di Paolo Ziliani, il Fatto Quotidiano 7/7/2016, 7 luglio 2016
L’INTER CINESE SCOPRE CHE PIRELLI LE DÀ DUE SPICCI
L’è peso el tacòn del buso”, dicono in Veneto: per dire che a volte il rimedio (el tacòn, la toppa) è peggiore del danno (el buso, il buco). E siccome la saggezza popolare non sbaglia, ecco la nuova Inter Made in China, quella targata Suning, alle prese col suo primo tacòn, il suo primo sfondone. Per chi si fosse perso la prima puntata della telenovela: martedì, a las cinco de la tarde, i giocatori dell’Inter sono sbucati dagli spogliatoi della Pinetina con un cerottone bianco appiccicato sulla maglia a cancellare il nome dello sponsor Pirelli. Sorpresa, sconcerto.
Anche perché Pirelli è sponsor dell’Inter da qualcosa come 21 anni e ha appena rinnovato la partnership per 5 stagioni (fino al 2021) in accordo con l’ex proprietario Thohir. Perché dunque questo sgarbo? L’ordine ai magazzinieri è partito dalla direzione commerciale: Pirelli versa 12 milioni a stagione per avere il suo nome sulle divise da gara, ma il kit d’allenamento non rientra in queste accordo. E allora, vai col tacòn.
Lo sbigottimento, a incidente diplomatico consumato, rimane forte. Punto primo: l’iniziativa è stata presa senza informare né la Pirelli né Massimo Moratti, che pure sarebbe il consigliere di fiducia della proprietà. Punto secondo: l’oscuramento del marchio altro non è che un (poco gentile) invito a Pirelli a rivedere la cifra della sponsorizzazione.
Perché qui casca l’asino. Rilevando il club, la Suning si è resa conto del basso cabotaggio degli accordi commerciali in vigore all’Inter e più in generale in Italia. Nella speciale classifica dei ricavi da sponsor l’Inter è quarta alle spalle di Sassuolo (22 milioni ricevuti da Mapei), Juventus (20 milioni da Jeep) e Milan (17 milioni da Emirates); mentre nella classifica dei proventi da sponsor tecnico, con i 18 milioni assicurati da Nike è terza dietro a Milan (27 milioni da Adidas) e Juventus (23 milioni da Adidas). Cosa si ripromette, dunque, la proprietà cinese? Di spingere Pirelli ad allargare i cordoni della borsa allargando la sponsorizzazione al kit d’allenamento se non addirittura dando il suo nome al centro sportivo della Pinetina (Pinetina Pirelli).
Si dice che i papaveri della Suning si siano sentiti male dopo aver dato una sbirciata ai numeri dei grandi club europei. Solo per la prossima stagione il Barcellona riceverà dalla Nike, lo sponsor tecnico, 155 milioni; e ha rifiutato un’offerta di 65 milioni dallo sponsor Qatar Airlines non volendo assestarsi sotto quota 100. In Inghilterra, il Manchester United ha chiuso l’ultima stagione, deludente quanto quella dell’Inter, incassando 70 milioni dallo sponsor Chevrolet e 94 da Adidas per un totale di 164 milioni. Insomma, i cinesi hanno capito che la Serie A rispetto a Spagna, Inghilterra e Germania è poco più di un pollaio. Ne hanno preso atto e a Pirelli hanno fatto sapere che qualche chicco in più da beccare sarebbe gradito. Mica polli no?
di Paolo Ziliani, il Fatto Quotidiano 7/7/2016