Ferdinando Camon, Facebook, 19 giugno 2016
Siamo nella stagione dei premi: Strega, Campiello, Viareggio. Servono? Molto, i libri premiati girano di più
Siamo nella stagione dei premi: Strega, Campiello, Viareggio. Servono? Molto, i libri premiati girano di più. Sono onesti? Non si può dire che siano disonesti, ma sono manipolati. Anche lo Strega? Anche lo Strega. Dunque ha ragione lo scrittore Antonio Moresco, a dichiarare che è un premio “affondato nella melma”? Sì, ha ragione, ma non doveva farlo, perché lui concorreva ed era stato escluso dalla cinquina. Non puoi accettare le regole sperando che ti vada bene, e poi rifiutarle se ti va male. Meglio non concorrere. Io ho vinto lo Strega, quindi accettavo le sue regole? Ma no, erano peggio di adesso. Da dieci anni vinceva sempre lo stesso editore. La patrona del premio era infuriata per questo, e fece un viaggio da Roma a Milano per convincere il mio editore a farmi partecipare: le serviva un editore nuovo, che non vinceva mai, e un autore di provincia, non di Roma, per “rinverginare” il premio. Fu facile? No: Natalia Ginzburg aveva in concorso il marito di sua figlia e allo scrutinio rovesciò sul tavolo dalla borsetta una cinquantina di schede, le aveva rastrellate personalmente visitando casa per casa gli elettori. Vinsi per 7 voti. Lo Strega è un premio “romano”, uno scrittore di provincia parte con uno svantaggio di 40-50 voti. Si possono abolire e sostituire i premi? Ma certo: basterebbe pubblicare, sui giornali, non la lista dei libri più venduti, ma dei libri migliori secondo la critica. Ogni settimana. Non si fa, perché i grandi editori non hanno interesse a farla. I libri hanno un’influenza enorme sui cervelli degli uomini, dai bambini agli anziani. Li plasmano. Ma non tutti hanno interesse che i cervelli siano plasmati bene.