Massimo Sandal, Mente&Cervello 7/2016, 7 luglio 2016
LA CURA DEI FUNGHI ALLUCINOGENI
Uno studio pilota dell’Imperial College di Londra suggerisce una nuova terapia per la depressione, una delle condizioni psichiatriche più comuni, debilitanti e intrattabili. La sorpresa è che il farmaco in questione è la psilocibina, l’ingrediente attivo dei funghi allucinogeni del genere Psilocybe, classico ingrediente delle cerimonie religiose precolombiane e della controcultura hippie. Così, 12 volontari affetti da depressione maggiore da quasi vent’anni, refrattaria alle terapie farmacologiche o elettroconvulsive, hanno assunto sotto controllo medico due dosi di psilocibina nel giro di una settimana. Tutti i pazienti hanno riportato subito un ampio miglioramento dei sintomi, e cinque erano ancora in remissione a distanza di tre mesi. Gli effetti collaterali risultano trascurabili, in pieno contrasto con gli antidepressivi attualmente in uso, che necessitano di una continua assunzione quotidiana e possono avere seri effetti indesiderati.
Lo studio è esplorativo: il campione piccolo e l’assenza di gruppi di controllo non permettono di trarre conclusioni certe. È ora di un vero trial clinico? Il problema è che – come la ketamina, un’altra molecola assai promettente contro la depressione – la psilocibina è illegale. Con le difficoltà che ne seguono: per compiere questo piccolo studio, gli autori hanno dovuto lottare quasi tre anni con regolamenti e burocrazia. Dato il potenziale terapeutico emergente di molte sostanze illecite, i ricercatori chiedono che la regolamentazione sulle droghe venga incontro alla ricerca.
Massimo Sandal