Lorenza Sebastiani, Oggi 1/6/2016, 1 giugno 2016
«VINCO ALLA FACCIA DI CHI MI FERIVA». INTERVISTA A SERGIO SYLVESTRE – Milano, giugno Intervistare Sergio Sylvestre, il vincitore di Amici, è un’esperienza surreale
«VINCO ALLA FACCIA DI CHI MI FERIVA». INTERVISTA A SERGIO SYLVESTRE – Milano, giugno Intervistare Sergio Sylvestre, il vincitore di Amici, è un’esperienza surreale. Il nome che gli ha dato il web, Il Gigante Buono, la dice lunga. È un tipo dalla commozione facile, in contrasto con il suo aspetto. Nato a Los Angeles 24 anni fa, da madre messicana e da un medico haitiano, ha vissuto fino a quattro anni fa negli Stati Uniti. Ex giocatore di football, alto due metri e 10, porta il 52 di piedi. È un incidente al ginocchio che lo costringe a lasciare lo sport e mamma e papà gli consigliano una vacanza. Navigando in Rete, scopre il Salento «bellissimo e non troppo costoso» e decide di trasferirsi, in cerca di una promessa di felicità. La prima chance la trova in uno stabilimento balneare di Gallipoli (Samsara), dove dal 2014 lavora come vocalist. Fa il provino per X Factor, e non lo prendono. Tenta quello per Amici, e passa. Ci arriva con i suoi due metri di stazza e un orsacchiotto di peluche sottobraccio, con il quale ancora dorme la notte. E vince, con il 61 per cento di preferenze, contro la favorita Elodie Di Patrizi. Ora è appena uscito il suo Ep di esordio: Big Boy. Pensa ancora al momento in cui ha vinto? «Sì, e mi commuovo ogni volta». Lei si commuove spesso. «Sempre. Amici è stato come andare da zero a mille. Siamo rimasti chiusi in uno studio televisivo per tanto tempo. Ora è strano vedere nuove persone, incontrare mia madre e mia sorella che sono venute a trovarmi. E poi vincere. Alla faccia di chi non credeva in me». Chi non ci credeva? «Tanti. Un mio insegnante di football alle superiori mi ripeteva che non avrei mai concluso niente nella vita. Anche quando ho provato con la musica, molti dicevano che non sarei arrivato da nessuna parte. Mi feriva molto. Come se sentissi che avevano ragione loro. Anche per l’aspetto, forse». ho perso 35 chili per muovermi sul palco Cioè? «Non sono certo né magro, né alto, né bello. Ma mi vado bene così. Sono anche dimagrito 35 chili ad Amici, per muovermi meglio sul palco. Insomma, questa esperienza è stata il mio riscatto dal passato, da certi episodi». Che tipo di episodi? «Atti di bullismo. Sono metà messicano e metà haitiano. Quando mia madre veniva a prendermi a scuola, i miei compagni notavano che aveva la pelle più chiara della mia. Sono discorsi difficili da capire per chi non è americano. Era una scuola frequentata da molti neri, e mi chiedevano continuamente: “Ti senti più nero o più bianco?”. Domande offensive per la mia famiglia, di cui a mia madre non ho mai parlato». Poi cosa è successo? «L’ultimo anno di scuola i miei mi hanno iscritto a un altro istituto, molto più costoso, fuori dal loro budget. L’hanno fatto per il mio bene». E in seguito, quanti lavori ha fatto? «Tanti. Addetto alla sicurezza in un centro commerciale di Los Angeles, pierre nei locali e vocalist». Che cosa le è piaciuto di Amici? «Mi ha permesso di studiare canto, perfezionarmi, e di mettermi in gioco con pezzi lontani dalla mia portata, quelli in italiano. Mi piacerebbe riprovarci. I momenti bui ci sono stati, avevo paura e scarsa fiducia in me. Ma ho imparato tanto». È vero che è ipocondriaco? «Sono uno che, appena ha mal di testa, va su Google a cliccare forum medici e ne esce impressionato. Poi ho paura degli aerei, ogni volta che devo prenderne uno è una tragedia».