VARIE 15/6/2016, 15 giugno 2016
APPUNTI PER GAZZETTA - IL TAX DAY DI DOMANI REPUBBLICA.IT MILANO - Tra ritenute Irpef, Tasi, Imu, Ires, Iva, Irpef, Irap e addizionali comunali/regionali Irpef, le imprese e le famiglie italiane dovranno versare entro domani 51,6 miliardi di euro di tasse: 34,8 miliardi finiranno nelle casse dell’erario, 11 in quelle dei Comuni e 5,3 in quelle delle Regioni, mentre dal pagamento del diritto annuale alle Camere di Commercio gli enti camerali incasseranno dalle imprese 500 milioni di euro
APPUNTI PER GAZZETTA - IL TAX DAY DI DOMANI REPUBBLICA.IT MILANO - Tra ritenute Irpef, Tasi, Imu, Ires, Iva, Irpef, Irap e addizionali comunali/regionali Irpef, le imprese e le famiglie italiane dovranno versare entro domani 51,6 miliardi di euro di tasse: 34,8 miliardi finiranno nelle casse dell’erario, 11 in quelle dei Comuni e 5,3 in quelle delle Regioni, mentre dal pagamento del diritto annuale alle Camere di Commercio gli enti camerali incasseranno dalle imprese 500 milioni di euro. E’ quanto emerge da uno studio della Cgia di Mestre, secondo il quale, in termini assoluti, il versamento più oneroso riguarderà le ritenute Irpef dei dipendenti e dei collaboratori che attraverso il sostituto di imposta saranno trasferite dalle imprese all’erario per un importo pari a 11 miliardi di euro. Con l’abolizione della Tasi sulla prima casa, che per l’anno in corso ci consente di risparmiare 3,5 miliardi di euro, l’impegno economico più importante del 2016 per le famiglie italiane verrà dal pagamento della prima rata dell’Imu-Tasi sulle seconde/terze case e sugli immobili ad uso strumentale. Dei 10,2 miliardi di euro di gettito previsti dal pagamento della prima rata da queste due imposte gravanti su tutti gli immobili presenti nel Paese, quelli ascrivibili alle famiglie ammonteranno a circa 5 miliardi di euro. Non tutti i possessori di una prima casa saranno esonerati dal pagamento delle tasse (Imu-Tasi): per i proprietari di ville, di abitazioni di lusso e di dimore signorili (categorie catastali A1, A8 e A9), infatti, i tributi saranno dovuti. Secondo una stima della Cgia, la prima rata dell’Imu relativa a questa tipologia di immobili consentirà ai Comuni di incassare 45,6 milioni di euro. Altrettanto oneroso sarà il pagamento del saldo 2015 e dell’acconto 2016 relativo all’Ires (Imposta sui redditi delle società di capitali). Le imprese saranno chiamate a versare poco più di 8,5 miliardi di euro. Tuttavia, le aziende con dipendenti beneficeranno di un minore peso fiscale Irap, grazie all’eliminazione dalla base imponibile del costo del lavoro. Novità, quest’ultima, introdotta con la legge di Stabilità 2015 (e applicata dal periodo di imposta 2015) che vale circa 5,6 miliardi di euro l’anno; 4,3 miliardi se si considerano gli effetti indiretti sulla base imponibile Ires/Irpef. "Dal pagamento di tutte queste tasse - dice il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia, Paolo Zabeo - si evince che il processo di semplificazione fiscale iniziato quindici anni fa sta segnando il passo. Oltre a ridurre il carico fiscale, bisogna assolutamente sfoltire la giungla normativa che compone il nostro ordinamento tributario, per consentire ai piccoli imprenditori di liberarsi da una burocrazia e da un numero di adempimenti che sono diventati eccessivi ed estremamente costosi. Non dobbiamo dimenticare che i più penalizzati da questa situazione così opprimente sono le micro imprese e i lavoratori autonomi che, a differenza delle aziende di maggiori dimensioni, non possiedono una struttura amministrativa in grado di adempiere a tutte queste incombenze". In attesa di procedere con gli adempimenti di questo caldo giugno fiscale, il Tesoro ha fatto sapere che sono calate del 7,2% le liti con il Fisco nel 2015, ma ne rimangono ancora una montagna da smaltire: 530.844. E’ il bilancio sullo stato del "Contenzioso Tributario" diffuso dal ministero dell’Economia dal quale emerge che lo scorso anno sono state ’definite’ 298.313 controversie ma sono stati presentati altri 256.901 ricorsi, un dato che, seppure in lieve flessione, segna il rapporto conflittuale tra il fisco e gli italiani. Il valore globale delle contestazioni si attesta a 33,5 miliardi, in pratica in media 130 mila euro a ricorso. In una comunicazione separata, sempre il Mef ha aggiornato i dati sulle entrate tributarie e contributive: nel primo quadrimestre di quest’anno evidenziano nel complesso un aumento dell’1,1% (+2,147 miliardi di euro) rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. PUBBLICITÀ inRead invented by Teads Il dato tiene conto dell’aumento dell’0,5% (+ 645 milioni di euro) delle entrate tributarie e della crescita delle entrate contributive del 2,1% (+1,502 miliardi). L’importo delle entrate tributarie comprende anche i principali tributi degli enti territoriali e le poste correttive. LASTAMPA.IT Sarà pure stato proclamata dal Pd come il «no Imu day», ma resta il fatto che entro la giornata di domani, 16 giugno, tra ritenute Irpef, Tasi, Imu, Ires, Iva, Irpef, Irap, addizionali comunali/regionali Irpef, e compagnia cantando le imprese e le famiglie italiane dovranno versare ben 51,6 miliardi di euro di tasse. Di questi, secondo un calcolo della Cgia di Mestre, 34,8 miliardi finiranno nelle casse dell’erario, 11 in quelle dei Comuni e 5,3 in quelle delle Regioni. Dal pagamento del diritto annuale alle Camere di Commercio, infine, gli enti camerali incasseranno dalle imprese 500 milioni di euro. IL GROSSO? LE RITENUTE IRPEF PUBBLICITÀ inRead invented by Teads Il grosso di questi quasi 52 miliardi - come è ragionevole attendersi - lo dovranno versare i datori di lavoro, che dovranno pagare le ritenute dei propri dipendenti e degli eventuali collaboratori, che attraverso il sostituto di imposta saranno trasferite dalle imprese all’erario: un importo pari a 11 miliardi di euro. I committenti dovranno versare le ritenute dei professionisti per le prestazioni ricevute da questi ultimi, mentre le imprese e i lavoratori autonomi devono onorare l’Iva. Gli imprenditori e i lavoratori autonomi, come pure i contribuenti con redditi sui quali non sono state trattenute completamente le imposte dovranno versare il saldo 2015 e la prima rata d’acconto 2016 delle imposte sui redditi Irpef, Ires e Irap. Inoltre, saranno chiamati a corrispondere anche il tributo camerale, che in questi ultimi anni ha subito una forte riduzione. IMU E TASI, ABOLITE PER LA PRIMA CASA Con l’abolizione della Tasi sulla prima casa, che per l’anno in corso ci consente di risparmiare 3,5 miliardi di euro, l’impegno economico più importante del 2016 per le famiglie italiane verrà dal pagamento della prima rata dell’Imu-Tasi sulle seconde/terze case e sugli immobili ad uso strumentale. Dei 10,2 miliardi di euro di gettito previsti dal pagamento della prima rata da queste due imposte gravanti su tutti gli immobili presenti nel Paese, quelli ascrivibili alle famiglie ammonteranno a circa 5 miliardi di euro. IMU E TASI, PAGANO VILLE E DIMORE DI LUSSO La CGIA ricorda che entro domani, comunque, non tutti i possessori di una prima casa saranno esonerati dal pagamento delle tasse (Imu-Tasi). Per i proprietari di ville, di abitazioni di lusso e di dimore signorili (categorie catastali A1, A8 e A9), infatti, i tributi saranno dovuti. Secondo una stima dell’Ufficio studi, la prima rata dell’Imu relativa a questa tipologia di immobili consentirà ai Comuni di incassare 45,6 milioni di euro. IMU-TASI, PAGANO ANCHE LE SECONDE CASE Sebbene sia stata eliminata la Tasi sull’abitazione principale, si ricorda che a giugno i contribuenti saranno comunque chiamati al versamento della prima rata della Tasi e dell’Imu sui seguenti immobili: seconde case a disposizione, quelle locate, gli immobili strumentali e le abitazioni principali di lusso. Per stimare il gettito si è partiti da quello registrato nel 2015, riducendolo di 4,6 miliardi per tenere conto delle novità introdotte dalla legge di Stabilità 2016 che, come ricordavamo più sopra, ad eccezione delle case di lusso ha abolito la Tasi sull’abitazione principale, l’Imu sulle attività agricole e sugli “imbullonati”. E SE PAGO IN RITARDO? Si, è possibile sanare la violazione di omesso, ritardato o insufficiente versamento dell’imposta municipale propria e della tassa sui costi indivisibili del Comune pagando una sanzione ridotta in percentuale diversa a seconda dei giorni di ritardo e calcolando gli interessi di mora al tasso ufficiale per ogni giorno di ritardo. Tale strumento si chiama ravvedimento operoso ed è utilizzabile da tutti i contribuenti e cioè da quelli privati a quelli titolari di partita Iva. La sanzione è dello 0,1% per ogni giorno di ritardo se il versamento è eseguito entro 14 giorni dalla scadenza; dell’1,50% da calcolare sul tributo dovuto se il pagamento avviene dal 15° giorno ma entro 30 giorni dalla scadenza; dell’1,67% se il versamento avviene entro 90 giorni dall’omissione o dall’errore; del 3,75% se il pagamento acconto IMU TASI o del saldo avviene dopo 90 giorni ma entro l’anno 2016. CGIA PAOLO ZABEO Tra ritenute Irpef, Tasi, Imu, Ires, Iva, Irpef, Irap, addizionali comunali/regionali Irpef, etc., le imprese e le famiglie italiane dovranno versare entro domani ben 51,6 miliardi di euro di tasse. Di questi, 34,8 miliardi finiranno nelle casse dell’erario, 11 in quelle dei Comuni e 5,3 in quelle delle Regioni. Dal pagamento del diritto annuale alle Camere di Commercio, infine, gli enti camerali incasseranno dalle imprese 500 milioni di euro. In termini assoluti, il versamento più oneroso riguarderà le ritenute Irpef dei dipendenti e dei collaboratori che attraverso il sostituto di imposta saranno trasferite dalle imprese all’erario per un importo pari a 11 miliardi di euro. Con l’abolizione della Tasi sulla prima casa, che per l’anno in corso ci consente di risparmiare 3,5 miliardi di euro, l’impegno economico più importante del 2016 per le famiglie italiane verrà dal pagamento della prima rata dell’Imu-Tasi sulle seconde/terze case e sugli immobili ad uso strumentale. Dei 10,2 miliardi di euro di gettito previsti dal pagamento della prima rata da queste due imposte gravanti su tutti gli immobili presenti nel Paese, quelli ascrivibili alle famiglie ammonteranno a circa 5 miliardi di euro. La CGIA ricorda che entro domani, comunque, non tutti i possessori di una prima casa saranno esonerati dal pagamento delle tasse (Imu-Tasi). Per i proprietari di ville, di abitazioni di lusso e di dimore signorili (categorie catastali A1, A8 e A9), infatti, i tributi saranno dovuti. Secondo una stima dell’Ufficio studi, la prima rata dell’Imu relativa a questa tipologia di immobili consentirà ai Comuni di incassare 45,6 milioni di euro. Altrettanto oneroso sarà il pagamento del saldo 2015 e dell’acconto 2016 relativo all’Ires (Imposta sui redditi delle società di capitali). Le imprese saranno chiamate a versare poco più di 8,5 miliardi di euro. Tuttavia, le aziende con dipendenti beneficeranno di un minore peso fiscale Irap, grazie all’eliminazione dalla base imponibile del costo del lavoro. Novità, quest’ultima, introdotta con la legge di Stabilità 2015 (e applicata dal periodo di imposta 2015) che vale circa 5,6 miliardi di euro l’anno; 4,3 miliardi se si considerano gli effetti indiretti sulla base imponibile Ires/Irpef. L’Irpef, in capo agli imprenditori individuali, soci di società di persone e percettori di redditi diversi da quelli da lavoro dipendente e pensione, invece, assicurerà all’erario 4 miliardi di euro. L’Ufficio studi della CGIA fa notare che il gettito di ciascuna imposta definita in questa elaborazione è stato stimato sulla base dell’andamento registrato negli ultimi anni. Oltre a ciò, si è tenuto conto delle principali modifiche legislative intervenute nel frattempo. Nella giornata di ieri il Governo ha deciso di far slittare al 6 luglio 2016 il termine per effettuare i versamenti relativi alla dichiarazione dei redditi, Irap e unificata per i contribuenti soggetti agli studi di settore. La misura ha il sapore di una beffa, perché ancora una volta arriva all’ultimo istante quando una buona parte dei contribuenti ha già effettuato il pagamento. In linea puramente teorica, dei 51,6 miliardi di euro da pagare entro domani, almeno 4 miliardi potrebbero finire nelle casse degli enti di riscossione entro il prossimo 6 luglio. “Dal pagamento di tutte queste tasse - segnala il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA Paolo Zabeo – si evince che il processo di semplificazione fiscale iniziato quindici anni fa sta segnando il passo. Oltre a ridurre il carico fiscale, bisogna assolutamente sfoltire la giungla normativa che compone il nostro ordinamento tributario, per consentire ai piccoli imprenditori di liberarsi da una burocrazia e da un numero di adempimenti che sono diventati eccessivi ed estremamente costosi. Non dobbiamo dimenticare che i più penalizzati da questa situazione così opprimente sono le micro imprese e i lavoratori autonomi che, a differenza delle aziende di maggiori dimensioni, non possiedono una struttura amministrativa in grado di adempiere a tutte queste incombenze”. La CGIA sottolinea che entro domani i datori di lavoro pagheranno le ritenute dei propri dipendenti e degli eventuali collaboratori, i committenti quelle dei professionisti per le prestazioni ricevute da questi ultimi, mentre le imprese e i lavoratori autonomi devono onorare l’Iva. Gli imprenditori e i lavoratori autonomi, come pure i contribuenti con redditi sui quali non sono state trattenute completamente le imposte dovranno versare il saldo 2015 e la prima rata d’acconto 2016 delle imposte sui redditi Irpef, Ires e Irap. Inoltre, saranno chiamati a corrispondere anche il tributo camerale che in questi ultimi anni ha subito una forte riduzione. A seguito della riforma delle Camere di Commercio voluta dal Governo Renzi, infatti, nel 2015 il diritto annuale è diminuito del 35 per cento, nel 2016 la contrazione è destinata a salire al 40 per cento per attestarsi al 50 per cento nel 2017. “Con un fisco più semplice – conclude il Segretario della CGIA Renato Mason – anche l’Amministrazione finanziaria potrebbe lavorare meglio ed essere più efficiente nel contrastare gli evasori/elusori fiscali. La selva di leggi, decreti e circolari esplicative presenti nel nostro ordinamento tributario, invece, complica la vita anche agli operatori del fisco che, comunque, continuano ad essere uno dei settori più virtuosi della nostra Pubblica amministrazione”. Sebbene sia stata eliminata la Tasi sull’abitazione principale, si ricorda che a giugno i contribuenti saranno comunque chiamati al versamento della prima rata della Tasi e dell’Imu sui seguenti immobili: seconde case a disposizione, quelle locate, gli immobili strumentali e le abitazioni principali di lusso. Per stimare il gettito si è partiti da quello registrato nel 2015, riducendolo di 4,6 miliardi per tenere conto delle novità introdotte dalla legge di Stabilità 2016 che, come ricordavamo più sopra, ad eccezione delle case di lusso ha abolito la Tasi sull’abitazione principale, l’Imu sulle attività agricole e sugli “imbullonati”. La CGIA tiene infine a precisare che nei pagamenti che verranno effettuati entro il 16 giugno non sono stati inclusi i contributi previdenziali. Si ricorda, inoltre, che le scadenze del versamento della Tari (Tassa rifiuti) sono stabilite dai Comuni che devono prevedere almeno due rate all’anno. In questa analisi è stato ipotizzato che il tributo venga versato in 4 rate e che una di queste scada nel mese di giugno. Dall’analisi dei bilanci consolidati dei Comuni elaborati dall’Istat, si è stimato che il gettito complessivo della Tari per l’anno in corso sia di 8,2 miliardi di euro: pertanto, dividendo questo importo per 4, si arriva a stimare il gettito medio della Tari in circa 2 miliardi di euro per ciascuna rata. Mestre 15 giugno 2016 Nella giornata di ieri il Governo ha deciso di far slittare al 6 luglio 2016 il termine per effettuare i versamenti relativi alla dichiarazione dei redditi, Irap e unificata per i contribuenti soggetti agli studi di settore. La misura ha il sapore di una beffa, perché ancora una volta arriva all’ultimo istante quando una buona parte dei contribuenti ha già effettuato il pagamento. In linea puramente teorica, dei 51,6 miliardi di euro da pagare entro domani, almeno 4 miliardi potrebbero finire nelle casse degli enti di riscossione entro il prossimo 6 luglio. ILGIORNALE.IT NO IMU DAY L’appuntamento per la liberazione dalla tassa sulla prima casa rischiava di trasformarsi in boomerang per il governo. E, forse per attenuare l’impatto negativo, si decide in extremis di far slittare le scadenze fiscali dei modelli precompilati. Due settimane in più per il 730, tre per Unico 2016 destinato agli studi di settore. Il decreto del premier pubblicato in Gazzetta ufficiale, spiega che non si tratta per gli intermediari di una proroga generalizzata, ma di un rinvio della presentazione all’Agenzia al massimo del 20 per cento dei modelli, mentre la proroga è totale per i contribuenti «autonomi». Da giorni montavano le polemiche su una festa, il «No tax day» con banchetti in tutta Italia per dire addio alla tassa sulla prima casa, che è stata ideata dal premier per avere un forte impatto sugli elettori prossimi ai ballottaggi ma può essere controproducente. A Palazzo Chigi ci si è convinti alla fine che era meglio accogliere le richieste dei commercialisti, preoccupati per la concentrazione in questo periodo delle principali scadenze fiscali, e la scelta appare dettata da motivi politici. La stessa minoranza Pd ha già annunciato che non vuole partecipare domani alla festa per l’abolizione di Imu-Tasi e preferisce concentrarsi sulla campagna elettorale delle amministrative. Non mostrano alcun entusiasmo gli operatori del settore, da quelli dei sindacati con in testa la Cgil al coordinamento della Consulta nazionale dei Caf. Dicono che la cancellazione dell’Imu è importante, ma non attenua l’impatto negativo del pagamento di troppe tasse. Forza Italia, poi, va all’attacco. «Pd in piazza e con quale faccia?», chiede l’azzurro Francesco Paolo Sisto. Lo scontento tra la gente dilaga, mentre quasi 25 milioni di proprietari si preparano a pagare l’acconto di Imu e Tasi per gli immobili diversi dall’abitazione principale. Un salasso che la Uil calcola in 10,1 miliardi di euro. La cifra media è di 1.070 euro (535 euro l’acconto di giugno), con punte di oltre 2 mila euro nelle grandi città. L’Imu-Tasi sulle prime case cosiddette di lusso peserà mediamente 2.610 euro, arrivando oltre i 6 mila euro. E il 41,1 per cento di dipendenti e pensionati è proprietario di un immobile oltre a casa sua. Renzi, però, si mostra spavaldo, nella sua ultima enews sul «Tax day». «Giovedì 16 milioni di italiani - scrive - non pagheranno la Tasi sulla prima casa. Come pure non pagheranno Imu e Irap agricola, vedranno finalmente lo sconto sull’Irap derivante dalla cancellazione della componente costo del lavoro, non pagheranno l’Imu imbullonati. Una riduzione di tasse che non ha precedenti per qualità e intensità nella storia degli ultimi vent’anni». Esorta a «scendere in piazza», «con orgoglio, senza timidezza», perché ciò che è stato fatto è «oggettivamente impressionante», ma non viene valorizziato bene «neanche da noi». Per Renato Brunetta «il premier mente sapendo di mentire». Il presidente dei deputati di Fi ricorda che è stato «il primo ad aumentare la tassa sulla casa, la cosiddetta Tasi», non bloccando «la norma del governo Letta che prevedeva l’aumento dello 0,8 per mille del tetto massimo di imposizione da parte dei Comuni».