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 2016  giugno 08 Mercoledì calendario

SEI INFEDELE? MANGERAI MENO. È LA VENDETTA DEL PASSERO

L’infedeltà è un cruccio tipico degli essere umani, ma non solo. Una ricerca appena pubblicata su The American Naturalist dimostra che i passeri maschi riescono a comprendere se la loro compagna devia dalla monogamia e puniscono l’atteggiamento fedifrago fornendo meno cibo a tutto il nido. Un comportamento evidenziato dagli studiosi dopo ben 12 anni di osservazione dell’intera popolazione di passeri dell’Isola di Lundy, nel canale di Bristol. Un ambiente eccezionale perché rappresenta quasi un sistema isolato, grazie alla sua distanza dalla costa che non permette agli uccelli di abbandonare l’isola stessa e tantomeno ad altri esemplari di raggiungerla.
In realtà i passeri sono conosciuti per la loro abitudine a formare coppie stabili, ma sono comunque note numerose tendenze alla promiscuità. La spiegazione della condotta lasciva è legato al desiderio dei maschi di garantirsi la paternità del maggior numero possibile di pulcini, mentre le femmine si accoppiano con più compagni poiché sono alla continua ricerca delle migliori caratteristiche genetiche da trasmettere alla progenie.
Durante le osservazioni è emerso che non esistono veri e propri metodi applicati per comprendere se tutta la covata sia effettivamente frutto di unioni con un unico partner o di più accoppiamenti con diversi esemplari. I maschi tendono semplicemente a controllare il comportamento delle femmine durante il periodo fertile, monitorando, per esempio, quanto tempo trascorrono lontano dal nido. Lo studio ha anche evidenziato che una femmina con una maggiore attitudine all’infedeltà può mutare il proprio comportamento se un nuovo compagno si dimostra più attento e disponibile rispetto al precedente.
Il lavoro dell’equipe guidata da Julia Schroeder dell’Imperial College di Londra aveva la necessità di ricavare il DNA di ogni passero dell’isola, per ricostruire degli alberi genealogici e comprendere chi si macchiava di adulterio. Insomma, una ricerca complessa che ha previsto di seguire 200 maschi e 194 femmine che hanno formato 313 coppie ed 863 nidiate. Utilizzando i dati a disposizione si è riscontrato un cambio volontario del partner in alcune circostanze, ma quasi sempre la sostituzione del compagno era dovuta solo alla morte dello stesso. Proprio su questo aspetto si concentra il prossimo passo dello studio ancora lontano dall’essere terminato: comprendere come e per quali motivi si è sviluppata la tendenza alla monogamia.