di FERDINANDO GIUGLIANO, Affari&Finanza – la Repubblica 4/7/2016, 4 luglio 2016
MARK CARNEY, UN CANADESE A LONDRA: È SUO IL COMPITO DI SALVARE LA STERLINA
LONDRA
Il 24 giugno, poche ore dopo l’annuncio del risultato del referendum che ha sancito l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea, Mark Carney non ha mostrato esitazioni sul da farsi. Mentre la sterlina e la Borsa di Londra crollavano, il governatore della Banca d’Inghilterra si è presentato davanti alle telecamere per rassicurare gli investitori e la nazione. "Il popolo britannico ha deciso di lasciare l’Ue, inevitabilmente ci sarà un periodo di incertezza", ha detto Carney in un video messaggio. "Ma siamo ben preparati. La Banca d’Inghilterra è pronta a fornire 250 miliardi di sterline di fondi aggiuntivi per sostenere il funzionamento dei mercati".
I piani del governatore Carney saranno molto utili per la Gran Bretagna, che ha davanti una fase di enorme incertezza per l’economia. L’indice Ftse 100, composto per lo più da multinazionali con esposizione minima al mercato britannico, è risalito sopra i livelli del referendum, ma il cambio tra sterlina e dollaro rimane vicino ai minimi da 30 anni. La Treasury ha previsto che il paese entrerà in recessione a causa di Brexit e le banche e le società di consulenza hanno già abbassato le loro previsioni di crescita. Il timore è che le aziende smettano di investire in attesa che si chiarisca che tipo di rapporti commerciali il Regno Unito riuscirà a mantenere con l’Ue e se le banche potranno continuare a operare nel resto d’Europa.
Il paradosso è che durante la campagna referendaria, Mark Carney non aveva esitato ad avvertire gli elettori dei rischi di "Brexit". I suoi interventi hanno provocato l’ira degli euroscettici, che lo hanno accusato di andare oltre il suo mandato. Nigel Farage, leader del partito euroscettico UK Independence Party, ne ha più volte chiesto le dimissioni, ma gli osservatori ritengono sia improbabile che questo accada. "Penso che alla fine la Banca se la sia cavata", dice Jonathan Portes, un economista al National Institute of Economic and Social Research, un think tank. "Carney ha chiarito quale sarebbe stato l’impatto di un’uscita dall’Ue, ma senza esagerare. Non credo ci saranno conseguenze".
Nei prossimi mesi, la Banca d’Inghilterra potrebbe infatti essere una preziosa alleata per il governo incaricato di eseguire il mandato degli elettori e portare il Regno Unito fuori dall’Ue. Giovedì scorso, in un nuovo intervento, Carney ha annunciato la possibilità di un nuovo stimolo monetario durante l’estate. Gli analisti credono la Banca possa tagliare i tassi d’interesse da 0,5% a 0,25%, e far ripartire il suo programma di acquisti di titoli obbligazionari. Vi sono però dei limiti a quanto Carney possa effettivamente fare per sostenere l’economia. Il deprezzamento della sterlina rischia di far salire l’inflazione, a causa dell’aumento del costo dei beni importati. Simon Wells, economista della banca HSBC, prevede che i prezzi in Gran Bretagna saliranno del 4% nel 2017, il doppio del target della Banca d’Inghilterra del 2%. L’altro problema è il deficit esterno, arrivato al 7% del prodotto interno lordo, che rende l’economia vulnerabile a una fuga di capitali.
Nato a Fort Smith in Canada cinquantun anni fa, Mark Carney conosce benissimo la Gran Bretagna, di cui ha anche preso la cittadinanza. Dopo la laurea a Harvard, si sposta a Oxford dove ottiene un master e un dottorato in economia. Per tredici anni, Carney lavora da Goldman Sachs, la banca d’investimento che ha avuto nel suo staff altri importanti banchieri centrali, dal presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, al presidente della New York Fed, William Dudley. Dopo un periodo da vice-ministro dell’economia e vice-governatore della Banca del Canada, nel 2008 Carney assume la guida della banca centrale - il più giovane tra tutti i colleghi del G8 e del G20. Durante la crisi, Carney opta per una politica monetaria molto espansiva, che aiuta il Canada a riprendersi più rapidamente di altre economie ma che secondo alcuni critici contribuisce a creare una bolla immobiliare. Nel 2012, dopo che Carney aveva smentito in maniera decisa di essere interessato al ruolo, il Cancelliere dello Scacchiere George Osborne lo nomina Governatore della Banca d’Inghilterra, il primo straniero a guidare la "Vecchia Signora di Threadneedle Street" dalla sua fondazione nel 1694. "E’ il miglior banchiere centrale della sua generazione ", annuncia trionfante Osborne in parlamento.
Alla Banca d’Inghilterra, Carney sostituisce Sir Mervyn King che aveva visto la sua reputazione di luminare della politica monetaria infrangersi durante la crisi finanziaria. Sir Mervyn si era accorto troppo in ritardo delle vulnerabilità che erano cresciute nel sistema bancario britannico e che avrebbero costretto il governo a nazionalizzare diverse banche tra cui Lloyd’s e Royal Bank of Scotland. In pochi mesi, Carney rompe con lo stile del suo predecessore, accusato di mancanza di trasparenza e di aver imposto una sorta di dittatura intellettuale all’interno della Banca. La modernizzazione porta anche la faccia di Jane Austen, la scrittrice di "Orgoglio e Pregiudizio" che viene scelta come il nuovo volto delle 10 sterline, per evitare il rischio che non ci fossero donne sulle banconote di Sua Maestà. Anche la politica monetaria diventa più trasparente. Sir Mervyn era convinto che i banchieri centrali dovessero comportarsi come i battitori del suo amato cricket, concentrandosi su una palla alla volta invece di dire come si comporteranno in futuro. Carney invece porta con sé un’innovazione adottata alla Banca del Canada, la cosiddetta "forward guidance", che lega la traiettoria futura dei tassi d’interessi ad alcune variabili, come la disoccupazione.
"Carney ha portato un tocco di modernità alla Banca", dice Tony Yates, professore all’Università di Birmingham ed ex funzionario di Threadneedle Street. "L’idea è che si comportasse più da primus inter pares rispetto al suo predecessore. Non sono però sicuro che questo sia avvenuto del tutto, poiché rimane un uomo ambizioso, deciso a portare avanti le sue idee". La ripresa britannica, che accelera proprio in concomitanza con l’arrivo del maratoneta Carney, crea qualche imbarazzo alla Banca. L’obbiettivo della "forward guidance", portare la disoccupazione sotto il 7%, viene raggiunto molto prima di quanto immaginassero le previsioni ufficiali. Da allora parte una fase di comunicazione più confusa, in cui il governatore ipotizza un rialzo dei tassi intorno alla fine del 2015, prima di dover fare marcia indietro a causa di un rallentamento dell’economia all’inizio di quest’anno.
Carney non esita poi a portare la Banca su terreni scivolosi. Prima del referendum sull’indipendenza scozzese, interviene per spiegare la difficoltà di costruire un’unione monetaria tra una Scozia indipendente e il resto della Gran Bretagna, sgonfiando una delle promesse chiave dei Nazionalisti Scozzesi. Il governatore si premura anche di avvertire i grandi gruppi finanziari come le assicurazioni dei rischi legati al cambiamento climatico, invitando i loro manager a tenerli ben presenti nel formulare le strategie d’investimento. L’intervento tocca uno dei temi più cari per la moglie di Carney, Diana, un’ambientalista e think-tanker conosciuta a Oxford. All’inizio del suo mandato, Carney aveva chiesto e ottenuto dal governo di ridurre il suo mandato da otto a cinque anni, portando qualcuno a pensare che potesse essere interessato a diventare primo ministro del suo Paese. L’ascesa improvvisa di Justin Trudeau sembra per ora avergli chiuso la strada. La scelta dei britannici di votare per Brexit ne ha aperta un’altra, tanto inaspettata quanto pericolosa. Con un sistema politico allo sbando, tocca a un banchiere centrale canadese guidare la Gran Bretagna in una delle fasi più incerte della sua storia recente.
di FERDINANDO GIUGLIANO, Affari&Finanza – la Repubblica 4/7/2016