Guido Melis, Facebook, 19 giugno 2016
I pezzi di Aldo Bonomi sul "Sole 24 ore" sono sempre da leggere. Nessuno come lui conosce le mappe inesplorate del "locale", ciò che si muove "sotto pelle" nell’economia e nella società
I pezzi di Aldo Bonomi sul "Sole 24 ore" sono sempre da leggere. Nessuno come lui conosce le mappe inesplorate del "locale", ciò che si muove "sotto pelle" nell’economia e nella società. In Europa - spiega - questi processi li chiamano social innovation. Ma Bonomi preferisce il termine "società circolare". Citando un grande storico dell’economia, Bonomi ci parla oggi del segreto braccio di ferro in atto nei grandi centri urbani , dove l’economia sta cambiando velocemente e le politiche locali (e nazionali) faticano a controllarla. Intanto, a Torino come a Milano, chiusa la pagina tutto sommato positiva dei grandi eventi, si avverte una generazione di soggetti imprenditoriali che non hanno più la p.a. e il suo bilancio come principale interlocutore. Al centro ora c’è la innovazione. Vince chi cambia. Il fatto suggestivo, dice Bonomi, è come le vecchie identità sociali e culturali delle nostre grandi e medie città si inseriscono nel processo innovativo. Anche Roma, che appare un mucchio di macerie, non ha l’encefalogramma piatto. Bonomi sostiene che vivono reti, laboratori di economia e lavoro , tentativi di costruire sui beni comuni economie di quartiere. Cita il Fablab della Garbatella, le reti metropolitane de i coworking come Corte. Secondo lui è "un pezzo di Quinto Stato dell’economia cognitiva che si pone l’obiettivo ambizioso di rigenerare il tessuto sociale della città ". Certo, sarebbe bello. Ma ci vuole una Politica che sappia vedere e sentire il nuovo che avanza .