Luca Bergamin, SportWeek 11/6/2016, 11 giugno 2016
EL MAGICO, L’ALTER EGO DI DIEGO MARADONA
[Jorge Gonzalez]
Certe storie sono così belle che sembrano inventate, le leggi e quasi non ti importa che siano un po’ romanzate.
In fondo, chi leggerà della vita di Diego Armando Maradona tra qualche decennio potrebbe benissimo pensare che qualche vicenda di cui il fuoriclasse argentino è stato autore non possa essere realmente accaduta. Marsullo ha scelto un protagonista, Jorge Gonzalez, che col Pibe de Oro – il quale lo definì “il più grande giocatore del mondo” – ha avuto molto in comune: la passione per le donne, l’odio per gli allenamenti, il piacere di saltarli per dormire di più.
Nato a El Salvador nel 1958, soprannominato El Magico, era dotato di così tanta classe che fu inserito nell’undici ideale del Mondiale di Spagna nel 1982.
I dirigenti del Paris Saint-Germain lo aspettarono invano in un hotel per la firma del contratto, Gonzalez preferì accasarsi al Cadice dove potè usufruire di quella libertà di cui non poteva fare a meno.
Usciva tutte le sere, perciò il club incaricò uno dei suoi impiegati di svegliarlo e portarlo al campo. Un espediente vano: El Magico riusciva a sfuggirgli, fregandosene delle decurtazioni dello stipendio cagionate dalle sue assenze.
La società una volta per destarlo dal sonno gli mandò sotto casa un gruppo di suonatori di flamenco. Secondo la leggenda, in un incontro con l’Atletico Madrid si addormentò prima di calciare un corner. In un match col Barcellona, la sua squadra era sotto di tre gol, lui entrò e nonostante fosse ubriaco finì 4-3 per il Cadice. Palleggiava con arance e pacchetti di sigarette all’infinito. Maradona lo volle con sé in una tournée col Barcellona, potete immaginare quante ne combinarono sia in campo che fuori.
Giocò sino a 42 anni, poi allenò negli Stati Uniti dove arrotondava lo stipendio facendo il tassista. Lo Stadio Nazionale di El Salvador porta il suo nome.