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 2016  giugno 26 Domenica calendario

PER COERENZA ORA DEVONO USCIRE DALLA NATO

La maggioranza degli inglesi che ha votato la Brexit sta festeggiando la riconquista dell’indipendenza politica ed economica. Mentre i vincitori s’inebriano d’indipendenza non sembrano far caso alla frattura interna causata proprio dalla voglia d’indipendenza, confermata dal voto, di irlandesi e scozzesi chiaramente schierati con l’Europa, né a quella causata in Europa indicando una strada centrifuga a molti paesi del nord, dell’est e del sud dell’Unione. Ma l’aspetto più grottesco è che alla presunta indipendenza politico-economica non corrisponde quella politico-militare.
Il nuovo Regno Disunito è ancora parte della Nato, ma non è più il pilastro europeo del ponte transatlantico: un vero e proprio evento epocale. Per tornare a esserlo dovrà sperare nella dissoluzione dell’Unione europea. Nel frattempo, la Gran Bretagna è ancora dipendente dai rapporti con gli Stati Uniti, e questo non sarebbe un guaio visto che gli inglesi riescono a manovrare anche gli americani, ma è ancor più dipendente da quei Paesi europei che dettano la politica militare della Nato verso oriente.
Se la politica britannica di contrasto alla Russia (un vecchio gioco) era stata condizionata dall’Unione europea, da oggi deve subire i condizionamenti tutt’altro che moderati che alcuni stati europei immaturi e profondamente anti-europeisti stanno esercitando in ambito Nato. Sono Paesi come la Polonia, quelli baltici e dell’Est che sfruttano la Nato per una politica faziosa e già parlano di lasciare l’Europa ritenuta troppo acquiescente. È stato annunciato che la crisi della Brexit comporterà tagli nei bilanci inglesi specialmente per le spese militari. Ma questa non è la politica della Nato e soprattutto non è quella voluta dai Paesi ai confini russi che vogliono più armi e più soldati stranieri sui loro territori a fare da ostaggi e da inneschi di prevedibili conflitti.
Il nuovo Regno Disunito cercherà conforto strategico nell’asse anglofono con Stati Uniti, Canada, Australia e Nuova Zelanda con i quali da tempo forma la coalizione di controllo delle comunicazioni d’intelligence globali: i Five Eyes, i “cinque occhi” e orecchi sul mondo. Ma anche quest’asse esclude l’Europa e i Paesi europei della stessa Nato sono spiati dai Five Eyes. Di fatto, la Gran Bretagna della Nato non è più compatibile né col Regno Disunito della Brexit né con l’Europa, e viceversa.
L’effetto domino innescato dalla Brexit, potrebbe avviare il processo di dissoluzione dell’Unione, ma non è detto che riesca. Potrebbe invece indurre l’Unione a tornare agli ideali originari, a un attento screening dei membri e al loro consolidamento attorno ad un nucleo forte che pensi anche alla politica estera e alla difesa comune e non soltanto alla finanza.
Il domino porterebbe comunque alla dissoluzione della Nato o quanto meno alla revisione sostanziale del Trattato atlantico.
Gli inglesi, e altri, che oggi inneggiano all’indipendenza riconquistata o da riconquistare, se vogliono essere coerenti e credibili devono essere i primi ad uscire dalla Nato ormai prona agli interessi di pochi. Se non lo fanno, vuol dire che hanno una bizzarra idea dell’indipendenza e che stanno solo scherzando, col fuoco.
di Fabio Mini, il Fatto Quotidiano 26/6/2016