Alessandra Bocci, La Gazzetta dello Sport 5/7/2016, 5 luglio 2016
RONALDO VS BALE, A VOI
Vicini di casa, ma le star del calcio abitano tutte negli stessi posti. Vicini nello spogliatoio, più o meno: soltanto tre armadietti li dividono. Vicini in sala da pranzo, quasi mai: ognuno ha i suoi scudieri. Non si telefonano e non si invitano l’un l’altro a cena, ma questo, come hanno detto più volte, non ha importanza. Gareth Bale su Ronaldo: «Non ho alcun problema con lui, è un professionista impressionante». Cristiano Ronaldo su Gareth Bale: «Non andiamo al ristorante o in vacanza insieme, ma non è fondamentale. Diciamo che non viviamo in simbiosi come il tridente del Barcellona: quello che conta è ciò che facciamo in campo». In campo nessuno dei due si risparmia e pazienza se devono dividersi i calci di punizione. Lo ha raccontato una volta Bale, ridendo: «E’ stato scritto sulla lavagna. Quelli a sinistra li tira lui, a destra io. E sappiamo sempre che cosa fare». Ronaldo e Bale non hanno mai fatto scenate in pubblico, ma all’inizio c’era qualcuno che soffiava sul fuoco della gelosia. Pare che ora le cose stiano andando meglio: vincere due Champions in tre anni calma molto i nervi.
EURO A DUE FACCE Non sono incompatibili, i due divi del Madrid, sono diversi e ognuno si fa la sua vita. Quando si incontrarono per la prima volta nel parcheggio di Valdebebas erano differenti quanto adesso: Bale aveva sottobraccio l’immancabile beauty case firmato da calciatore e nell’altra mano reggeva una borsa di plastica. Possibile che Ronaldo lo abbia squadrato dall’alto di tutte le sue griffe, ma da allora sono passati quasi tre anni e il portoghese sa che con Bale accanto è tutto più facile. E poi è una questione di carattere: Ronaldo invita a casa i vecchi amici Pepe, Sergio Ramos, Marcelo. Bale va d’accordo con Modric, uno di quelli che parla meglio l’inglese, ma non è che ami frequentare i colleghi. Appena ha un giorno libero prende l’aereo e scappa a Malaga, a giocare a golf. A Madrid lo si vede in giro raramente, spesso nei due ristoranti dove ordina sempre le solite cose, a partire dal chuleton basco. All’inizio si diceva che soffrisse di nostalgia, che si facesse portare il tè e i biscotti dal Galles, che non andasse pazzo per il cibo spagnolo. Fiorivano leggende sulla rabbia di Cristiano al quale Florentino Perez aveva chiesto di aiutare Bale a vincere il Pallone d’Oro. Si raccontava delle cautele del Madrid nel comunicare la cifra spesa per il cartellino del gallese: un’attenzione nei confronti di Ronaldo, che non voleva diventare il numero due nella lista degli affari. Si insisteva sulla pazzia di Florentino, «100 milioni per uno che corre». Bale poteva diventare un’altra vittima del madridismo, ma ha la scorza dura. E alla fine, a forza di gol importanti, ha chiuso la bocca a tutti.
SORPRESE Ha chiuso la bocca anche a chi pensava che il Galles fosse arrivato all’Europeo in gita, e in fondo i primi a crederlo erano alcuni suoi compagni che avevano prenotato la vacanze alla fine della prima fase. Bale invece covava l’idea dell’impresa e non ha prenotato niente, fra l’altro con il suo stipendio non avrà problemi a trovare qualche last minute interessante. Questo Europeo significa molto anche per chi in questa stagione è già arrivato al top come Bale e Cristiano, e non soltanto per il Pallone d’Oro sullo sfondo. E’ che sono attaccati alla maglia della nazionale, tutti e due. Bale indiscutibile uomo squadra adorato dai compagni perché non si atteggia a primadonna, Cristiano capro espiatorio per ogni errore, parafulmine pronto a prendersi sulle spalle le mancanze degli altri. In un momento difficile della stagione disse «se a Madrid fossero tutti come me saremmo primi in classifica»; una frase del genere in nazionale non l’avrebbe mai detta. E l’ambiente portoghese lo protegge, ne sopporta i moti di stizza. Dopo il rigore sbagliato contro l’Austria il tecnico Santos mise le cose in chiaro: «Il prossimo lo tira ancora Cristiano. E’ un professionista e dà tutto per la squadra, un errore non significa niente». Quel rigore sbagliato sembrava aver tagliato le gambe al Portogallo, che invece è volato fino alla semifinale anche grazie al suo capitano, specialista in passaggi a vuoto e distillati di classe. «Ho avuto tutto dal calcio e anche se la mia carriera finisse adesso mi sentirei un privilegiato. Ma non ho mai nascosto di voler vincere qualcosa con la mia nazionale e sento che siamo sulla buona strada».
RIVALI Su quella strada però trova il ragazzo della porta accanto, quello che non produce gossip in quantità industriale e non butterebbe mai in un lago il microfono di un giornalista. Il compagno perfetto, anche se a proposito del suo rapporto con il portoghese una volta ha detto: «Andiamo d’accordo in campo, ma a volte bisogna essere un po’ egoisti». E’ egoista Cristiano Ronaldo? Più che altro pecca quando vuole strafare e i numeri di questo Europeo lo condannano: 36 tiri in porta, due gol. Una percentuale realizzativa ridicola, tanti errori, pochi dribbling. Gareth Bale è più in palla: 21 tiri, 3 gol, 14 tiri nello specchio, 20 dribbling riusciti. Ronaldo però ha creato il doppio delle occasioni (8 contro 4). Dalla parte di Ronaldo c’è la storia: dal 2004 a oggi è andato a segno in ogni Europeo (un record), ha raggiunto una finale, due semifinali, un quarto di finale. Recordman del Portogallo, ha anche il record di presenze agli Europei (19 partite) ed è a un gol dal primato che appartiene a Platini (9 reti). Il Galles forse giocherà più leggero del Portogallo, ma come ha detto Ferguson, «Cristiano non ha solo i piedi, ha anche un coraggio da leone». Ferito, si è rialzato ed è più arrabbiato di qualche settimana fa. Bale in relax, Ronaldo sempre sotto pressione. Due stili a confronto, come quella volta che si sono trovati nel parcheggio fra borse di plastica e scarpe firmate.