alla discussione, né al voto relativo alla proposta”. Ora la parola sui requisiti professionali di Azzurra passa a Bankitalia, che spiega: “Azzurra Caltagirone è stata cooptata nel cda di Banca Generali dal 23 giugno. Il Cda ha 30 giorni per verificare i requisiti di onorabilità e professionalità dei nuovi componenti e ulteriori 30 giorni per mandare a Banca d’Italia il verbale relativo alle verifiche. Solo dopo aver ricevuto tale documentazione, Banca d’Italia avvia la propria verifica della conformità alle norme. Al momento non ci sono state effettuate comunicazioni”.
di Marco Lillo, il Fatto Quotidiano 9/7/2016