Marianna Aprile, Oggi 15/6/2016, 15 giugno 2016
INTERVISTA A VIRGINA RAGGI – Roma, giugno Il tono non si incrina mai, la risposta è sempre immediata, lo sguardo diretto, quasi beffardo
INTERVISTA A VIRGINA RAGGI – Roma, giugno Il tono non si incrina mai, la risposta è sempre immediata, lo sguardo diretto, quasi beffardo. Gli angoli della bocca si alzano spesso, accennano un sorriso, più spesso una specie di smorfia che sa di sfida. Virginia Raggi, avvocato, 37 anni, candidata sindaco di Roma arrivata al ballottaggio grazie al 35,6 per cento di voti e a una campagna elettorale sampietrino per sampietrino, non molla un secondo, non cede mai. È la donna del momento, il volto gentile del grillismo, che il 19 giugno si contenderà il Campidoglio con Roberto Giachetti del Pd (intervista a pag. 19). È cresciuta col complesso delle orecchie a sventola e del nasone («Ma operarli no, troppa paura che andasse storto qualcosa») e senza seguire i consigli di sua mamma, dietista. Oggi però, quando la descrivono, la prima cosa che dicono è che ha un fisico da modella. «In realtà in campagna elettorale sono ingrassata: mangio peggio e non sono più riuscita a fare sport», dice, giocherellando con il ciondolo a forma di bambolina che suo marito, Andrea Severini, attivista del M5S, le ha regalato quando sei anni fa è nato il loro Matteo. L’ex sindaco Gianni Alemanno voterà per lei. Le dà fastidio? «Non vota me, vota contro il Pd. Ed è più imbarazzante che Verdini voti Giachetti». Lei ha detto che «stanno preparando una bomba da far scoppiare» appena lei si insedierà, se dovesse vincere. A cosa si riferiva? «Stiamo notando una serie di movimenti strani attorno alla gestione dei rifiuti: non si riesce a fare la raccolta né a smaltirli e gli impianti di trattamento stanno diventando discariche. In Campidoglio dicono che si vogliono lasciare questi problemi “al prossimo sindaco”. Non so se sia vero, ma so che il Commissario Tronca - il cui incarico doveva durare otto mesi - avrebbe potuto aggredire gli sprechi e liberare risorse e invece si è dedicato a nominare super funzionari che dureranno in carica ben oltre il suo mandato». La senatrice M5S Paola Taverna parlò di un «complotto» per farvi vincere a Roma. Le è mai venuto il dubbio che al Pd faccia comodo che vi mettiate alla prova con una mission impossible come il governo della Capitale? «La Taverna è stata travisata. E Roma non è una missione impossibile, se no non mi sarei candidata. Ci sono ampi margini di miglioramento: in una città in cui va tutto male può solo andar meglio, se si cambia. Può peggiorare solo se vince Giachetti». Ma le sta così antipatico? «Quando mesi fa disse di non avere le qualità per fare il sindaco aveva ragione. Poi ha cambiato idea…». È un avversario, non un nemico. Lei non apre mai uno spiraglio? «Con quelli con cui condivido qualcosa, e con lui non condivido nulla». Avete in comune il progetto di rinegoziare il debito di Roma: 13,5 miliardi di euro. «Solo quello». L’indipendentista inglese Nigel Farage ha detto che con Grillo e altri si sta creando un’onda antieuropeista che farà a pezzi l’Ue, e che la Brexit è solo il primo passo. Sfascerete l’Europa? «I nostri eurodeputati non hanno mai espresso una posizione di questo tipo. Nessuno auspica che l’Europa crolli, ma deve tornare a essere un’istituzione sovranazionale che faccia gli interessi dei cittadini e non delle banche». Davvero dopo il mandato da sindaco tornerebbe a fare l’avvocato? «Noi abbiamo la regola dei due mandati: uno l’ho fatto da consigliere, il secondo sarà da sindaco. Dopo, potrei tornare a fare l’avvocato, aprire un agriturismo o fare un po’ la mamma». Ha iniziato tardi a fare politica. «Sei anni fa, quando è nato mio figlio, ho lasciato il lavoro per tre mesi e ho iniziato a vedere in che condizioni fosse il mio quartiere: prima lavoravo 13 ore al giorno, non me ne rendevo conto. Ho capito che non volevo farlo crescere in un posto così. Mi sono iscritta a un comitato di quartiere e poi, siccome seguivo il blog di Grillo, sono entrata nel MoVimento». Suo figlio lo vedrà poco, ora. «Nell’ultima settimana sì. Ma lui sa che la mamma sta facendo una gara per diventare sindaco». Cosa le chiede? C’è un “programma” di Raggi jr? «Certo! Mi chiede di aggiustare le altalene rotte del parco, mettere più autobus perché le macchine lo spaventano un po’ e di poter andare in bicicletta sulle piste ciclabili». Un mese fa, un gossip l’ha costretta ad ammettere la crisi con suo marito Andrea. Le è costato parlare del suo privato? «L’avevo messo nel conto. Quello che non avevo considerato erano le falsità: hanno detto che stavo con il consigliere Daniele Frongia, ora dicono che sto con Alessandro Di Battista…». E invece? «Sono sola. Io e mio marito viviamo in case separate già da tempo, ma c’è grande affetto, stima, lui mi sostiene». Da single, la campagna elettorale è più facile? «La coppia non sarebbe stata una zavorra, forse un sostegno in più». Le è mancato non avere un compagno? «Ho mio figlio, e poi c’è talmente poco tempo libero…». Suo figlio si chiama Matteo. «Era un nome che mi piaceva, sei anni fa». Non le piace più? «Mi piace molto mio figlio». Che i gossip su di lei abbiano riguardato il privato è un caso? «Veniamo da 20 anni di berlusconismo, c’è una cultura per cui la donna è un po’ merce, un po’ oggetto, ha bisogno del padrino. Ma le voci mi lasciano indifferente». Lei sembra inscalfibile a prescindere. «Gli avvocati imparano a esserlo». Si commuove mai? «Sono molto emotiva, in realtà. Mi commuove mio figlio, la natura, due scoiattoli che si rincorrono su un albero... Ero emozionata anche la sera dei risultati del primo turno, si è visto. Ma mi avete criticata anche per quello». Perché persino l’emozione sembrava impostata. «Sono solo equilibrata». Cerchio magico, Giglio magico… Esiste un «Raggio magico»? «Gli amici di sempre, che mi porto dietro da elementari e liceo. Sono tanti, sono lì anche quando ci vediamo poco come adesso. E i miei genitori». L’Economist ha scritto che lei è il segno della normalizzazione del M5S. È la rottamatrice di Grillo? «Grillo e Casaleggio sono stati i fondatori di un movimento che ha riavvicinato gli italiani arrabbiati a un nuovo modo di fare politica, ma noi che lavoriamo nelle istituzioni non siamo Beppe Grillo. Lui ha un ruolo importante, ha acceso il motore, ma il MoVimento va avanti da solo con le professionalità di ciascuno di noi». Però lei ha firmato con la Casaleggio Associati un codice etico con penale di 150 mila euro se contravviene ai principi del M5S. Secondo molti, uno strumento di controllo. La Appendino, candidata a Torino, si è rifiutata. «Dopo Mafia Capitale volevamo dare un segno di discontinuità e il codice etico lo rappresenta in pieno. È un patto coi cittadini in cui ci impegniamo a essere coerenti con le nostre idee». Non è che, da avvocato, ha firmato perché sa che non ha valore legale? «Non è un contratto, è un codice etico, e prevede una quantificazione del danno di immagine del M5S nel caso non se ne condividano più i principi. Io sono in Campidoglio da tre anni e so che quei principi sono i miei». Lei e la Appendino siete due giovani donne laureate contro due esponenti politici di lungo corso. E al governo ci sono la Boschi, 35 anni, la Madia, 35… Siete voi il volto nuovo della politica? «Abbia pazienza, con le ministre noi in comune abbiamo solo il fatto di essere giovani e donne. Boschi e Madia sono esponenti della politica vecchia di Pd e Verdini». Dopo l’imitazione che Gabriella Germani le ha fatto a Edicola Fiore, devo chiederglielo: quali sono gli affluenti del Po? «Dora Baltea, forse Tebro (errore: era un re dell’antichità, ndr)… Non lo so, ora sto studiando quelli del Tevere, sono alla A: Aniene, Albone…». I sette colli di Roma? «Capitolino, Aventino, Celio, Esquilino, Palatino, Viminale, Quirinale e un ultimo colle che si chiama Malagrotta (la discarica di Roma, ndr). E quello va bonificato». Questionario di Proust. Motto? «Coraggio!» Dono di natura che vorrebbe? «Non ci ho mai pensato, sono già piena di tante cose». Personaggio storico che odia? «Hitler». La cosa che detesta di più? «L’ipocrisia». Il suo eroe? «I miei genitori: mi hanno insegnato la fiducia in me stessa». L’autore preferito? «Vado a periodi: Pavese, Calvino, Fallaci, Hesse». Il suo principale difetto? «Forse sono rigida». Il sogno di felicità? «Un po’ di tempo per me». Marianna Aprile