Tonia Mastrobuoni Patrizia Feletig, Affari&Finanza – la Repubblica 20/6/2016, 20 giugno 2016
VORWERK, È L’ORA DEL WEB IL FOLLETTO REGNA IN CUCINA “INTERNET, E RESTIAMO PRIMI”
Tutto, o meglio la seconda parte della storia della gloriosa Vorwerk Folletto, è cominciato in Francia. Qui nacque una cinquantina di anni fa il progenitore di quello che tra i super robot da cucina viene considerato un classico: Bimby, ovvero Thermomix com’è conosciuto il marchio fuori Italia. Un gourmet con la passione per le zuppe ebbe l’intuizione di riunire in un unico apparecchio le funzioni di cottura e miscelazione. Brevettata da Vorwerk, il primo mixer a caldo si chiamava VM2000 e “cucinava” salse e dessert. Dopo quattro generazioni di serie e il lavoro di 120 ingegneri, i modelli si sono evoluti integrando sempre più funzioni. L’ultimo racchiude in un design compatto le caratteristiche di ben dodici elettrodomestici da comandare dal display touchscreen . Versatile ma anche intelligente e interconnesso. Sullo schermo del robot compaiono i passaggi e le istruzioni per accompagnare passo dopo passo la preparazione di un piatto. Una guida affidabile a prova di pasticcioni: il “computer di bordo” pianifica temperatura, tempi di cottura, velocità delle lame, in funzione degli ingredienti e della ricetta. Simile alle playlist musicali, il display evidenzia le ricette più ricorrenti. Oppure si può consultare la raccolta digitale di ricettari Bimby stick. L’esecuzione si imposta inserendo nell’apparecchio la chiavetta Usb. Fin qui, il successo di Bimby. Ma il successo del porta a porta di Vorwerk ora è andato oltre, con una vera e propria linea di robot per la pulizia della casa: l’aspirapolvere, l’aspira briciole per i piani di lavoro e il lavavetro, tutte evoluzioni dello storico sistema della storica scopa elettrica Folletto di cui, dopo oltre 75 anni di faccende domestiche, fra poco sarà lanciata la nuova versione. Secondo un’indagine una famiglia italiana su tre possiede un qualche modello dell’iconico marchio tedesco. Il top di gamma della generazione di robot aspirapolvere Vorwerk è VR200, che alla classica forma circolare adottata dai competitor, preferisce la sagoma a D più ergonomica per seguire la linea dei muri e rimuovere lo sporco negli angoli di ogni tipo di pavimento. Con una batteria a ioni di litio, ha 90 minuti di autonomia prima di ritornare alla postazione di auto- carica. Dotato di scanner laser per la mappatura della stanza, di ultrasuoni per l’identificazione degli ostacoli con un’approssimazione del 98%, di supporti per dislivello che gli permettono di salire sugli scalini, si programma con display e pulsanti touch. Ha addirittura la memoria: in caso di lavoro incompiuto perché la batteria è bassa, l’apparecchio riprende esattamente dal punto in cui aveva interrotto la pulizia. Con la più classica applicazione di “Internet delle cose”, il robot si collega alla piattaforma web di ricette Bimby dove l’utente, oltre a compulsare le 1.500 ricette testate, può creare un profilo dove archiviare i suoi manicaretti in un’unica risorsa online consultabile da più terminali. Insomma, ne è passato di tempo da quando, oltre un secolo fa, l’invenzione della radio mandò in pensione il vecchio modo di ascoltare la musica. Il crollo delle vendite di grammofoni mandò all’aria miriadi di aziende in tutto il mondo ma non la Vorwerk. La famiglia di Wuppertal che aveva fondato nel 1883 una fabbrica di tappeti e aveva imparato presto a diversificare, a costruire assi per i motori delle automobili e, appunto, grammofoni, tirò fuori una caratteristica molto tedesca: l’inventiva. Qualcuno in fabbrica capì che il motore dell’antenato del giradischi poteva essere utilizzato per altri scopi, come rivoluzionare un altro prodotto emergente, gli aspirapolveri. Così, nel 1929, infilato il motore del vecchio grammofono in un aspirapolvere più piccolo del solito, i Vorwerk produssero il primo “Kobold” della storia. In Italia arrivò quasi un decennio dopo come “Folletto”, che non sarebbe altro che la traduzione italiana di Kobold. E fece storia. Ma non fu un processo facile. Quando uscì il Kobold, la famiglia Vorwerk comprese che quella rivoluzione non poteva essere capita senza un altro passo fondamentale, senza un’adeguata strategia di vendita. Un aspirapolvere piccolo, maneggevole ma potente era difficile da vendere nei negozi, rischiava di finire impolverato sugli scaffali. Si trattava di rompere un muro, un po’ come quarant’anni prima, quando il fondatore, Carl Vorwerk, aveva sfidato in Germania la convinzione comune che soltanto gli inglesi potessero fare tappeti di pregio. Nacque così l’altro “marchio di fabbrica”: la vendita porta a porta. A chiunque è capitato, probabilmente, di ritrovarsi un venditore di Folletto davanti alla porta. Quel modo di piazzare uno dei più famosi aspirapolveri al mondo fu adottato in azienda a partire dal 1930, quando il figlio dell’erede dell’impero, Werner Scheid, tornò dall’America con l’idea che per certi prodotti funzionasse la vendita diretta, il “Direktvertrieb”, come lo chiamano i tedeschi. Il successo è stato enorme: oggi Vorwerk è la quarta maggiore azienda mondiale di prodotti venduti “porta a porta”. E la vendita del “Kobold”, del fratello maggiore ,il ”Folletto” appunto, vale ancora oggi un terzo del bilancio, circa un miliardo all’anno. Peraltro quella italiana, inaugurata nel 1938 col “Folletto”, fu la prima avventura all’estero dell’azienda renana, e ancora oggi il nostro Paese è uno dei più importanti nella geografia del gruppo. Oggi Vorwerk è un gigante da oltre 600mila dipendenti e collaboratori in tutto il mondo che vale 3,4 miliardi di euro di fatturato all’anno – cresciuto di un miliardo soltanto negli ultimi tre anni – che è sinonimo anche di un prodotto adorato da miriadi di appassionati della buona cucina: il Bimby, il frullatore e impastatore multiuso, il cui antenato è stato inventato quarantacinque anni fa in Francia con il nome “Thermomix”. In quegli anni i Vorwerk hanno fondato anche la finanziaria Afk (1968), pensata inizialmente per i clienti dei loro aspirapolveri, ma anche un’azienda che offre servizi per edifici, la Hectas (1974) o le stiratrici Feelina. E hanno continuato a produrre moquette. In anni recenti hanno ulteriormente ampliato la propria offerta di prodotti con Lux Asia Pacific (2001) e l’americana Jafra Consmetics (2004). Un modo per per conquistare anche l’America e i Paesi emergenti con la consolidata strategia del “porta a porta” che sui cosmetici, ad esempio, funziona bene. Uno dei tre managing director che guidano il gruppo, Reiner Strecker, la vede così: «Il segreto del successo di Vorwerk sono le decisioni coraggiose, la lungimiranza aziendale, la disponibilità a cambiare». La Vorwerk Folletto si è sempre distinta per l’innovazione tecnologica, dai grammofoni ai primi aspirapolvere, fino alla nuova generazione di robot domestici
Tonia Mastrobuoni Patrizia Feletig, Affari&Finanza – la Repubblica 20/6/2016