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 2016  giugno 08 Mercoledì calendario

INTERVISTA A GABRIELLA PESSION

Trieste, giugno
Ogni giorno che passa, mi innamoro di più», dice Gabriella Pession. Poi lo bacia appassionatamente. E quando è il momento di lasciarsi, lui non ne vuole sapere.
Lui è Giulio, due anni a luglio, un tenero ciclone dai capelli rossi, avuto dal suo compagno, l’attore irlandese Richard Flood. Così l’intervista con l’attrice diventa una simpatica gimcana tra lei, il bimbo, la cronista e la mitica tata che cerca di distrarlo con la pasta al ragù. Gabriella oggi non veste gli abiti da femme fatale. È in jeans a zampa e camicia di lino bianco. Non ha un filo di trucco, è bella così, gli occhi verdi che ridono. E presto capirete il perché.
Siamo a Trieste, in un caffè storico in piazza dell’Unità d’Italia, una delle più belle affacciate sul nostro mare. Dopo il successo della fiction Il Sistema, su Rai 1, Gabriella Pession è venuta qui per la Rai a girare La Porta Rossa, scritta da Carlo Lucarelli, la storia di una magistrata che indaga sulla vita del marito dopo la sua morte. «Ne Il Sistema ero un personaggio ambiguo, Daria Fabbri, una dark lady che riciclava denaro sporco. Un tipo molto diverso da me: io non sono per niente assetata di potere. In questa nuova fiction, invece, sarò Anna, che recupera l’amore per il suo uomo solo quando lui non c’è più. Spesso, quando si è insieme, si è incapaci di comunicare».
È capitato anche a lei?
«Sì, l’anno scorso è mancato mio padre. Lo sto riscoprendo meglio ora, attraverso i racconti degli amici e dei nonni. Anche perché i miei genitori erano separati, l’ho conosciuto a quattro anni, poi se n’è andato di nuovo quando ne avevo 14. Ora sono ancora sulle sue tracce».
Se le dico Daytona Beach, che ricordi le vengono in mente?
«Mi vedo in passeggino, tra i fenicotteri rosa sulla spiaggia. Sono nata lì, negli Stati Uniti. Ricordo la villa di mia nonna materna, io giocavo con i pentolini in giardino e raccoglievo le lumachine. Ricordo l’oceano, il rumore del mare».
Sua mamma Laura è una figura fondamentale.
«Sì, sempre. Mi ha fatto da madre e da padre. E con Giulio è una nonna indispensabile».
Da ragazzina, lei era una campionessa di pattinaggio. Poi a 14 anni un legamento rotto, e addio gare. Crede al destino?
«Molto. Quella strada a un certo punto si è interrotta ma se n’è aperta un’altra. All’inizio ho sofferto. Oggi posso dire: ho perso il ghiaccio, ho conquistato il set. Ho un lavoro che amo, e una carriera più lunga di quella di un’atleta davanti a me. E poi, non sarei mai diventata una Carolina Kostner, ammettiamolo.».
È il destino che le ha fatto incontrare il suo Richard?
«Sì, assolutamente. Ci siamo conosciuti sul set della serie tv poliziesca internazionale Crossing Lines. In realtà, non ero sicura di poterla girare. Stavo ancora finendo la seconda stagione di Rossella. Se in Italia non avessero spostato una data delle riprese, non sarei arrivata a Praga sul nuovo set. Tra l’altro, volevo prendermi una pausa ma un’amica mi disse: “Vai, magari incontri l’uomo della tua vita!”. Io ridevo. Ma è andata proprio così».
Come ha scoperto che era lui quello giusto?
«Per quattro mesi la nostra è stata una bella amicizia. Ma poi l’ho capito perché per la prima volta, con lui, non recitavo mai. Non volevo piacergli a tutti i costi, con Richard sono stata sempre e solo me stessa. Ci siamo accolti in modo molto naturale».
Mentre il piccolo Giulio abbraccia la mamma come un koala, sull’anulare dell’attrice brilla un anello semplice, chic, con tre diamanti, dal gusto retrò.
È molto bello quell’anello.
«Sì, è l’anello di fidanzamento. Me l’ha dato Richard il 17 marzo del 2014. Non ha prezzo, perché era di sua nonna Pauline, dentro c’è ancora scritta la data: 7 marzo 1950. Pauline è rimasta vedova a 50 anni e non si è mai risposata, ha amato suo marito tutta la vita. Per regalarmelo, Richard ha chiesto il permesso al padre e agli zii. Erano felici che lo portassi io. Ho trovato una famiglia meravigliosa».
Allora finalmente vi sposate?
«Sì, a Oggi posso dirlo. Ci sposiamo a settembre. Sono molto emozionata, ogni volta che ci penso mi commuovo. Buffo no? Non era nei miei piani, all’inizio. Ma conoscendo Richard, è la scelta giusta. Lui è irlandese, da loro il matrimonio è ancora un passo importante. Qui da noi ci si sposa con faciloneria. Se non va, c’è il divorzio».
Lo farete in chiesa?
«Sì, per me è un sacramento. Non sono molto praticante ma ho battezzato mio figlio e credo che il matrimonio sia qualcosa di sacro. Una promessa d’amore che va oltre questa vita. Sono felice come non mai».
Perché tanta emozione? Vivete già insieme.
«Sposarsi è comunque una tappa importante. Con Richard ho trovato il calore e la serenità che non ho mai avuto. La mia famiglia è un punto da cui ripartire ogni giorno, per il nostro bambino, desideratissimo, e per noi due. Forse anche perché i miei genitori non si erano mai sposati. Oggi è una scelta normale, ma per me bambina non è stato così. Chiedevo: “Mamma, papà, perché non siete marito e moglie?”»
Richard ora è a Londra per uno spettacolo teatrale. È gelosa?
«No, in passato lo sono stata, ma con lui no. Mi manca molto, ma fra qualche giorno ci vedremo. Mi piace dedicarmi a lui, sono brava a cucinare, a tenere la casa. Quando mi sposto per lavoro, mi porto dietro un sacco di cose, perfino il Bimby. Ricostruisco il mio nido. Oggi pomeriggio sono libera e preparerò una farinata di ceci. Ogni fine settimana, per il mio irlandese cucino le lasagne al ragù».
Alle nozze, sarà in abito bianco?
«Sì, di Alberta Ferretti».
Ha invitato anche i suoi ex?
«Noooo, ma siamo matti?».
Che luogo avete scelto?
«Uno fantastico ma per ora è top secret, altrimenti non mi daranno pace».
Luna di miele?
«Qualche giorno con Giulio. Poi una decina di giorni io e Richard da soli, ma non abbiamo ancora deciso dove».
Desiderate altri bambini?
«Ci piacerebbe.... Se arrivano. Io e lui siamo tutti e due figli unici».
Dove metterete su casa?
«Forse a Milano, dove abita mia mamma, oppure in qualche cittadina nella campagna toscana, dove Giulio potrà crescere tirando quattro calci al pallone, non attaccato a internet».
Se cerca una casa in collina, le servirà la patente. Alla fine l’ha presa?
«Ah, non ancora, è una specie di barzelletta. È quattro volte che ci provo, poi parto per lavoro e rimando. Sono iscritta a una scuola guida a Trastevere, ho chiesto di poter continuare le lezioni qui a Trieste ma pare che sia impossibile, per questioni burocratiche. Ho l’esame di teoria a ottobre, quindi dovrei esercitarmi sui quiz a settembre».
In viaggio di nozze?
«Eh, già» (ride).