l.v., Corriere della Sera 22/6/2016, 22 giugno 2016
L’ULTIMA PARTITA DELLA SVEZIA A QUESTI EUROPEI SARÀ ANCHE L’ULTIMA DI IBRAHIMOVIC IN NAZIONALE. POTREBBE ACCADERE STASERA
L’aveva già detto, ma questa è la volta buona. Zlatan Ibrahimovic, a 34 anni, alla vigilia della sfida contro il Belgio (stasera a Nizza, inizio alle 21, in contemporanea con Italia-Irlanda) ha annunciato il suo addio alla Nazionale. Svezia-Belgio potrebbe essere la sua ultima partita con la maglia gialloblù anche se il centravanti – 115 presenze e 62 gol – spera di rimandare il saluto agli ottavi di finale. O magari ancora più in là.
Per andare avanti la Svezia ha una sola strada: vincere. Gli scandinavi sono fermi a un punto e un altro pareggio, viste le migliori terze degli altri gironi, sarebbe eliminazione sicura. Zlatan ha una motivazione in più: segnare per entrare nella storia come marcatore in tre edizioni diverse. È lo stesso obiettivo di Cristiano Ronaldo – gol da record e qualificazione —, con un vantaggio cronologico per il portoghese: giocherà contro l’Ungheria alle 18.
Zlatan, come sempre, è stato chiaro: «L’ultima partita con la Svezia all’Europeo sarà anche la mia ultima partita con la Nazionale, quindi spero che non sarà quella col Belgio. Comunque vada, porterò per sempre con me questa bandiera. Sono molto orgoglioso di essere il capitano della Svezia e dei traguardi che ho raggiunto. Per questo voglio approfittare del momento per ringraziare tutti i tifosi, che hanno reso possibile tutto questo. Per me la delusione non esiste, nemmeno in caso di eliminazione: solo orgoglio e molta gratitudine». Ibra ha precisato che il suo addio vale anche per l’Olimpica, che lo aveva inserito tra i pre-convocati. Niente Giochi a Rio, dunque.
La madre, croata, aveva sposato il padre, bosniaco, per permettergli di ottenere il permesso di soggiorno in Svezia. Un matrimonio «alla green card», durato poco. Zlatan è cresciuto nel ghetto di Rosengard, a Malmö, dove, come racconta nella sua bella autobiografia «era pieno di somali, turchi, jugoslavi, polacchi e ogni genere di immigrati, più qualche svedese. La televisione svedese era come se non esistesse, noi vivevamo in un mondo completamente diverso. Sono dovuto arrivare a vent’anni, prima di vedere il mio primo film svedese e non avevo la minima conoscenza degli eroi o dei campioni sportivi svedesi». L’idolo era Muhammad Ali, i film quelli di Bruce Lee. Conquistare la Nazionale, diventarne il capitano e il miglior marcatore di tutti i tempi è stata la sua rivincita.
Il Belgio spera di non dover pagare il conto alla festa di addio di Ibra. I Diavoli Rossi, contro l’Irlanda, hanno dato segni di risveglio, ma devono ancora conquistare la qualificazione. In caso di sconfitta contro Ibra – e contemporanea vittoria irlandese contro l’Italia – il Belgio sarebbe quarto ed eliminato. Un’ipotesi poco probabile, ma è meglio non fare la prova. Il c.t. Wilmots potrebbe confermare la squadra che ha vinto la seconda partita. Unica novità, Nainggolan: Dembelé infatti non sta bene.