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 2016  giugno 08 Mercoledì calendario

DIVI CHE ODIANO LE DONNE

Milano, giugno
Chi la considera un’arrampicatrice sociale bugiarda e assetata di denaro, chi una vittima che ha avuto il coraggio di denunciare anni di abusi da parte di una star di Hollywood. Amber Heard, l’ormai ex moglie di Johnny Depp, è una donna che divide. Ha raccontato le violenze subite dall’attore, in preda all’alcol, ha mostrato le foto dei lividi sul suo viso, dopo che lui le ha tirato un iPhone in faccia, ma non riesce a raccogliere grande solidarietà. Forse perché prima di denunciarlo aveva chiesto 45 mila dollari di alimenti al mese e solo quando lui ha rifiutato ha reso pubbliche le violenze. O forse perché l’ex compagna di lui, Vanessa Paradis, la loro figlia Lily Rose, e perfino la prima moglie dell’attore, Lori Anne Allison, hanno dichiarato che Johnny è un uomo affettuoso, sensibile che mai alzerebbe le mani su una donna. Saranno i giudici (la prossima udienza in tribunale è prevista a metà giugno) a stabilire chi mente.
Attenti a Sean
Ma sono tanti i divi che, sexy e ammalianti sul palco o sul grande schermo, si sono poi rivelati maneschi con le loro compagne. Uomini che odiano le donne, per citare il romanzo di Stieg Larsson.
Il primo della lista è Sean Penn. Uno che si dichiara pacifista, attento ai diritti degli omosessuali e dei più poveri. Peccato che come marito sia stato un incubo. Ne sa qualcosa Madonna, la prima moglie. Nel dicembre del 1988, lui, ubriaco, l’ha legata a una sedia, l’ha imbavagliata e poi l’ha colpita con una mazza da baseball (hanno divorziato un mese dopo).
Carré Otis, una delle modelle più famose degli Anni 80, ha invece dichiarato che dopo il matrimonio con Mickey Rourke era così traumatizzata che non ha fatto sesso per cinque anni. Lui le aveva puntato una pistola alla tempia già durante la prima notte di nozze. Poi qualche anno dopo il colpo è partito davvero. Rourke è finito in galera, Carré in ospedale ferita a una spalla. «È stato il punto di non ritorno», ha raccontato. «Ero bella, ricca, eppure sono stata picchiata e presa a calci. Ma uscire da una relazione violenta è possibile». Oggi Carré è sposata con uno scienziato ambientale e ha due figlie.
Morte per amore
Non è finita bene per Marie Trintignant, uccisa di botte dal compagno Bertrand Cantat, cantante dei Noir Désire, nel 2003. Lui se l’è cavata con una condanna a otto anni di carcere, e ne ha scontati solo quattro. Tornato in libertà, ha inciso un nuovo disco e ha assicurato: «Provo un grande rimorso». Ma non deve essere molto cambiato se la prima moglie Kristina, tornata a vivere con lui dopo il carcere, si è suicidata nel 2009.
Poi c’è la favola di Oscar Pistorius, l’atleta sudafricano senza gambe, che si è trasformata in un racconto dell’orrore. Il campione paraolimpico ha ucciso la fidanzata Reeva Steenkamp con quattro colpi di pistola nel bagno di casa sua. «Pensavo fosse un ladro», è stata la giustificazione. Condannato in un primo momento a cinque anni per omicidio colposo, ora rischia 15 anni perché la corte d’Appello ha riconosciuto l’omicidio volontario. Ma, in attesa della sentenza definitiva, è libero.
Rischia grosso anche Roman Polanski. Il caso infinito del regista, accusato di aver stuprato nel 1977 l’allora tredicenne Samantha Geimer, è stato di nuovo riaperto. La Polonia, la sua terra di origine dove si è trasferito, dopo aver rifiutato la richiesta di estradizione negli Stati Uniti, sembra voler fare marcia indietro. Il ministro della giustizia Zbigniew Ziobro ha dichiarato che sarà lui stesso ad appellarsi alla Corte suprema affinché venga estradato negli Stati Uniti.
Non sempre, però, le accuse si rivelano fondate. Come nel caso del cantante Massimo Di Cataldo, accusato nel 2013 dall’ex compagna Anna Laura Millacci di averla picchiata tanto forte da farla abortire.
La donna aveva postato su Facebook l’immagine del suo volto tumefatto dalle (presunte) botte. Ma è stato proprio Oggi a pubblicare le foto della Millacci sorridente, serena e con il viso intatto a una festa, poche ore dopo la presunta aggressione. Risultato: dopo un calvario durato due anni, il gip del Tribunale di Roma ha archiviato le accuse contro Di Cataldo.