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 2016  giugno 23 Giovedì calendario

MATURITÀ, DAI TEMI AI PENSIERINI DEL CONFORMISMO

Non è vero che gli esami non finiscono mai, come diceva Eduardo De Filippo. L’esame di Stato, la prova d’italiano per la licenza liceale, una precisa fine l’ha fatta. S’è ridotto a un blob retorico che – anno dopo anno, tema dopo tema – inchioda l’identità di un’intera nazione al conformismo.
Sono pensierini, infatti, non sono temi. La narrazione matteide s’è ingoiata la scuola. Il Ministero della Pubblica Istruzione ha prodotto un ciuffetto di tracce buono al più per farci la scaletta di Fabio Fazio, non certo il cimento di maturità.
La buona scuola, col suo buonismo empatico, nel compilare le tracce assegna le coordinate di un patchwork di citazioni. L’alunno, chiamato al disbrigo, deve solo imbastire con qualche connettivo – con qualche sprazzo d’attualità, Umberto Eco è morto di recente – le idee scelte dal ministero per sintonizzarsi con l’aria fritta.
Nella verifica – con tutto il banale possibile del fattibile – più che la celebrazione dell’ultimo anno, va a coronarsi una rassegnazione. Ed è la consapevolezza che i ragazzi, purtroppo, scrivano solo alla maturità. L’ultimo esame che ha segnato un’epoca per diventare un classico, presente nel nostro immaginario, è un delizioso film – La Notte prima degli esami – dopo di che ogni esame, fino a quello di ieri, va a confermare la precisa fine fatta dal tema: essere fuori tema rispetto al dovere proprio della tradizione umanistica, la libertà dello spirito critico.
Immaginiamo che a scegliere una delle tracce proposte quest’anno dal Ministero dell’Istruzione sia l’alunno medio. Ignora Umberto Eco e scarta l’autore amato dal pubblico dei lettori di tutto il mondo in virtù di un ragionamento: “Nel programma non c’è”. Il nostro ragazzo passerà alla lettura della seconda traccia, la cui tipologia è pomposamente definita redazione di un saggio breve o di un articolo di giornale. Varie le opzioni: l’ambito artistico-letterario, socio-economico, storico-politico, tecnico-scientifico, corredate da documenti da cui trarre spunti per costruire il percorso. Qui c’è di che sbizzarrirsi davvero. Sarebbe tentato dal titolo che propone il rapporto padre-figlio, in forza di Kafka, o con De Chirico: “il figliol prodigo”. Lo soccorre un ricordo. Al tempo del catechismo. Poi mai più messo un piede in chiesa. È la favoletta dei due fratelli. Uno obbediente, l’altro molto figo. Quello che si fa dare i soldi dal padre e se ne va di casa (salvo tornare quando li ha spesi tutti). Proprio fesso il padre, assai sfigato il fratello: tutta quella obbedienza!
Si passa avanti. L’avventura dell’uomo nello spazio. Proprio interessante: ha visto qualche film di fantascienza. C’è quella ragazza che è andata nello spazio, e al ritorno stava dappertutto. Sì, forse farà quello. Anche se lui non è mai stato da nessuna parte, non ha mai viaggiato, sta tanto bene a casa sua. Sì, i suoi rompono parecchio. Ma alla fine ha sempre fatto quello che ha voluto e i suoi a volte sono pure carucci, stamattina quasi piangevano quando è uscito per venire a scuola. Però una lettura alle altre tracce gliela vuole dare, ci sono sei ore di tempo per scrivere sul foglio protocollo a righe e nemmeno per intero, solo a colonna?
Allora, la traccia socio-economica propone una domanda incomprensibile per il nostro maturando: è il Pil misura di tutto? Non c’è storia. Zero assoluto. Che è il Pil? Ecco, l’economia. La gente diventa sempre più povera ma non gli viene in mente altro. Le altre tracce le legge proprio al volo, una riguarda il valore del paesaggio, c’è Vittorio Sgarbi che, finalmente, gli è familiare. Ma del paesaggio, in realtà, non gli importa niente. Il tema storico, quindi. Escluso dall’inizio. Mai studiata la storia in vita sua. Solo qualche riassunto, tutto di date.
Ultimo, infine, il tema di ordine generale. Senza consegne particolari, rifugio della schiacciante maggioranza degli alunni medi. Stavolta si tratta del concetto di confine e di frontiera. Ecco, pensa il nostro, questo l’ha scelto Salvini. Lo vedi che ho ragione, gli viene da scrivere, che “anche questi del Ministero li vogliono cacciar tutti, ’sti immigranti?”. Non sono gli esami a non finire mai, è la scuola che va a precipitare sempre di più.
di Pietrangelo Buttafuoco, il Fatto Quotidiano 23/6/2016