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 2016  giugno 20 Lunedì calendario

LINE MESSAGGINI GIAPPONESI PER LE BORSE

Una cosa è certa: comunque vada, sarà la più grossa Ipo della Borsa di Tokyo quest’anno. Ma la quotazione dell’applicazione di messaggistica Line, prevista per il 15 luglio, è sotto i riflettori anche per un’altra ragione. Si tratta, infatti, del primo sbarco in Borsa di un’applicazione di questo tipo e sarà la cartina al tornasole per capire se, e quanto, questo nuovo settore fa davvero gola agli investitori. In teoria la risposta è sì, e parecchio: basta vedere il fermento intorno a Snapchat, che ha appena concluso un round di investimenti da 1,8 miliardi che l’ha portato alla valutazione monstre di 18 miliardi. Oppure l’interesse in continua crescita per Telegram, l’app rivale che garantisce una privacy maggiore (ed è quindi il più gettonato sia in paesi dove la democrazia stenta ad imporsi sia negli ambienti estremisti legati al terrorismo) e per la cinese WeChat. Senza contare WhatsApp, che è piaciuto così tanto a Mark Zuckerberg da finire acquisito per la cifra record di 19 miliardi di dollari, due anni e mezzo fa. A proposito di Zuckerberg: non solo il patron di Facebook ha comprato il gioiellino WhatsApp, ma in contemporanea ha sviluppato e poi scorporato la chat interna del social trasformandola in Messenger, un’app dedicata sulla quale ora sta testando nuovi servizi (dalle chat bot alla futura possibilità di pagamenti via mobile).
Il fermento
Un mondo in fermento, insomma, che però ancora non entra nei listini di Wall Street. Sarà Line, fra poche settimane, a fare il primo passo: sbarcherà sia nella borsa di New York che in quella di Tokyo con una Ipo prevista di 900 milioni, per una valutazione complessiva di 5 miliardi di dollari. Una bella cifra per la società, che ha solo cinque anni e che vuole, con questa doppia quotazione, «rinforzare la sua posizione in Asia ma anche continuare la sua espansione globale in modo sempre più attivo», come spiegato dall’azienda stessa in una nota.
Lanciata nel 2011 in Giappone, Paese dove può contare sullo zoccolo duro della sua base di utenti, in realtà ha dietro di sé il gigante sudcoreano del tech Naver (che però raggruppa talenti in arrivo da Corea del Sud, Giappone, Cina e Usa). In cinque anni ha conquistato 218 milioni di utenti attivi mensili, la gran parte dei quali arriva, appunto, dal Giappone dove è la regina delle app di messaggistica.
Non solo dal punto di vista degli utenti: se questi negli ultimi anni sono aumentati ma senza raggiungere percentuali vertiginose (sono passati da 160 milioni circa nel 2014 ai 218 attuali), a registrare una curva di crescita interessante sono soprattutto i dati relativi al fatturato. Che è passato da circa 30 miliardi di yen (280 milioni di dollari) nel 2013 a poco meno di 80 (750 milioni di dollari) nel 2014, superando i 110 l’anno scorso (un miliardo di dollari).
Il modello
Merito di un modello di business misto, che mette insieme servizi base gratuiti e una serie di strumenti aggiuntivi a pagamento. Le chiamate vocali e i messaggi, infatti, sono free. Mentre adesivi digitali e giochi sono a pagamento (e agli utenti piacciono così tanto che sono disposti ad aprire il portafogli per aggiungerli al loro account sull’applicazione). Alle entrate in arrivo da questi prodotti si somma il classico advertisement, che si basa sulle campagne pubblicitarie tradizionali.
Negli ultimi anni, inoltre, Line ha sviluppato (e sta sviluppando) ulteriori servizi a disposizione degli utenti. Tra questi, per esempio, c’è un servizio di musica in streaming e uno per la prenotazione dei taxi: non sorprende, visto il successo di piattaforme come Spotify (per la musica) o di Uber (per i trasporti). Line cerca di mettere tutto insieme in un solo luogo virtuale, offrendo ai suoi utenti più prodotti possibili. Lo ha sottolineato di recente anche il direttore, il giapponese Takeshi Idezawa: il suo obiettivo è rendere Line una piattaforma in costante aggiornamento dove gli utenti possono trovare una miriade di servizi, sia online che offline.
E’ la sfida che si trovano davanti tutte le app di messaggistica istantanea, da Messenger a Snapchat. Ma se queste società osservano con curiosità i passi di Line verso la Borsa, la quotazione è guardata con interesse da tutto il settore del tech. Dopo lo sbarco in massa dei grandi social, ora forse comincia la stagione delle Ipo delle app di messaggistica: una possibile bolla o un nuovo business sul quale puntare?