Daniele Castellani Perelli, il venerdì 1/7/2016i, 1 luglio 2016
CENTRO NOBEL, IL PROGETTO ESAGERATO ANCHE PER IL RE
Quel Centro Nobel non s’ha da fare, almeno non così. Parola di re. Anche Carlo XVI Gustavo è sceso in campo contro la megastruttura che la Fondazione Nobel intende costruire nel centro di Stoccolma. «Non dev’essere per forza così gigantesco» ha detto al giornale Dagens Nyheteril monarca, di solito molto riservato: «Quello di Nobel è un nome che vogliamo proteggere, ovviamente, e valorizzare. Ma il fatto che l’edificio sia diventato così grande e sia finito un po’ nel posto sbagliato, beh, è un peccato». Il progetto ha ricevuto a maggio il via libera del consiglio comunale. È un complesso da 18mila metri quadrati che costerà 130 milioni di euro ed è finanziato dalla potente dinastia Wallenberg e dai Persson, quelli della catena di abbigliamento H&M. I lavori cominceranno l’anno prossimo, e l’inaugurazione è prevista per il 2019. Così diventerà la nuova sede della Fondazione dedicata al filantropo svedese e potrà ospitare le cerimonie in cui il re stesso consegna i premi Nobel (tranne quello della pace, che si celebra a Oslo). Il problema è che, come dice il re, la struttura – disegnata dall’architetto britannico David Chipperfield – sorgerebbe al posto di alcuni edifici dell’Ottocento, dominando il lungomare di Stoccolma, accanto al Museo nazionale e ben visibile dalle finestre del re. Carlo XVI Gustavo si è unito alla voce di residenti, partiti e attivisti, tra cui c’è chi ha definito il Nobelhuset «una centrale nucleare». Il consigliere comunale Roger Mogert ha replicato che l’opinione del re è irrilevante: «È in ritardo di 100 anni. La Svezia ora è una democrazia». Una soluzione democratica potrebbe però averla trovata la regina Silvia. «E se facessimo un referendum?» ha proposto la 72enne sovrana. È in ballo a questo punto anche l’onore del re.