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 2016  giugno 04 Sabato calendario

BOMBE D’ACQUA E ONDATE DI CALDO COSA C’È DIETRO IL CLIMA IMPAZZITO I RISCHI

Chiariamolo subito: nessuno con certezza può dire che l’alluvione di Parigi e della Baviera sia una conseguenza diretta dei cambiamenti climatici. Gli scienziati che studiano il clima sono sempre stati molto chiari nello spiegare che non si può legare un singolo evento atmosferico, anche se devastante come quest’ultimo che ha colpito parte dell’Europa, con il fenomeno ben più complesso dei cambiamenti climatici. Sia per la moltitudine di variabili in gioco che per i tempi.
LO STUDIO DEI FENOMENI
«Per capire se l’intensità e la frequenza di singoli episodi siano o meno legati al riscaldamento globale dovremmo aspettare ancora moltissimi anni», precisa il climatologo Luca Mercalli. Tuttavia, non possiamo escludere che questa ondata di maltempo possa essere un segnale indiretto dei cambiamenti climatici. In questo caso, quello che è successo al museo del Louvre di Parigi sarebbe davvero emblematico. Qualche giorno fa, infatti, è stato pubblicato un rapporto intitolato Patrimoni dell’umanità e turismo in un clima che cambia, redatto da due agenzie delle Nazioni Unite, Unesco e Unep, e dall’organizzazione statunitense no profit Unione degli scienziati preoccupati. Nel documento si parla di 31 siti «patrimonio dell’Umanità», che si trovano in 29 paesi del mondo, che sarebbero in grave pericolo a causa dei cambiamenti climatici. Il museo del Louvre non è uno dei siti elencati nel report. Ma essendo il museo più visitato al mondo, che ora è costretto a mettere a riparo le opere esposte, è evidente quanto questi fenomeni intensi possano rappresentare un grave pericolo per il patrimonio artistico culturale mondiale.
LE CITTÀ
Se dovessero avverarsi gli altri timori, legati all’impatto dei cambiamenti climatici, Venezia potrebbe essere sommersa dalle acque della laguna. La Statua della Libertà affonderebbe dopo un uragano. E ancora i moai di Rapa Nui crollerebbero uno dopo l’altro, a causa dell’erosione del mare e il santuario neolitico a Stonehenge non esisterebbe più. «Molti di questi siti - spiega Mercalli - sono già di per sé fragili. Basta pensare a Venezia o anche allo stesso museo del Louvre situato ai piedi di un fiume. I cambiamenti climatici non farebbero altro che aumentare la loro fragilità». Se però non ci sono certezze nel collegamento tra i cambiamenti climatici e gli eventi estremi di pioggia, la prova che il riscaldamento globale non conosce freni è sicuramente legata alle temperature. «I sintomi importanti sui cambiamenti climatici - spiega Mercalli - sono la temperatura in aumento di un grado e i ghiacciai dimezzati».
LA NASA
Solo qualche settimana fa la Nasa ha dichiarato di essere «quasi certa» che il 2016 sarà l’anno più caldo di sempre. Questo perché per ben sette mesi consecutivi, cioè da ottobre 2015 fino allo scorso aprile, si sono registrate temperature record. Non solo. La cosa sorprendente è l’intensità di queste anomalie, cioè quanto più alte della media siano le temperature registrate da ottobre dello scorso anno ad aprile. I dati rilevati dalla Nasa mostrano che in questi ultimi 7 mesi, la temperatura della superficie terrestre ha superato di più di un grado la media. Cosa succederà alle temperature globali nei prossimi mesi lo sapremo solo con il tempo. Così come al momento non è possibile fare previsioni credibili su come sarà l’estate italiana, ormai quasi arrivata alle porte. Tuttavia, alcuni esperti hanno già azzardato qualche ipotesi. Siti come 3bmeteo e ilmeteo.it, scommettono che le temperature dell’estate saranno sopra la media.
LE PREVISIONI
Per ilmeteo.it non si possono escludere ondate di calore (ma meno lunghe di quelle del 2015) tra la fine di luglio e l’inizio di agosto. Se così fosse dovremmo iniziare a preoccuparci. Più di quanto si è preoccupati per quello che sta succedendo in Francia, Germania e Belgio. «Questi singoli episodi - sottolinea Mercalli - fanno più paura perché l’alluvione avviene in un pomeriggio o in due giorni mentre un’ondata di caldo in un mese e mezzo. Eppure, le ondate di calore fanno più morti. Più che l’alluvione di Parigi, preceduto nel passato da eventi simili o più intensi, dovremmo stupirci quando a Milano le temperature arrivano a 40 gradi».