Emilio Deleidi, Quattroruote 7/2016, 6 luglio 2016
TROPPA RABBIA SULLE STRADE
L’ultimo risale a metà giugno: a Giulianova Lido (TE) un uomo è stato ucciso con una coltellata al cuore per un colpo di clacson. Sulle nostre strade gli episodi di violenza sono in crescita. I numeri registrati dall’Asaps (Associazione sostenitori amici della polizia stradale) non lasciano dubbi: solo nel 2015, la “road rage” ha causato sette vittime. Nel 40% dei casi l’aggressione è avvenuta con l’uso di armi, vere come pistole e coltelli, o improprie (mazze da baseball, giraviti, cric, ombrelli, bastoni). L’analisi dei dati rivela che gli episodi si sono verificati in prevalenza di giorno (88%), che raramente i protagonisti erano stranieri (12%) e che in pochissimi casi (4,4%) l’aggressore era ubriaco o drogato. Sono 2.256 gli atti di violenza subiti nel corso di controlli stradali da esponenti delle forze dell’ordine, soprattutto carabinieri (49%) e agenti di polizia (32%). Secondo Federica Biassoni, coordinatore didattico del corso di perfezionamento in psicologia del traffico dell’Università Cattolica di Milano, «possiamo ipotizzare che la variabile in grado di spiegare l’incremento di conflittualità tra gli automobilisti sia il modo in cui essi stessi vivono la strada e decodificano il comportamento degli altri utenti della strada». Un’interpretazione, sottolinea la docente, «influenzata dal clima sociale sempre più complicato, sia per la maggiore difficoltà nell’accedere alle risorse economiche sia per la percezione di potenziali minacce per gli individui e per la società in cui ci riconosciamo». Il clima di continua allerta, amplificato anche dai media, potrebbe accentuare nei guidatori la propensione ad aggredire per difendersi da ciò che percepiscono come minacce: «Gli stress off-road», conclude Biassoni, «vengono così trasferiti sulle strade».
Emilio Deleidi