Antonio Schembri, Il Sole 24 Ore 2/6/2016, 2 giugno 2016
IN CENTRO A SINGAPORE 21MILA EURO AL MQ
Un proscenio d’acqua e grattacieli, giardini fioriti e sfolgoranti luci notturne. Sono le quinte che scorrono lungo i lindi marciapiedi della Marina Bay e i quays, i moli zeppi di locali trendy “dell’isola alla fine della terra”. Così i malesi continuano da secoli a chiamare Singapore, la più grande del fitto arcipelago (63 isole in tutto) separato dalla punta meridionale della loro penisola da un esiguo braccio di mare. Doppiata la boa dei 50 anni, con una popolazione che oggi supera i 5milioni di abitanti e vive in 27 distretti su poco più di 700 chilometri quadrati, la città-stato non rallenta la sua prodigiosa volata nel futuro, all’insegna dell’innovazione. E si prepara a cambi di marcia ancora più rapidi, ispirati alla visione di “piccolo Paese ma con grandi sogni” di Lee Kuan Yew, storico leader e mentore della moderna Singapore, scomparso l’anno scorso a 91 anni.
Le istituzioni nazionali sono già al lavoro sul masterplan di ciò che la città dovrà essere nel 2065, quando compirà il suo centenario. La progettualità ruoterà su spazi nel sottosuolo e sul mare (come fattorie galleggianti), investimenti nelle fonti energetiche rinnovabili, modalità di trasporto alternative e abitazioni in grattacieli sempre più alti.
Intanto Singapore si conferma ai vertici mondiali del lifestyle. Simboli sono resort esclusivi come il Marina Bay Sands, l’imponente albergo dalle forme curve e la spettacolare piscina a sfioro sul tetto, condomini superlussuosi, come The Sail (anch’esso affacciato sulla baia), ma anche nuovi musei, come la National Gallery, il più grande spazio espositivo del sud-est asiatico dedicato all’arte moderna e contemporanea, inaugurato nel 2015.
La principale vetrina del lusso nell’avveniristica metropoli asiatica è il real estate. Il mercato delle residenze di fascia top, tra i primi cinque più cari del mondo, non cessa di crescere (+ 3,8% nel 2015) e di registrare affari chiusi a prezzi stellari. Il record riguarda un appartamento di 270 mq in un esclusivo condominio di Paterson Hill, nel 9° distretto (il più verde di Singapore), venduto nel 2013 a 47mila euro al mq.
Il settore immobiliare locale esce solo adesso da un periodo complicato. «Dopo la crisi dei mutui subprime, che nel 2009 lo aveva trascinato al suo punto più basso, abbiamo assistito a una ripresa delle transazioni così veloce (+62% in quattro anni) da alimentare un rischio di bolla» dice Martin Koh, responsabile Remax Singapore. Per calmierare il mercato tre anni fa il governo ha varato misure drastiche, tra cui un’imposta addizionale di bollo, cosicché dal 2014 domanda e prezzi sono diminuiti del 3-4 % all’anno.
Negli hot spot metropolitani, ossia il primo e il nono distretto, che includono la Marina Bay, il Raffles Link (dal nome dell’hotel più esclusivo in città) e la Orchard Road, la via dello shopping, il biglietto d’ingresso per l’acquisto di una proprietà di lusso parte da 21.500 euro al metro quadrato.
Oggi a Singapore l’80% della popolazione nazionale vive in condomini di edilizia pubblica, i cui prezzi variano dai 2.400 ai 6.700 euro al metro. Il resto, sono proprietà residenziali private (appartamenti, villette a schiera e residenze grandi e lussuose), ambito in cui si concentra la domanda degli stranieri, che puntano soprattutto sulle unità bilocali e trilocali in grandi condomini.
«In centro l’offerta è scarsa e i valori medi al mq oscillano intorno ai 16mila dollari singaporiani (oltre 10mila euro)» riprende Koh. Sui prezzi incidono le modalità d’acquisizione della casa. Il diritto immobiliare prevede il freehold, in sostanza la piena proprietà senza limiti di tempo finché ci saranno eredi a detenerne il titolo di acquisto, in mancanza dei quali l’immobile tornerebbe allo Stato; e il leasehold, il possesso temporaneo che a Singapore può avere due termini di restituzione: a 99 anni o a 999 anni.
Antonio Schembri, Il Sole 24 Ore 2/6/2016