Tiziana Parisi, Quattroruote 7/2016, 6 luglio 2016
RISCHIO ANIMALE
A fine maggio, un uomo di 40 anni è deceduto dopo essere finito contro un albero a bordo strada su via della Villa di Plinio, che dalla via Colombo porta al Canale dei Pescatori. Secondo le ricostruzioni della polizia locale, avrebbe provato a evitare un ostacolo apparso all’improvviso. Poi, alle prime luci dell’alba, su via Colombo, a circa 300 metri di distanza, un bus di linea ha travolto un cinghiale... Non si tratta più di episodi isolati: gli avvistamenti di animali selvatici a ridosso delle zone urbane sono tanti e pericolosi. Nel 2015, l’Osservatorio Asaps ha registrato in Italia 214 incidenti gravi con animali: hanno perso la vita 18 persone e 145 sono rimaste ferite. Nello specifico, 171 episodi hanno visto l’investimento di animali selvatici, mentre in 43 casi si è trattato di animali domestici.
Il rischio è più frequente sulla rete stradale ordinaria (201 episodi) rispetto alle autostrade (13 casi), dove i cigli sono protetti dalla recinzione. All’inizio di quest’anno, gli avvistamenti di cinghiali hanno riguardato soprattutto il quadrante di Roma nord, a ridosso dell’area protetta del parco di Veio. Tra Cassia, Giustiniana, Olgiata e Valle Muricana, a molti è capitato di ritrovarsi i mammiferi davanti alle abitazioni. «I cinghiali sono una specie particolarmente invasiva, con un livello di riproduttività piuttosto alto, e ora, riversandosi nelle zone urbane attirati dal cibo, stanno diventando un problema di ordine pubblico», spiega il direttore del Parco di Veio, Maurizio Gallo. «Noi abbiamo messo in campo un piano di contenimento basato su catture e abbattimenti preventivi, ma sono interventi che riguardano soprattutto le zone agricole più che quelle urbane. Inoltre, si tratta di operazioni con cui possiamo limitare il numero degli esemplari, non i loro continui spostamenti; per evitare gli incidenti sono necessarie più azioni di prevenzione». In questo senso, la Prefettura di Roma ha avviato incontri con i rappresentati del parco e le forze di polizia, ma per Gallo occorre anche installare della segnaletica dedicata: «In altri Paesi europei esistono persino segnali luminosi che, attraverso un sistema a infrarossi, avvisano gli automobilisti della presenza degli animali sulla carreggiata». Anche in Italia: nel Bellunese e nel Varesotto, per esempio, sistemi a sensori avvertono gli automobilisti con 50 metri di anticipo se cervi, caprioli o cinghiali hanno superato il ciglio. I dissuasori riflettono luci ed emettono suoni, oltre a liberare una frequenza che induce gli animali a cercare riparo nella boscaglia. Anche certi catarifrangenti dedicati sono efficaci: rivolti verso la vegetazione, infatti, proiettano le luci dei mezzi in transito e tengono lontani gli animali dalla strada.
Tiziana Parisi