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 2016  giugno 18 Sabato calendario

E LUI NON HA PIÙ PAURA NEPPURE DI CAMMINARE SU UN TACCO «SEDICI»

Ottantacinque minuti di noia mortale e una manciata di secondi per il glorioso riscatto: succede in tante partite di calcio - metafora obbligatoria in giorni di europei - e accade per le fashion week soprattutto quando in campo scende la moda maschile. Ci si può annoiare tanto per mano di un classico polveroso e stantio ma anche esaltare per la bravura di alcuni designer capaci di esprimere il contemporaneo. Da ieri sera, infatti, a Milano sono iniziate le sfilate delle collezioni uomo: tre giorni e poco più in cui stampa e buyer possono visionare 84 collezioni, di cui 35 sfilate e 49 presentazioni.
Firma la chiusura di questa partita il défilé di Giorgio Armani martedì 21 seguito dal primo summit internazionale organizzato da Camera Nazionale della Moda Italiana dal titolo «Crafting the future of fashion», un incontro che si propone di dare risposte a domande sul futuro della moda: calendari, sostenibilità, giovani e digital. È proprio la tempistica e la formula delle sfilate a essere in discussione a tutte le latitudini. Ci s’interroga sull’opportunità di raggruppare gli show uomo e donna, si fanno ipotesi sul mettere in vendita on-line le collezioni in contemporanea con le sfilate, si sente l’urgenza di modernizzare. Tuttavia le nuove direzioni non sono ancora chiare. Sta di fatto che nel calendario di Milano Uomo si sono registrate defezioni - alcuni hanno preso la palla al balzo per razionalizzare e risparmiare - mentre su altri versanti si sentono annunciare nuovi debutti vedi per esempio quello di Cedric Charlier che lancia della sua prima collezione uomo a gennaio 2017 prodotta, come la donna, da Aeffe e presentata con il womanswear in un unico appuntamento. Insomma il magma della moda è in movimento e tutti sono alla ricerca di strategie vincenti. Il goal d’avvio della nuova stagione primavera-estate 2017 l’hanno segnato ieri sera i gemelli canadesi Dean e Dan Caten con la sfilata DSquared2 avvenuta nel cortile del loro quartier generale trasformato per l’occasione in una strada londinese, città in cui vivono. Protagonista un ragazzo che omaggia il David Bowie di Ziggy Stardust (1973) indossando pezzi memorabili tra i quali giacca a vento, kilt e pantaloni in paillette camouflage domando stivali con un plateau di 7 centimetri e taccone di 16.
«I modelli hanno imparato a camminare con disinvoltura, un po’ come star degli anni Settanta» dicevano i gemelli che hanno contaminato abilmente lo stile glam rock, ribelle e cool con il mood londinese di sapore street. Il risultato? Assoluta mancanza di paura nell’affermare se stessi e il proprio diritto a essere speciali ben espressi anche nei jeans con strategiche macchie di candeggina, talvolta anche plastificati per ottenere un effetto liquido. Insomma quel che nelle tendenze si chiama mesh-up di mondi diversi al suono della consueta ironia. Altro cortile, stesso desiderio di tornare mentalmente alle città dove da giovane ognuno di noi ha desiderato stare almeno un po’ per Andrea Pompilio che ha pensato a New York, la metropoli dove ha vissuto e in particolare Alphabet City, una zona di Manhattan dove le avenue vengono chiamate con le singole lettere dell’alfabeto. Un crogiuolo di culture e un mix affascinante di stili che il designer ha elegantemente trasferito nella sua collezione accostando il giubbotto da moto con i pantaloni da rapper ma anche tante righe con il jeans sostenuto in vita dai lacci delle scarpe come piace fare agli skater. «Curo il mio prodotto realizzato totalmente in Italia come fosse un bambino» ha dichiarato lo stilista orgoglioso di aver installato il suo quartier generale in un palazzo della vecchia Milano dove aveva sede la fabbrica di biciclette Doniselli. Insomma in questi prossimi tre giorni le sorprese non mancheranno: il debutto nella moda maschile di Liborio Capizzi che per sedici anni è stato collaboratore di Gianfranco Ferrè, vedrà per esempio in passerella una serie di personaggi tra i quali Barnaba Fornasetti, Class Lewis bassista del gruppo Shunk Anansie, il pugile Giacobbe Fragomeni, Andy musicista dei Bluvertigo, il cantante Omar Pedrini e tanti altri mentre nella presentazione dello stilista anglo russo Sergei Grinko è l’arte a farla da contesto colto con l’esposizione di tre nuove installazioni luminose dell’artista Marco Lodola.