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 2016  luglio 06 Mercoledì calendario

Milano, luglio Per tutta la vita ha parlato solo l’italiano. Poi, a 50 anni, una lesione al cervello

Milano, luglio Per tutta la vita ha parlato solo l’italiano. Poi, a 50 anni, una lesione al cervello... et voilà: ha iniziato improvvisamente a esprimersi in francese. E ad atteggiarsi come se fosse sempre stato un cittadino d’Oltralpe! L’incredibile storia riguarda un nostro connazionale (pardon, forse dovremmo dire «ex») ed è il primo caso al mondo di «Sindrome della lingua straniera», documentato ufficialmente da alcuni ricercatori dell’Università di Edimburgo e dell’Ospedale di Somma Lombardo (Varese), in uno studio pubblicato sulla rivista Cortex. J.C. (la sigla scelta per indicare l’uomo) oggi guarda anche i film e legge i libri in francese, ama la loro cousine e ha ammesso addirittura di pensare in quella lingua. Eppure, l’unico contatto con l’idioma e la cultura d’Oltralpe risale ai suoi anni tra i banchi di scuola o tutt’al più a un breve flirt avuto con una ragazza francese quando aveva solo 20 anni.  L’enigma nel cervello Il suo, va detto, non è certamente un francese perfetto, paragonabile a quello di un madrelingua. «Non siamo di fronte a un fenomeno paranormale», ci tiene a precisare subito Sergio Della Sala, professore di Neuroscienze cognitive all’Università di Edimburgo e autore principale dello studio (nella foto sopra). «Il suo francese è basato sulle conoscenze personali, che sono pressoché scolastiche. È comunque pieno di errori», continua, «ma parla con ritmo veloce e intonazione eccessiva, utilizzando una “cadenza” da film e posando con atteggiamenti quasi caricaturali». J.C., sia ben chiaro, non ha smesso improvvisamente di capire la propria lingua. «Il paziente non ha alcuna difficoltà a comprendere, parlare o scrivere in italiano», precisa Della Sala. «Il suo problema, diciamo, è che... preferisce l’eloquio francese». Afferrare che cosa sia successo di preciso nel cervello di J.C. è difficilissimo. «L’uomo ha subito le conseguenze di un danno cerebrale generalizzato», spiega Della Sala. «Non ci è possibile identificare un’area precisa responsabile della “Sindrome della lingua straniera” (è presumibile che le lesioni responsabili risiedano nelle regioni più anteriori del cervello, le cosiddette aree frontali)». Del resto, precedenti non esistono. «Il nostro è il primo caso studiato scientificamente che ha portato a una possibile interpretazione della sindrome, ossia una forma compulsiva che si concretizza con la disinibizione di una lingua straniera, parzialmente conosciuta nel passato», commenta il ricercatore.  Atteggiamenti “strani” Poco importa ciò che possono pensare gli altri: J.C. parla in francese con chiunque gli si trovi dinanzi, dagli sbalorditi parenti ai medici che hanno seguito il suo caso. Ha parlato in francese anche davanti all’incredula commissione che doveva stabilire l’ammontare della sua pensione!  Oltre a questo repentino cambio di lingua, i ricercatori hanno individuato una serie di altri disturbi, legati a fenomeni di disinibizione ed eccessiva euforia. In parole povere, s’è reso protagonista di diverse stranezze. Come quando, per esempio, appena sveglio apre la finestra della camera da letto e urla «Bonjour!», o quelle volte in cui s’è offerto volontario, presso i vicini di casa, per insegnare loro il francese. «In altre occasioni, ha mostrato dei comportamenti compulsivi. Tipicamente: comprare oggetti di cui non ha necessità», spiega Della Sala. Una volta aveva bisogno di un paio di grucce: alle fine, ne ha acquistate 70. Per fortuna è circondato da persone sensibilissime. «Come la moglie: meravigliosa, attenta e affettuosa. Uno splendido esempio di come ci si dovrebbe comportare con un familiare che ha subito un danno cerebrale».